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acqua napoli svende la sua grenoble se la riprende
- Subject: acqua napoli svende la sua grenoble se la riprende
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 29 Oct 2004 07:03:58 +0200
da unimondo.it mercoledi 27 novembre 2004 Il Comitato italiano per Contratto mondiale sull'acqua, ha scritto una polemica lettera aperta ad Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania e a Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli, i quali hanno annunciato che sia la regione che la città procederanno all'affidamento del servizio idrico ad una società totalmente privata, tramite gara pubblica europea. Una decisione secondo il presidente Riccardo Petrella che "ha ignorato ogni prassi di informazione e di partecipazione dei cittadini, ed è fatta da istituzioni governate dal 'centro sinistra', che spesso tanto parla di 'beni comuni' e di voler realizzare politiche diverse da quelle governative". Il Comitato scrive nella lettera che la privatizzazione mondiale della gestione dei servizi locali, consegnati al mercato e alle multinazionali è solo il primo atto della mercificazione a cui sono chiamate a deliberare le istituzioni e che non occorre essere di 'sinistra' per capire che l'acqua degli acquedotti italiani verrà poi imbottigliata dalle multinazionali. E anche a Catania si è deciso in ambito provinciale di affidare l'acqua in mano a una società mista (Servizi Idrici Etnei SpA), a prevalente capitale pubblico. Secondo il coordinamento Meditteracqua non saranno più garantiti i cittadini da un pericolo di un aumento immotivato delle tariffe con sperpero e la spartizione di risorse pubbliche dovute a disservizi continui e turnazioni degradanti. A questo Meditteracqua Catania propone che gli organi statutari dell'ATO 2 siano riformati, mediante l'inserimento di rappresentanti della "società civile" negli organi di gestione, e che i primi atti che essi dovranno assumere siano impegni precisi a tutela delle falde idriche, deifiumi, delle sorgenti e della qualità dell¹acqua da bere. Meditteracqua Catania chiede che sia garantito l'accesso gratuito di tutti i cittadini ad almeno 40 litri giorno/persona per usi domestici. Già lo scorso luglio il Tavolo Livornese contro le privatizzazioni ha stilato un Dossier dove vengono analizzati attraverso i bilanci, i 5 anni di gestione in regime di Spa di ASA, l'azienda livornese che gestisce il servizio idrico integrato. Il fine di questo dossier è dimostrare che la gestione di un servizio pubblico in regime di Spa non può funzionare (tanto meno con l'ingresso del privato anche solo per il 40%), proprio per la sua natura che mira al raggiungimento di un utile, sacrificando l'interesse collettivo e il raggiungimento del pareggio in bilancio. "Il problema quindi non sono gli amministratori in carica ma proprio la forma di gestione" precisano i curatori del dossier da cui si evince che se non si fosse proceduto alla trasformazione dell'ente pubblico economico in Spa si sarebbe potuto risparmiare circa 20.000,00 euro. "Lo sperpero di soldi pubblici è stato possibile grazie ad una gestione 'allegra' e poco trasparente permessa proprio dalla Spa" sottolinea il Tavolo Livornese secondo cui rimangono molte voci non chiare e poco trasparenti. Un vero esempio di ri-municipalizzazione del servizio idrico è quello di Grenoble (Francia) che ha portato a un servizio migliore con costi più bassi, decisioni prese in modo chiaro dalle istanze elettive e trasparenza con il pubblico. "Il personale del servizio pubblico è più numeroso perché il nostro agire non è dettato dal mercato e dai profitti privati. Si può quindi attuare una politica a lungo termine del servizio: protezione della risorsa, regolarità della manutenzione e riqualificazione, forti investimenti, incentivi alla riduzione dei consumi degli utenti e politica sociale verso le famiglie in difficoltà" racconta Raymond Avrillier ingegnere e consigliere comunale a Grenoble. "Per condurre questa azione, che ha pure richiesto di far emergere la corruzione del pubblico da parte dei responsabili della Lyonnaise des eaux, abbiamo intrapreso iniziative pubbliche, proceduto al controllo dei prezzi e della legalità che le autorità preposte non avevano voluto fare, siamo ricorsi alle vie legali presso la magistratura amministrativa, finanziaria e penale che ci hanno dato tutte ragione, ma con molto ritardo". La lotta per ripristinare un vero servizio pubblico locale é partita da un gruppo di eletti/e ecologisti - il movimento locale "democrazia ecologia solidarietà" (ADES) - al quale si è unita un'associazione di utenti "Eau-secours" e gode oggi di un generale riconoscimento. Gli utenti ed il personale sono realmente coinvolti nelle decisioni. Quelle riguardanti il servizio sono ormai prese democraticamente e quasi sempre all'unanimità degli eletti/e e dai rappresentanti qualificati compartecipi delle decisioni. [AT]
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