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farmaci abbandonati perchè non danno guadagni
- Subject: farmaci abbandonati perchè non danno guadagni
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 25 Jun 2004 07:01:04 +0200
da corriere.it martedi 22 giugno 2004 Dalle infezioni alla pressione alta: tre esempi degli esperti del Mario Negri «Ecco i farmaci abbandonati perché non danno guadagni» L'unica cura contro la malattia del sonno è tenuta nel cassetto Se per la pressione alta uno dei farmaci più efficaci e a minor costo (l' Igroton, la molecola si chiama clortalidone ) sarebbe difficile da trovare (come scritto dal Corriere della Sera ), anche se l'azienda che lo produce non ha mai pensato di affossarlo, vi sono medicinali realmente abbandonati. O perché poco remunerativi o perché curano malattie del Terzo Mondo, diffuse in zone dove è difficile anche riuscire a pagarsi il cibo quotidiano. Spulciando tra vecchi prontuari del farmaco e lavori scientifici ormai datati ma non superati, si trovano numerosi esempi di medicine efficaci abbandonate. Tre, in particolare, danno un'idea dei perché e dei percome finiscono nel cassetto molecole sicure, che funzionano e che aiuterebbero anche a «raffreddare» la spesa sanitaria. La selezione, effettuata insieme agli esperti del «Mario Negri» di Bergamo, è caduta su un antibiotico (il cloramfenicolo ), su un antipertensivo (l' idralazina ) e sull'unico farmaco (l' eflornitina cloridrato ) in grado di curare la malattia del sonno, quella trasmessa dalla mosca tse-tse. L'ANTIBIOTICO - Il cloramfenicolo è un antibiotico isolato nel 1947 da un campione di terreno prelevato in Venezuela. Da allora è stato utilizzato con successo nel caso di infezioni gravi, resistenti ad altri trattamenti, quali la meningite, il tifo e la febbre tifoide. «Il cloramfenicolo - spiega Giuseppe Remuzzi, responsabile del Mario Negri di Bergamo - penetra rapidamente nelle cellule batteriche e le blocca. In passato era disponibile in commercio in diverse formulazioni per bocca o per iniezione. In particolare, il cloramfenicolo oleoso aveva il duplice vantaggio, per i medici, di essere poco costoso e di facile somministrazione». Che fine ha fatto? Nel 1995, l'industria farmaceutica Roussel Uclaf (che si sarebbe fusa con il gruppo Hoechst nel 1997, per formare Hmr ) ne bloccò la produzione. In un primo tempo, il farmaco fu trasferito in un laboratorio di Malta, grazie all'Associazione internazionale per lo sviluppo (Ida). E oggi il cloramfenicolo è disponibile solo in formulazioni per uso oculistico e la produzione non è più garantita a lungo termine, per mancanza di finanziamenti». ANTIPERTENSIVO - Un altro farmaco per la pressione alta efficace ma non più prodotto è l' idralazina , uno dei primi somministrabili per via orale ad essere immesso sul mercato. La sua azione? Determina un rilassamento della muscolatura liscia dei vasi sanguigni, la conseguente dilatazione abbassa la pressione. «All'inizio - spiega Remuzzi - questa molecola fu usata poco perché induceva tachicardia. Ma una volta compreso come controllare gli effetti secondari, l' idralazina fu utilizzata con notevole successo in combinazione con altri farmaci nella cura di forme gravi di ipertensione e nello scompenso cardiaco)». Nonostante l'efficacia e il basso costo, oggi il farmaco non è più in commercio in Italia. TSE-TSE - In forte recrudescenza, la malattia del sonno, trasmessa dalla mosca tse-tse, uccide ogni anno 150.000 persone, soprattutto in Africa. «Per curarla - dice Remuzzi - esiste un solo farmaco, l' eflornitina cloridrato (nome commerciale: Ornidyl ), messo a punto nel 1985 dall'industria americana Merell Dow . L' eflornitina blocca l' ornitina carbossilasi , enzima che ha un ruolo chiave nell'evoluzione della malattia. Questo farmaco è stato prima testato come antitumorale, poi usato nella cura della tripanosomiasi (la malattia del sonno) in aree dell'Africa occidentale. Si è visto che funzionava anche negli stadi avanzati dell'infezione. Era però venduta a peso d'oro, e dunque inaccessibile alle popolazioni più colpite. Alla fine la produzione di eflornitina è stata completamente sospesa, nel 1995, perché non remunerativa». FUORI BREVETTO - In questo caso non è solo il farmaco a essere «orfano» ma anche la malattia: non rara, non curabile, mortale, ma non interessante perché non riguarda la parte ricca del mondo. Se l'Aids non fosse stata la piaga che è per tutto il mondo, i farmaci per limitare i danni dell'Hiv sarebbero già in un cassetto: troppo costosi per essere pagati dalle popolazioni più colpite che sono anche le più povere. Commenta Remuzzi: «All'industria del farmaco vanno riconosciuti meriti e demeriti. Non può sottostare alle logiche del marketing. Deve mantenere alto il suo mandato etico. A volte, ricerche importanti non vengono fatte con farmaci fuori brevetto, perché poco remunerativi, ma solo con molecole nuove e per questo più costose. Mentre invece il vecchio potrebbe essere molto più efficace». Mario Pappagallo Gli esempi e le proposte I FARMACI POCO COSTOSI Le medicine finite nel cassetto perché troppo economiche prese ad esempio dagli esperti del «Mario Negri» sono due. Il cloramfenicolo è un antibiotico scoperto nel 1947 e fu utilizzato con esiti positivi per guarire infezioni gravi come il tifo, la meningite e la febbre tifoide. Nel 1995 l'industria farmaceutica Roussel Uclaf ne bloccò la produzione. L' idralazina è stata una delle prime medicine contro la pressione alta somministrata per via orale. Fu usata con grande successo per curare gravi forme di ipertensione, nello scompenso cardiaco e nelle crisi ipertensive. LA MEDICINA ANTI TSE-TSE L' eflornitina cloridrato , venduta commercialmente come Ornidyl , è l'unico farmaco esistente contro la malattia del sonno. Trasmessa dalla mosca tse-tse, ogni anno uccide 150 mila persone. All'inizio era venduta a prezzi esorbitanti, dunque inaccessibile alle popolazioni più colpite. La produzione è stata sospesa nel 1995. LA PROPOSTA Un consiglio: usare fondi pubblici dell'Unione Europea per le ricerche di confronto tra medicinali abbandonati o fuori brevetto e quelli nuovi. E' quanto si fa negli Stati Uniti. Un'idea lanciata al termine dell'incontro a Bergamo tra esperti del «Mario Negri» e del board scientifico dell' autorevole rivista «Lancet».
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