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sviluppo sostenibile e tecnologia
- Subject: sviluppo sostenibile e tecnologia
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 5 Nov 2004 07:07:04 +0100
Sviluppo sostenibile e ambiente Approfondimenti sulla sostenibilità locale e sugli effetti ambientali DA.CONTACT MIW.IT TECNOLOGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE Globalizzazione dei mercati e tecnologie dell'informazione sono state le due grandi forze che hanno interagito, alimentandosi a vicenda, in questi due decenni. Lo sviluppo della società dell'informazione svolge un ruolo trainante nei processi di globalizzazione, grazie alla costituzione di reti digitali globali che collegano fra loro una moltitudine di soggetti e sospingono la creazione di una nuova economia globale basata sulle reti e su fattori immateriali. Cambiano i fattori che rendono competitive e dominanti le economie. Il contenuto tecnologico, la qualità e il marchio del prodotto, la proprietà intellettuale, la tempestività del servizio stanno prendendo il sopravvento sui tradizionali fattori di costo. L 'economia della conoscenza:il cuore dello sviluppo Con l 'età della globalizzazione l 'economia delle materie prime è stata soppiantata dall'economia della conoscenza. La ricchezza non è più creata solo dalle risorse naturali o dalla produzione, ma da come i prodotti e i servizi sono progettati e immessi sul mercato. I settori industriali e dei servizi basati sulla conoscenza -la cosiddetta knowledge based economy - caratterizzati da un alto input di ricerca e sviluppo e che impiegano manodopera con un livello di qualificazione superiore alla media e in particolare quelli imperniati sulla titolarità di diritti d'autore o sul possesso di know-how, hanno superato i settori più tradizionali in termini di crescita di valore e di occupazione, capitalizzazione e capacità di esportazione. Nel periodo 1985 - 1998 il tasso medio annuo di crescita delle esportazioni di prodotti industriali ad alto contenuto tecnologico è stato dell' 11,3% nei paesi sviluppati e del 21,4% nei paesi in via di sviluppo. Nello stesso periodo il tasso di crescita per i prodotti industriali a media e bassa tecnologia era rispettivamente del 8,5% e del 13% e quello delle materie prime del 4,4 % e del 1,3%. In Europa,nel periodo 1995 - 1999,l 'occupazione in questi settori è cresciuto ad un tasso triplo rispetto alla media dell'industria e nei servizi l 'area orientata alla comunicazione e all'informazione ha avuto un tasso annuo di crescita più che doppio rispetto alla media. Nel 1999,circa 38 milioni di lavoratori - il 25% della forza lavoro dell'Unione Europea, oltre un terzo nei paesi nordici, in Germania e in Olanda - era impiegata in occupazioni ad alta qualificazione scientifica e tecnologica. L 'hardware e il software per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono diventati l 'area più dinamica per gli investimenti,con una quota che varia, a seconda de paesi, tra il 15 e il 35% del totale degli investimenti. Gli investimenti in "conoscenza " - misurati come la somma della spesa pubblica e privata per l 'altra istruzione,la ricerca e sviluppo e il software - sono diventati pari al 4,7% del Prodotto Lordo come media dei paesi sviluppati (area OCSE).Nel corso degli anni '90 questi investimenti sono cresciuti ad un tasso del 3,4% annuo, mentre gli investimenti in capitale fisso (macchinari,edifici etc) è cresciuta ad un tasso del 2,2%. Ricerca e brevetti,un patrimonio cruciale In questo contesto,la ricerca e lo sviluppo tecnologico e la qualità del capitale umano (la qualità della loro formazione) diventano fattori cruciali. Primo,perché si accorcia il ciclo della ricerca e sviluppo. Il modello classico della ricerca ("ricerca di base precompetitiva -ricerca industriale -attività di sviluppo") corrisponde sempre meno alla realtà. Nei nuovi campi -dall'informatica alle biotecnologie -le attività di ricerca di base possono portare direttamente alla creazione di prodotti e il tempo di ritorno degli investimenti nella ricerca è molto più rapido - come testimoniano gli utili delle società hi-tech nella farmaceutica o nel software. Una buona correlazione è evidente tra il tasso di crescita economica e il tasso di crescita della spesa per la ricerca e sviluppo. In Europa,nel periodo 1995 - 1999, i paesi con tassi di crescita della spesa inferiori alla media hanno avuto anche tassi di sviluppo inferiori alla media,mentre tutti i paesi con tassi di crescita della spesa superiori alla media hanno avuto anche una prestazione economica superiore. In secondo luogo perché l 'impiego efficace delle nuove tecnologie richiede che l 'insieme della forza lavoro,non solo ristrette elìte, sia dotata di una elevata qualificazione. Da qui la rilevanza economica degli investimenti nel capitale umano,nella formazione scolare e professionale e nell'aggiornamento. La spesa, pubblica e privata, per le attività di ricerca e sviluppo è cresciuta nell'area OCSE nel corso degli anni '90 al ritmo di circa il 4% annuo. Dopo un generalizzato declino della spesa (in % sul Pil) nel corso dei primi anni '90, a partire dal 1994, negli Stati Uniti e in Giappone la spesa - in primo luogo per gli investimenti del settore privato, che coprono circa il 75% della spesa - è tornata a crescere più del Pil, mentre in Europa l 'incidenza sul reddito è rimasta declinante. Alla fine degli anni '90, rispetto al Pil, la spesa in R&S è pari al 3%in Giappone,al 2,6% negli Stati Uniti e al 1,9% in Europa. Gli occupati nella ricerca e sviluppo,in Europa,erano pari nel 1999 a 1,6 milioni di persone,l '1,3% del totale della forza lavoro con una crescita del 2,5% sul 1997 e del 21% sul lungo periodo, rispetto al 1985. La spesa per la ricerca e sviluppo è cresciuta soprattutto nel settore privato e soprattutto negli Stati Uniti. Nella gran parte dei paesi sviluppati,invece,è declinata la quota di spesa pubblica (sia in rapporto al Pil che al totale della spesa) e se ne è modificata composizione e destinazione. Il tratto essenziale è costituito dalla contrazione,molto accentuata negli Stati Uniti, della ricerca pubblica legata alle attività militari. Ciò nonostante,ancora nel 1999 alla difesa era destinata il 53% della spesa pubblica in ricerca e sviluppo degli Stati Uniti (ma era il 70% nel 1987) e il 15% nei paesi europei (ma il 35% in Gran Bretagna).Nello stesso periodo è invece aumentata la spesa pubblica nel settore della ricerca medica e farmaceutica (+10% in Giappone,+8% negli Stati Uniti, +5% in Europa),trainata in particolare dagli investimenti nella ricerca biotecnologica. Lo sviluppo della ricerca si è tradotto in una crescita accelerata del numero di brevetti e della proprietà intellettuale. Tra il 1990 e il 1997 le domande di brevetto sono cresciute di oltre il 5% annuo, con una forte concentrazione nei settori delle biotecnologie (+10%) e del ICT (+8%).I brevetti sono estremamente concentrati nei paesi sviluppati:il 35% è registrato dagli Stati Uniti, il 32% da paesi dell 'Unione Europea e il 27% dal Giappone. La proprietà dei brevetti è ancor più concentrata, perché i paesi dell'area Ocse (e in primo luogo gli Stati Uniti) possiedono anche circa il 15% dei brevetti registrati da paesi in via di sviluppo. Gli Stati Uniti sono di gran lunga il principale esportatore netto nel trasferimento di proprietà intellettuale:i diritti e i proventi che le imprese americane hanno percepito da imprese straniere sono ammontati,in media, al triplo dei diritti che esse hanno pagato ad imprese straniere per accedere alle loro tecnologie. Gli incassi degli Stati Uniti sono stati pari nel 1999 a 36 miliardi di dollari,cinque volte quelle realizzati dalla Gran Bretagna,10 volte quelli della Germania. Lo squilibrio fra Stati Uniti ed Europa, tanto in termini di numero di brevetti che "royalties" percepite, risulta particolarmente accentuato in settori ad alta intensità di ricerca,quali tecnologie dell'informazione, prodotti farmaceutici e le biotecnologie. Espansione e accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono state finora il cuore della nuova economia della conoscenza. I crolli di borsa dei titoli della net economy,che avevano capitalizzazioni prive di qualsiasi riferimento ai valori della produzione,non alterano le tendenze di lungo periodo. Le tecnologie dell'informazione e comunicazione,ancor più che come specifico settore industriale e di servizi, sono decisive per il loro ruolo nella ristrutturazione del sistema economico. Come mostra la rapida crescita della produttività del lavoro avvenuta nella seconda metà degli anni '90 negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei a più alta densità di ICT, raggiunta una certa soglia critica,lo sviluppo delle tecnologie della comunicazioni e dell'informazione ha permeato l 'insieme del sistema economico consentendo un cambiamento delle tecnologie di produzione, di organizzazione delle imprese e dei mercati, di gestione del consumo. E ' cambiato il modo di operare delle economie e della vita individuale e sociale. La connessione informatica trasforma radicalmente il concetto di distanza e di mercato locale e tendenzialmente determina una concorrenza mondiale istantanea, consentendo di superare molti vincoli fisici e informativi per il commercio, le transazioni finanziarie, la ricerca. L 'accesso alle tecnologie dell''informazione e comunicazione è cresciuto rapidamente in questi anni. Il ritmo di diffusione delle nuove tecnologie - in primo luogo Internet e la telefonia cellulare - è senza precedenti. Dai 20 milioni di utilizzatori di Internet e dalle poche migliaia di siti web del 1995 si è giunti a oltre 400 milioni di utilizzatori e 20 milioni di siti web a fine 2000. Negli ultimi due anni gli utilizzatori Internet sono raddoppiati negli Stati Uniti e quadruplicati negli altri paesi sviluppati. Nell'area dei paesi Ocse gli abbonati a Internet sono tra il 10% e il 35% della popolazione e nei paesi scandinavi gli utilizzatori abituali sono superiori al 50% della popolazione adulta. Anche la disponibilità di personal computer è cresciuta in maniera significativa. Nei paesi sviluppati tra il 20 e il 70% della popolazione dispone di p.c.e in quasi tutti i paesi almeno la metà delle famiglie ne possiede uno. Nonostante la pervasività dell'informatica e il fatto che siano ormai trascorsi 15 anni dall'ingresso sul mercato (la commercializzazione dei Macintosh risale al 1984), restano ancora consistenti differenze nell 'informatizzazione tra i paesi scandinavi e gli stati Uniti (con una densità superiore a 60 p.c. per abitante) e i paesi del Sud Europa,con densità inferiori ai 30 p.c. per abitante. Digitale: opportunità ed esclusioni L 'ingresso nell'economia della conoscenza e l 'accesso alle tecnologie dell'informazione non è però stato uniforme. Vi è uno scarto immenso - il digital divide --tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Ma vi è anche un ampio fossato che divide, all'interno dei paesi sviluppati,il gruppo di quelli ad alta tecnologia (in primo luogo Stati Uniti e paesi nordici dell'Europa) dagli altri paesi sviluppati (in primo luogo i paesi dell'area mediterranea). Nel 2000, in Africa ci sono 5 utilizzatori di Internet ogni 1000 abitanti (per più della metà concentrati in sud Africa) e 1 computer ogni 100 abitanti. In nessun paese dell'America Latina si raggiunge una densità di 10 computer ogni 100 abitanti. In Asia, dove alcuni dei paesi di nuova industrializzazione hanno conosciuto un forte sviluppo nell'accesso alle tecnologie dell'informazione (in Corea, Taiwan, Malesia utilizzo di Internet e possesso di personal computer supera il 10% della popolazione,in Corea con livelli superiori a quello di vari paesi europei), solo lo 0,5% della popolazione indiana, l '1% di quella indonesiana e il 2% di quella cinese ha personal computer. Per la gran parte dei paesi in via di sviluppo,l 'accesso all'epoca digitale richiede ingenti investimenti in infrastrutture e in educazione. Gli investimenti nelle infrastrutture possono però significare un sacrificio della soddisfazione di bisogni fondamentali,acuendo le ineguaglianze tra classi sociali e tra popolazione urbane e popolazione rurale. La Malesia ha investito 3,6 miliardi di dollari per il suo Multimedia Super Corridor,ma la gran parte delle strutture scolastiche è priva di computer e il 10%della popolazione è ancora privo di energia elettrica. Ma per questi paesi le tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni possono consentire un salto di sviluppo,una rottura di continuità. Gli esempi sono già visibili. L 'espansione dell'economia globale e delle tecnologie ICT hanno creato nuove opportunità per attività di nicchia. In India l 'industria ICT ha conosciuto un forte ritmo di crescita,contava oltre 180.000 addetti nella sola industria del software nel 1998, con 1250 imprese esportatrici e ne viene stimata una crescita tale che nel prossimo decennio potrebbe rappresentare il 7,5% del Pil e l '8% degli occupati dell' India. Le tecnologie ICT hanno già consentito di sviluppare servizi in outsourcing, come la gestione amministrativa delle carte di credito, delle assicurazioni, della gestione delle risorse finanziarie e umane. Sulle 500 imprese con maggior fatturato,ben 185 hanno una gestione in outsourcing del sistema di software presso imprese indiane. L 'esperienza di Grameenphone, promossa in Bangladesh dalla Grameen Bank, è illuminante delle potenzialità delle tecnologie dell 'informazione.Grameen Phone è un servizio di fornitura di telefoni cellulari (con batterie a ricarica solare per i molti villaggi non elettrificati) alle donne che si incaricano di rivendere il servizio telefonico nei propri villaggi. Una volta completata la rete, nel 2002, il sistema darà lavoro a 40.000 operatori con un reddito netto di 24 milioni di dollari. La disponibilità di questo servizio (che genera più utili dei servizi in ambito urbano) stimola nuove attività economiche e consente forti risparmi agli utenti:nell'area del progetto pilota,una telefonata che sostituisce un viaggio diretto nella città principale consente un risparmio variabile tra il 2 - 10% del reddito medio mensile. Pur in un contesto di deprivazione culturale, alcuni paesi in via di sviluppo possiedono centri di eccellenza e risorse intellettuali e tecnologiche. Bangalore, in India,è uno degli "hub " tecnologici più importanti del mondo. Ma anche in altre aree, in Brasile, in Sud Africa, in Tunisia, in Malesia, oltre che in Corea e a Taiwan, vi sono aree di ricerca e sviluppo delle tecnologie informatiche e di telecomunicazione di eccellenza. Da queste aree oggi si esportano non solo tecnologie,ma - soprattutto - capitale umano, ricercatori, tecnici, che soddisfano i fabbisogni dell'industria e dei servizi degli Stati Uniti e dei paesi europei, determinando una diaspora che impoverisce le risorse di questi paesi e ne mina le possibilità di sviluppo. documento di Lega Ambiente Italia
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