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il consumo critico della pubblica amministrazione
- Subject: il consumo critico della pubblica amministrazione
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 17 May 2004 07:15:45 +0200
da ecodellecittà giovedi 15 aprile 2004 Il consumo critico della Pubblica Amministrazione in Italia Riferimenti e links di Simone Ricotta La Pubblica Amministrazione, considerata in tutte le sue articolazioni centrali e locali, è il principale consumatore-utente italiano, visto che contribuisce con l'acquisto di beni, e l'affidamento di servizi, alla formazione del 17-18% del Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano. Quale ruolo di orientamento verso un mercato "più sostenibile" può svolgere una Pubblica Amministrazione che diventa consumatore consapevole e "critico" ? Gli Enti Locali, introducendo opportuni criteri di "preferibilità" negli appalti pubblici possono infatti spingere il sistema produttivo a competere per produzioni più eco-efficienti e più attente alle condizioni di lavoro e al rispetto dei diritti umani lungo tutta la filiera produttiva, e possono influenzare il cittadino verso scelte di consumo eco-sufficienti. La crescente attenzione della Pubblica Amministrazione verso gli aspetti sia ambientali (i cosiddetti "appalti verdi", Green Public Procurement - GPP) che etico-sociali degli approvvigionamenti può essere quindi accostata al concetto di "consumo critico", cioè al comportamento, sempre più diffuso tra le famiglie, orientato alla sobrietà degli stili di vita, attento al comportamento responsabile delle imprese, all'acquisto di prodotti ecologici e del commercio equo e solidale, alla finanza etica, al turismo responsabile, ai boicottaggi, agli acquisti di gruppo direttamente da produttori agricoli locali (Gruppi d'Acquisto Solidali - GAS), ecc. Non solo acquisti Con un ritmo in continua crescita negli ultimi anni, molti Enti Locali hanno avviato una serie di iniziative orientate ad un comportamento di acquisto, e non solo, più consapevole, come ad esempio: - mezzi di trasporto alimentati con carburanti alternativi (metano, GPL, ecc.); - carta ecologica dotata di marchi selettivi riconosciuti da organismi pubblici; - arredi per ufficio usati (Comune di Ferrara) o in legno certificato proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile (Consiglio Regionale della Toscana); - sistemi illuminanti e apparecchi per ufficio a ridotto consumo energetico; - prodotti biologici nelle mense scolastiche; - prodotti del commercio equo e solidale nella ristorazione pubblica (Comuni di Genova e Firenze); - uso di software libero (Province di Pisa, Lucca, Prato, Cremona, ecc.); - selezione dei fornitori di servizi finanziari (es.: tesoreria) secondo principi di eticità (Comune di Pavia); - non concessione di sponsorizzazioni e patrocini a manifestazioni che coinvolgono imprese responsabili della violazione di codici internazionali (Comune di Roma nel caso della Nestlè a Eurochocolate 2003 e Bimbinfiera 2004) Quando lo dice la legge Alcune disposizioni legislative italiane vigenti, anche se con livello di applicazione tutta da verificare, obbligano le Pubbliche Amministrazioni all 'acquisto di beni con determinate caratteristiche ambientali: D.Lgs. 22 del 1997: le pubbliche amministrazioni debbono acquistare una percentuale di carta riciclata pari almeno al 40% del totale; D.M. 27/03/1998: nel rinnovo annuale del parco autoveicolare, le Amministrazioni dello Stato, delle Regioni, degli enti locali e dei gestori di servizi pubblici devono acquistare il 30% nel 2001 (50% nel 2003) di veicoli a carburanti alternativi; L. 448 del 2001, finanziaria 2002: disposizioni alle pubbliche amministrazioni affinché almeno il 20% dei pneumatici necessari agli automezzi siano costituiti da pneumatici ricostruiti (art. 52, comma14); disposizioni per l'utilizzo nelle pubbliche amministrazioni di beni ottenuti con materiali riciclati; D.M. 203 08/05/2003: Norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo (dall'archivio di Eco dalle Città "Green Public Procurement") A comporre il quadro normativo si aggiungerà il recepimento italiano alle nuove direttive comunitarie sugli appalti pubblici, che stanno per essere pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea, e che prevedono, in linea con la giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, la possibilità di integrare esplicitamente considerazioni di carattere ambientale e sociale nelle varie fasi di un appalto pubblico (definizione delle specifiche tecniche dell'oggetto dell'appalto, selezione dei fornitori, criteri di aggiudicazione, esecuzione dell'appalto). Oltre le norme c'è di più Anche se non obbligati, molti Enti locali, soprattutto nel contesto dei processi di Agenda 21 Locale, hanno integrato volontariamente dei criteri di preferibilità ambientale nelle procedure di acquisizione di prodotti e servizi. Ecco un elenco, non certamente esaustivo: Provincia di Cremona: progetto LIFE-Ambiente GPPnet: la rete degli acquisti pubblici verdi (Vai al sito GPPnet) Provincia di Torino: progetto A.P.E. (Acquisti Pubblici Ecologici) (per maggiori informazioni sul progetto clicca qui) Provincia di Bologna: progetto multi-stakeholder "Acquisti verdi" nell' ambito di Agenda 21 Locale ( vai al progetto) Provincia di Lecco: Verde Comune Provincia di Reggio Emilia: le attività Provincia di Firenze: progetto "integrato" nell'ambito di Agenda 21 Locale della Provincia di Firenze, con il supporto tecnico di ARPAT ( vedi per ulteriori informazioni) Provincia di Genova: ha tradotto in italiano il manuale elaborato dall'OCSE "Acquisti verdi per le pubbliche amministrazioni". L'idea é quella di costituire un gruppo di lavoro interno all'Ente sui GPP e allargare il gruppo di lavoro alla partecipazione di altri Enti Pubblici della Provincia di Genova Comune di Ferrara: nell'ambito dei progetti dell'agenda 21 locale c'è un programma per l'attuazione di una politica di acquisti verdi Se ci fosse un manuale. Durante il convegno organizzato da ARPAT a "Terra Futura" ("Il ruolo degli acquisti pubblici per la sostenibilità ambientale e sociale", info: s.ricotta at arpat.toscana.it) sono state presentate due pubblicazioni utili a supportare le Pubbliche Amministrazioni nel concretizzare questa "buona pratica": - "Le forniture verdi in Italia" , a cura di Maurizio Fieschi, Ed. Il Sole 24 Ore; - "Manuale GPP", realizzato nell'ambito del progetto LIFE-Ambiente della Provincia di Cremona "GPPnet: la rete degli acquisti pubblici verdi". Oltre confine Ci sono città come Kolding e Copenhagen che da anni sperimentano appalti verdi. La conoscenza delle loro esperienze e le loro best practice può essere molto utile alle Amministrazioni che vogliono mettersi all'opera. Ecco che alcuni degli Enti pubblici italiani che hanno intrapreso iniziative in tema di acquisti sostenibili hanno aderito alla campagna europea "Procura+" promossa da ICLEI impegnandosi ad adottare un modello di implementazione e alcuni criteri d'acquisto condivisi a livello europeo. Gli aderenti alla campagna: Comuni di Ferrara e Sesto San Giovanni, Province di Cremona e Torino, ARPA Piemonte e ARPA Toscana. Partner italiano della campagna: Macroscopio S.p.A. (Milano)(vedi il sito della campagna). Alta replicabilità Gli obblighi a cui sono soggette le a utorità pubbliche, di osservare il sistema normativo vigente su tutto il territorio nazionale nel settore degli appalti pubblici, rende gli acquisti pubblici sostenibili una buona pratica ad "alta replicabilità": le esperienze maturate da un'Amministrazione possono infatti essere adattate, con relativa facilità, alle esigenze di altre Amministrazioni. I pionieri ci sono, i manuali anche,.con la debita formazione dei responsabili agli acquisti, il necessario coinvolgimento degli Amministratori e dei fornitori locali.perché aspettare!? Simone Ricotta collaboratore ARPAT e-mail: s.ricotta at arpat.toscana.it
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