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architettura sostenibile
- Subject: architettura sostenibile
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 4 Sep 2004 07:21:16 +0200
da reteambiente.it lunedi 28 giugno 2004 29 esempi europei di urbanistica, qualità ambientale, sviluppo sostenibile di Dominique Gauzin-Müller a cura di Marco Moro Il volume - già uscito nelle edizioni francese, tedesca, inglese, spagnola e greca - rappresenta il più aggiornato punto della situazione per quanto riguarda l'applicazione del concetto di sostenibilità nella progettazione degli insediamenti urbani e degli edifici, configurandosi come il nuovo manuale europeo per il costruire sostenibile. Il settore delle costruzioni, responsabile di una enorme produzione di rifiuti e di uno smisurato consumo di energia, è uno degli elementi chiave su cui intervenire per un concreto raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Il concetto di sostenibilità è quindi centrale nello sviluppo di una prassi architettonica e urbanistica adeguata al futuro. Nella pianificazione urbanistica, nella progettazione e nella scienza e tecnica delle costruzioni si richiede l'uso di materiali e di tecnologie in grado di minimizzare l' impatto sulle risorse naturali. Tecnologie intelligenti e tecniche innovative, materiali riciclabili ed energie prodotte da fonti rinnovabili sono gli elementi essenziali nell'elaborazione di un nuovo approccio progettuale. Dopo aver illustrato i principi della progettazione sostenibile e i termini della questione ambientale il volume si divide in due parti, dedicate a progetti di scala urbana e a opere architettoniche. Sia i 6 casi studio urbani sia i 23 edifici (abitazioni singole e collettive, scuole, edifici per uffici, servizi e produzione) sono ampiamente illustrati con fotografie, disegni, dettagli costruttivi e schemi impiantistici, evidenziando le migliori opzioni tecnologiche disponibili sul mercato e costituendo un ricco catalogo di soluzioni per i più diversi temi progettuali, elaborate da alcuni tra i più celebri architetti europei. Dominique Gauzin-Müller, architetto e giornalista, collabora con numerosi editori e riviste specializzate europee: Séquence Bois, Le Moniteur de Travaux Publics et du Bâtiment, Techniques et architecture, D'Architectures, Architecture interieure créé, Deutsche Bauzeitung e altre. Autentica specialista del legno, delle sue tecnologie e della sue espressioni architettoniche, svolge una intensa attività pubblicistica e a questo tema ha dedicato diversi volumi, in particolare Le Bois dans la construction e Construire avec le bois, usciti entrambi per Le Moniteur negli anni '90. Per lo stesso editore ha in preparazione un volume dedicato ad esempi europei di edifici residenziali in legno. Le implicazioni per il settore delle costruzioni La concretizzazione degli impegni presi a Kyoto ha una grande influenza sulla gestione del territorio, l'urbanistica e l'architettura. È in effetti nel settore delle costruzioni e dei lavori pubblici che occorre fare lo sforzo più importante sul piano dei risparmi di energia e di materie prime, della riduzione dei gas serra e della diminuzione del volume dei rifiuti. Emissioni di CO2 e gas serra in Francia: percentuali secondo i settori di attività settore di attività emissioni di CO2 emissioni di gas serra industria 26% 27,4% trasporti 22% 37,7% agricoltura 18% costruzioni 17,5% 26,5% Fonte: Mies. Quasi due milioni di imprese europee gestiscono, con i loro 11 milioni di collaboratori, l'habitat di 380 milioni di europei. La realizzazione e l' utilizzo degli edifici ha un impatto importante sull'ambiente; essi consumano circa il 50% delle risorse naturali, il 40% dell'energia e il 16% dell'acqua. La costruzione e demolizione degli edifici producono una quantità di rifiuti maggiore di quelli domestici. In Francia, dove si dispone di elettricità prodotta da energia nucleare, le costruzioni sono responsabili di circa il 17,5% delle emissioni di CO2 e del 26,5% di quelle dei gas serra. In Germania, dove l'elettricità viene prodotta essenzialmente da centrali termiche, studi pubblicati dal Klimaschutzkonzept (Programma di protezione del clima) della città di Friburgo stimano che il settore delle costruzioni sia responsabile di circa il 30% delle emissioni di CO2, ovvero più che i trasporti e l'industria sommati. La realizzazione di costruzioni nell'ottica dello sviluppo sostenibile è una delle risposte più efficaci per ridurre l'effetto serra e il degrado degli ambienti naturali. Si basa su tre obiettivi complementari e indissolubili: . equità sociale, . attenzione ecologica, . efficacia economica. Le implicazioni sociali della qualità ambientale non possono lasciare indifferenti gli operatori del settore delle costruzioni: un edificio sostenibile deve quindi essere anche accessibile economicamente al grande pubblico. Ciò consente alla realizzazione dell'ambiente costruito di assumere una dimensione locale e pone la questione della produttività del settore delle costruzioni. Una realizzazione sostenibile "abbordabile" presuppone la partecipazione degli utenti alla programmazione e alla gestione del proprio habitat e la collaborazione dei professionisti per un'ottimizzazione delle relazioni tra architettura, tecnologia e costi. Le implicazioni per l'architettura e l'urbanistica Nel giugno 1996, durante la conferenza "Habitat II" tenutasi a Istanbul, si sono definiti i termini per l'applicazione del concetto di sviluppo sostenibile nel settore delle costruzioni. Parallelamente, la copertura mediatica dei summit internazionali e gli scandali legati alla pericolosità di alcuni materiali da costruzione, come l'amianto, hanno suscitato nell' opinione pubblica un interesse crescente nei confronti della conservazione dell'ambiente naturale e la realizzazione di habitat sani e confortevoli. Rispondendo a queste sollecitazioni culturali, le filiere professionali e il settore edilizio, nelle diverse nazioni europee, cominciano a prendere in considerazione gli aspetti ecologici. In Francia, gli "atti d'impegno" e le "dichiarazioni di intenti" si moltiplicano nel settore immobiliare e tra le organizzazioni professionali. E chi, per scelta etica o strategia, ha anticipato questa tendenza crescente del mercato si trova oggi in netto vantaggio. In molti paesi europei le misure a favore della qualità ambientale sono già istituzionalizzate con norme, regolamenti e facilitazioni finanziarie. La Scandinavia, la Germania e la Francia, con la RT 2000 (pag. 98), si sono dotate di normative sul riscaldamento il cui obiettivo è una sensibile riduzione dell'effetto serra grazie a cospicui risparmi di energia. Standard di prestazioni ancora più elevate, come il marchio tedesco "Passiv Haus" (pag. 100) o quello svizzero "Minergie" (pag. 99) hanno un successo crescente presso i professionisti. ( di Dominique Gauzin-Müller ) Le tendenze dell'architettura sostenibile Anche se è arrivata al grande pubblico solo dopo il clamore mediatico del Summit di Rio, la consapevolezza della necessità di un'architettura ecologica esiste da parecchi decenni, durante i quali i sostenitori del low-tech e dell'high-tech si sono spesso scontrati. I pionieri del low-tech Fin dagli anni Settanta, in risposta alle inquietudini suscitate dalla prima crisi petrolifera, qualche pioniere idealista propose delle alternative ecologiche, soprattutto nei settori delle abitazioni e delle piccole strutture educative e culturali. Sull'onda del movimento di contestazione del maggio '68,z alcuni architetti - contestando la rigidità e la freddezza delle costruzioni moderniste - incoraggiarono gli utenti a partecipare al progetto, e perfino alla realizzazione, di edifici più conviviali. Questa filosofia antiautoritaria ha ispirato la realizzazione delle case popolari di Joachim Eble in Germania; il progetto immobiliare "Tinngarden" del gruppo Vandkunsten, vicino a Copenaghen; le realizzazioni di Lucien Kroll, in Belgio; le scuole e la "casa dei ragazzi" in autocostruzione di Peter Hübner nei dintorni di Stoccarda. Il legno, materiale caldo, leggero e facile da lavorare era presente nella maggior parte di questi progetti. Nel decennio seguente, molti architetti hanno lavorato con altri materiali naturali. Il norvegese Sverre Fehn e i francesi Jourda e Perraudin hanno realizzato costruzioni in terra. Alcuni progettisti hanno sviluppato edifici con facciate e tetti "vegetalizzati". Il profeta del low-tech, o per meglio dire del "no-tech", è tuttavia Paolo Soleri, allievo di Frank Lloyd Wright prima di sperimentare dal vero, ad Arcosanti, una nuova forma di architettura ecologica. Le stelle dell'high-tech L'architettura high-tech è simboleggiata i complessi per uffici e dalle grandi spettacolari costruzioni in metallo e vetro dei protagonisti dell' architettura internazionale. Molti di questi progettisti, come Norman Foster, Renzo Piano, Richard Rogers, Thomas Herzog, Françoise-Helene Jourda e Gilles Perraudin hanno dato vita all'associazione "Read" per riflettere sull'utilizzo delle energie rinnovabili in architettura. Ufficialmente riconosciuta nel 1993, dopo la Conferenza internazionale di Firenze sull' energia solare nell'architettura e nell'urbanistica, questa associazione ha ricevuto il sostegno della Comunità Europea. I simboli dell'"eco-tech" sono la torre della Commerzbank a Francoforte sul Meno e la cupola del Parlamento tedesco a Berlino nel rinnovato Reichstag, entrambi progetti di Norman Foster. L'architettura internazionalizzata, che si vuole ecologica grazie all'impiego di della tecnologia e dell' informatica, non è tuttavia sempre convincente, in particolare rispetto al comfort termico in estate e ai consumi di energia in inverno. Queste realizzazioni molto pubblicizzate hanno comunque il merito di aver avuto un effetto trascinante: molte innovazioni applicate per la prima volta in questi progetti, come la facciata vetrata a doppio involucro, sono state poi utilizzate in progetti più modesti dove si sono rivelati molto efficaci. L'umanesimo ecologico Tra i due estremi del low-tech e dell'high-tech esiste una terza via che ha raccolto molto seguito nel centro-Europa. La differenza essenziale rispetto all'architettura low-tech è la sua immagine contemporanea, favorita dall' abbinamento intelligente dei materiali della tradizione con prodotti industriali innovativi. Günter Behnisch è stato fin dagli anni '70 l'iniziatore di un'architettura luminosa e colorata, sostenuta da una filosofia umanista e molto libera nella composizione delle forme e dei volumi. Il trattamento paesaggistico degli spazi aperti offre agli abitanti, anche in contesti urbani, una relazione privilegiata con aree verdi trattate in modo naturale. L'influenza dello studio Behnisch, Behnisch & Partner è molto forte in Germania, soprattutto riguardo agli edifici per uffici e agli insediamenti scolastici e sportivi. La piscina del centro di cura Bad Elster (pag. 202) e l'Istituto di Ricerca sulla natura di Wageningen, in Olanda (pag. 218) sono gli ultimi esempi di questa architettura molto disegnata, la cui apparente disinvoltura non è mai frutto di azzardo. La filosofia dello studio è riassunta con molto buon senso da Stefan Behnisch: "Nell'ambito dell'architettura ecologica si distinguono essenzialmente due scuole di pensiero. Quella di Norman Foster, che dice che si possono risolvere i problemi ecologici con più tecnologia, e quella di Soleri che dice 'No alla tecnologia!'. Noi stiamo in mezzo, anche se la mia simpatia va più a Soleri. Io non voglio cambiare il nostro stile di vita o tornare all'età della pietra, ma se ci mettiamo nell'ottica di accettare che faccia più caldo in estate e più freddo in inverno sono convinto che potremo aspettarci un grado accettabile di comfort seguendo le regole della natura". L'ecologia democratica e sociale Lo sviluppo di un'ecologia democratica destinata a utenti sensibilizzati e responsabili è un'altra tendenza che si ritrova puntualmente in Germania, Olanda e Scandinavia. Fedele alla strada da lui stesso avviata negli anni ' 70, Peter Hübner ha realizzato a Gelsenkirchen delle abitazioni individuali "densificate" in autocostruzione, Il progetto appartiene al programma "Semplice e fatto in casa" (Einfach und Selbstgemacht), sovvenzionato nel quadro dell'Esposizione internazionale di architettura IBA Emscher Park. Questo progetto di 28 case collettive permette a famiglie do modesta condizione economica di vivere in un habitat ecologico grazie alla loro collaborazione attiva alla progettazione, alla costruzione e alla gestione delle abitazioni. Sostenuta da professionisti consapevoli delle proprie responsabilità sociali, la riqualificazione di materiali locali e tecniche antiche è un' altra delle caratteristiche della qualità ambientale. La "Coop de construction" e Jean-Yves Barrier hanno scelto la bauge, terra cruda impastata tradizionalmente usata a Rennes, per la residenza Salvatierra. Nella casa di Essertines, come nella maggior parte dei suoi edifici, l' Atelier de l'Entre ha privilegiato il legno di alberi locali e di sezione limitata. Quando però l'architettura non è ben governata, come avviene invece in queste realizzazioni, l'impiego di materiali grezzi che risparmiano energia presenta il rischio di un ritorno a modelli ispirati direttamente alle costruzioni tradizionali e a dei clichés neo-regionalisti, spesso incongrui rispetto all'ambiente naturale o costruito. L'avvenire è in una mescolanza di materiali che integri la protezione dell'ambiente alla modernità. Il minimalismo ecologico Una nuova generazione di architetti e di ingegneri, meno militanti e più pragmatici dei pionieri degli anni '70, a partire da circa dieci anni fa si è progressivamente importa. Avvalendosi dei più moderni strumenti di progettazione e simulazione, questi ideatori di un'architettura minimalista realizzano con tecniche e prodotti innovativi degli edifici che esprimono, attraverso un linguaggio minimalista, una decisa appartenenza al moderno. Senza esibire i coefficienti di risparmio energetico e "patenti" di ecologicità, le loro costruzioni integrano questi parametri come elementi costitutivi del progetto. Questi progettisti sposano un'idea forte e rigorosa del disegno per offrire una risposta adeguata ai vincoli del luogo e del programma. Si sottraggono con maestrìa dai principi e dalle tecniche convenzionali, associano con essenzialità materiali grezzi e preziosi e si avvalgono volentieri della prefabbricazione per ridurre la durata del cantiere e limitare i costi. Intorno al lago di Costanza l'approccio sostenibile ha liberato un impressionante potenziale di innovazione, portato alla luce dalle realizzazioni di architetti tedeschi come D'Inka & Scheible, Kauffman Theilig, Mahler Günster Fuchs, Glück & Partner o Schaudt Arkitekten, lo studio vizzero Metron e gli austriaci Baumschlager & Eberle e Hermann Kauffmann. ( di Dominique Gauzin-Müller ) La sostenibilità nelle città europee L'impegno politico per uno sviluppo sostenibile è stato assunto inizialmente a livello internazionale, nell'ambito di diversi summit delle Nazioni Unite, e quindi a livello europeo. Le strategie nazionali sono state formulate in base ai principi generali e implementate attraverso leggi e regolamenti su questioni quali l'inquinamento dell'aria e dell'acqua e la gestione dei rifiuti. Dopo avere individuato gli obiettivi a livello nazionale, le Regioni hanno il compito di garantirne il raggiungimento a livello locale, applicando criteri ambientali alle decisioni in materia di pianificazione urbana, abitazioni popolari, rete dei trasporti e delle attrezzature pubbliche. Anche in presenza di leggi e regolamenti adeguati, l'inerzia dei governi centrali a fronte delle nuove realtà ambientali, economiche e sociali ha spesso ostacolato la loro rapida ed efficiente applicazione. Per questi motivi le autorità regionali e i motori di sviluppo locale hanno un ruolo chiave nella concretizzazione dello sviluppo sostenibile. Dopo il summit di Rio le iniziative si sono moltiplicate e un numero crescente di regioni, città, piccoli e medi centri hanno promosso un proprio programma di Agenda 21 locale. Le misure adottate riguardano il consumo di territorio, gli spazi verdi, la qualità dei suoli, la gestione del sistema dei trasporti, la gestione dell'energia, dell'acqua e dei rifiuti, e alcune provvedimenti di carattere sociale. Se è piuttosto semplice confrontare la validità dei provvedimenti in materia di inquinamento idrico ed atmosferico, risulta decisamente più difficile comparare la qualità ambientale delle diverse realizzazioni, dal momento che agli indicatori quantitativi si aggiungono criteri di giudizio del tutto soggettivi. In ogni caso, molti centri urbani europei oggi si fregiano giustamente del titolo di "sostenibile". Network europei Nel 1994, in occasione della prima conferenza sulle città sostenibili ad Aalborg, in Danimarca, ben 84 municipalità si sono impegnate a deliberare un proprio programma di Agenda 21. Oltre all'applicazione dei principi di sostenibilità, il documento prodotto al termine della conferenza sollecitava lo scambio di dati, la costruzione di reti per una reale collaborazione tra i diversi soggetti aderenti al programma, la promozione di progetti pilota e la definizione di una serie di indicatori urbani. Parallelamente, i 700 membri partecipanti all'Alleanza per il Clima (Klimabündnis) si sono accordati sulle misure da prendere per ridurre le emissioni di CO2 del 50% rispetto ai valori del 1988 entro il 2010. La piccola cittadina austriaca di Mäder (pagg. 60-62) ha aderito all'Alleanza nel 1993; per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, nel 1988 ha inaugurato la prima scuola ad indirizzo ambientale dell'Austria, ed ha promosso l'uso delle energie rinnovabili all'interno degli edifici pubblici. Comunicazione e lavoro di squadra sono gli elementi chiave di ogni programma di Agenda 21. Per un'efficace attuazione di misure normative e fiscali è necessario innanzitutto instaurare processi di cooperazione, tenendo conto delle nuove tecnologie e della crescente consapevolezza ambientale nell' opinione pubblica. L'obiettivo è ottenere un consenso diffuso accompagnato da un'assunzione di responsabilità, da parte dei singoli cittadini e delle istituzioni considerate nel senso più ampio del termine (imprese, enti pubblici, gruppi di interesse locali e comunitari). Per ogni singolo caso viene formulata una soluzione divrsa al medesimo problema; il confronto tra queste diverse visioni è un primo passo verso l'individuazione di una cultura comune nell'ambito di realtà urbane differenti. Tutto questo costituisce anche la base per la definizione di una strategia europea indirizzata ad un nuovo equilibrio tra qualità della vita, tutela ambientale e sviluppo economico. L'Occidente deve assumersi questo responsabilità anche per le nazioni in via di sviluppo. Dal momento in cui nella parte industrializzata del mondo si sviluppano strategie ambientali, questa ha il dovere di trasmettere le proprie tecnologie ed esperienze ai paesi in via di sviluppo. Politiche come quelle per tutela degli ecosistemi, il risparmio energetico, la corretta gestione del ciclo delle acque e dei rifiuti, ad esempio, possono ottenere risultati significativi solo attraverso la cooperazione diretta tra diverse comunità locali. ( di Dominique Gauzin-Müller ) L'approccio ambientale Quello ambientale è un approccio innovativo al costruire, sotto tutti gli aspetti, dalla formulazione delle richieste al progetto, dalla costruzione alla gestione dell'edificato. Tutti i soggetti sono coinvolti e hanno un obiettivo comune, quello della protezione dell'ambiente. Per arrivarci, molti utilizzano mezzi simili. Le pratiche variano tra le diverse nazioni e a seconda delle tipologie edilizie, passando da approcci empirici a metodologie di controllo delle prestazioni. (.) Cooperazione interdisciplinare Se si vogliono efficacemente introdurre le tematiche ambientali nel campo delle costruzioni, è necessario che tutte le discipline interessate convergano su obiettivi comuni. L'approccio globale interdisciplinare della "progettazione integrata" consente di razionalizzare tutti gli aspetti del progetto combinando metodologie tradizionali e innovative. Il comfort degli utenti, il rispetto dei luoghi, la gestione dell'acqua e dell'energia e il controllo dei costi sono tutti elementi che vengono tenuti in considerazione. L'inevitabile contrasto tra diverse priorità può essere risolto da una pragmatica pianificazione e dall'azione coordinata nel momento in cui committenti, architetti e contractor lavorano congiuntamente sin dall'inizio del processo. Oltre a limitare gli impatti sull'ambiente, questo approccio ha anche una dimensione sociale. L'utente può essere coinvolto tanto nella fase progettuale quanto in quella di costruzione. L'uso di materiali locali dà impulso alle economie regionali. Il design può favorire l'appropriazione dello spazio da parte degli utenti, rispondendo ai cambiamenti nella natura dei nuclei familiari, dei luoghi di lavoro e di formazione. ( di Dominique Gauzin-Müller )
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