il corpo e la chimica



il manifesto - 29 Aprile 2004

Corpo sensibile in ambiente troppo chimico

GABRIELLA ZIPOLI

Fragranze segrete, ma a volte letali

Il consumatore presume che i prodotti siano adeguatamente testati e sicuri,
ma ogni anno migliaia di nuove sostanze chimiche raggiungono il mercato,
senza dati pubblici disponibili sulla loro sicurezza tossicologica. Nei
prodotti per l'igiene e la cura personale vengono utilizzate più di 3.000
fragranze diverse: solo meno della metà sono state testate per effetti acuti
e per la sensibilizzazione e le allergie del derma. I test sono eseguiti
sulle singole materie prime e non riguardano le condizioni d'impiego reale
di più sostanze chimiche, che potrebbero produrre un effetto tossico
incrociato. Le formule dei composti sono considerate segreti commerciali: ai
produttori non è richiesto di elencare i vari ingredienti, che compaiono in
etichetta semplicemente come «fragranza»; il segreto può essere mantenuto
anche in caso di accertate allergie provocate da un prodotto profumato. Le
fragranze si accumulano nell'ambiente; nell'aria si decompongono e si
miscelano con altre sostanze inquinanti, formando nuovi composti che possono
essere più irritanti o allergenici della sostanza originale. I metodi di
trattamento delle acque di scarico non filtrano i composti delle fragranze,
che terminano nei fiumi e contaminano la catena alimentare.

(G. Z.)

Si diffonde una nuova malattia invalidante, legata ai mutamenti ambie
Corpo sensibile in ambiente troppo chimico
GABRIELLA ZIPOLI

Si diffonde una nuova malattia invalidante, legata ai mutamenti ambie

Corpo sensibile in ambiente troppo chimico

Dilagano negli Usa ma crescono anche in Italia (sono già 150, anche se
ufficialmente non riconosciuti) i casi di sindrome da «Sensibilità chimica
multipla»: in pratica, una grave allergia a un'infinità di sostanze chimiche
presenti nell'ambiente «moderno». E le mutue non pagano le cure

GABRIELLA ZIPOLI

Ha 46 anni, si chiama Donatella, è terapista della riabilitazione. Fino a
poco tempo fa aveva una vita normale, in una città dove la qualità della
vita è piuttosto alta nonostante l'inquinamento prodotto dal polo
petrolchimico. Eppure da qualche anno tutto è drasticamente cambiato:
Donatella non può aprire le finestre, non può sopportare il contatto con
l'acqua dell'acquedotto (per via del cloro), né toccare la carta; alla sua
tavola solo poca pasta biologica scondita e carne di coniglio, tacchino e
pollo. Non può usare i dentifrici in commercio, né creme per la pelle, anche
se la secchezza della cute in inverno le provoca dolorose lacerazioni; i
mobili nuovi devono essere fatti solo di vetro e di metallo e può utilizzare
solo materassi in cotone naturale; un vero problema trovare indumenti
«sopportabili», ed anche detersivi per la casa e per la biancheria. La sua
esistenza è la negazione quotidiana di tutto quello che ognuno di noi può
normalmente toccare, mangiare, bere, annusare, sfiorare, respirare: a
pensarci anche per pochi istanti, un vero inferno. Che per Donatella dura
dal marzo del 1992, quando si è risvegliata dall'anestesia per un intervento
chirurgico.

Impossibile lavorare

«A poco a poco mi è diventato impossibile lavorare perché la percezione
terribilmente intensa di qualsiasi odore mi impediva di stare a contatto con
persone profumate, o che solo facevano uso di lacche per capelli. Ogni
sostanza chimica inalata mi procurava orticaria, ogni contatto con fibre non
naturali mi scatenava una reazione allergica, ogni cosa che mangiavo mi
procurava vomito e diarrea», dice Donatella, che per anni non ha trovato uno
specialista in grado di riconoscere la patologia.

Da poco tempo è arrivata la diagnosi: si tratta della «Sensibilità chimica
multipla», una malattia invalidante e progressiva, e solo nel 2002 a
Donatella è stata finalmente riconosciuta l'invalidità civile al 75%. «Sono
già fortunata a non soffrire di sensibilità elettromagnetica, così almeno
posso lavorare al computer, telefonare e guardare la televisione».

E col computer ha rintracciato altre persone nelle stesse condizioni: 5
nella sua città (Ferrara), 150 in Italia, molte di più in Canada e Stati
uniti; attraverso il web e l'Associazione «Amica», di cui è vicepresidente
nazionale, l'instancabile Donatella ricerca le novità in campo diagnostico e
terapeutico, tiene in contatto i pazienti e si attiva per ottenere il
riconoscimento medico-legale di questa malattia che, va detto, è stata
scoperta negli Usa negli anni '50 ma è stata sempre discreditata
dall'industria chimica che la vede come una minaccia per i propri ingenti
profitti economici.

Che cosa c'entra l'industria chimica? La produzione globale delle sostanze
chimiche è passata da 1 milione di tonnellate all'anno del 1930 ai 400
milioni di tonnellate attuali. Non basta: nell'Unione europea sono state
registrate circa 100 mila sostanze sintetiche diverse, di cui solo 10 mila
sono commercializzate in volumi maggiori di 10 tonnellate, ed altre 20 mila
sono immesse sul mercato in quantità comprese tra 1 e 10 tonnellate. Questo
significa che la maggior parte dei prodotti chimici di sintesi viene
impiegata in piccole quantità, ma a quanto pare diventa un cocktail
micidiale per un numero sempre crescente di persone, che manifestano
irritazioni cutanee, congestioni, lacrimazione degli occhi, vertigini,
dolori articolari e problemi respiratori.

In breve, le sostanze chimiche danneggiano il fegato e il sistema
immunitario e sopprimono la mediazione cellulare che controlla il modo in
cui il corpo si protegge dagli agenti estranei; i sintomi si verificano in
risposta all'esposizione a molti composti chimicamente indipendenti e
presenti nell'ambiente in dosi anche di molto inferiori a quelle
riconosciute responsabili di effetti nocivi nella popolazione generale.

Un male occulto e mutevole

La sensibilità chimica multipla è quindi un male occulto e mutevole, che
spesso si scopre solo dopo anni di sofferenze; è una sorta di intossicazione
progressiva del corpo ai componenti chimici di sintesi: una contemporaneità
di più allergie, che si intensificano con l'andar del tempo e con la
conseguente maggiore esposizione dell'organismo ai fattori inquinanti.

Secondo l'americana Accademia nazionale delle scienze, 37 milioni di
cittadini statunitensi sono affetti da sensibilità chimica multipla
(Multiple Chemical Sensibility), e il meeting strategico dell'Organizzazione
mondiale della sanità (che si è svolto a Ginevra nel settembre 2000) sul
rapporto tra qualità dell'aria e salute ha stabilito che «fino a un miliardo
di persone, prevalentemente donne e bambini, sono esposte regolarmente a
livelli d'inquinamento dell'aria al chiuso che sono superiori anche di 100
volte ai valori indicati nelle direttive dell'Oms».

E l'allarme è partito proprio dagli Stati uniti, dove da diversi anni si
stanno diffondendo le associazioni di cittadini impegnate per il
riconoscimento dei diritti delle persone chimicamente sensibili e per i
malati ambientali. Si deve ricordare l'instancabile impegno di Irene
Wilkenfeld, una divulgatrice scientifica che, dopo aver subito
un'esposizione a chlordane (un insetticida a vasto spettro, tossico anche
per l'uomo) ha fatto della sua vita un impegno costante per mettere fine
alla presenza dei pesticidi all'interno delle scuole e per far cessare
(riuscendoci!) le spedizioni per posta di pubblicità commerciale contenente
campioni profumati.

Il male non ha risparmiato Irene Wilkenfeld, che si è spenta poche settimane
fa, ma che ha lasciato sia un'importante raccolta bibliografica di lavori
scientifici su questa nuova malattia, sia un importante insieme di
testimonianze di pazienti che, grazie alla sua denuncia civile, oggi sono
riconosciuti legalmente e ricevono adeguata assistenza negli Stati uniti.

La legislazione europea

Che cosa accade in Europa? Il Parlamento europeo ha in esame la nuova
legislazione sulla chimica, che dovrebbe tutelare l'ambiente e la
popolazione, evitando malattie e decessi conseguenti all'esposizione a
composti chimici tossici. La Commissione europea ha stimato che questa
proposta legislativa costerà all'industria chimica circa 200 milioni di euro
all'anno (per una durata di 11 anni): nonostante questo importo rappresenti
solo lo 0,04% del loro fatturato annuale, le industrie temono ripercussioni
negative sul business, e quindi hanno richiesto un'ulteriore valutazione
d'impatto. Ma questa sembra solo una inutile perdita di tempo, dato che sono
già molte le ricerche che evidenziano che l'innovazione verso sostanze
chimiche e beni di consumo più sicuri comporta enormi vantaggi sia in
termini di salute pubblica sia nei confronti dello sviluppo industriale.

Le elezioni di giugno per il rinnovo del parlamento europeo saranno
un'ottima occasione per ottenere un chiaro pronunciamento dei candidati: sul
sito www.chemicalreaction.org si trova il testo della proposta di legge ed
una richiesta di intervento, in merito alla sicurezza della chimica, che si
può indirizzare ai parlamentari.

In Italia chi si ammala di sensibilità chimica multipla si trova a vivere
come un «disabile invisibile», perché la sua malattia è sconosciuta e le sue
continue reazioni a sostanze, che dai più sono ritenute innocue, sono
vissute come socialmente inaccettabili. Mancano norme di tutela adeguate e
definite da linee-guida di tipo socio-sanitario.

Sono solo due i centri che si occupano di Mcs nel nostro paese: l'ospedale
civile di Brescia e il Policlinico Gemelli di Roma. I sintomi che questa
sindrome comporta potrebbero essere curati con farmaci prescrivibili dal
medico di base (se il paziente li sopporta, dato che in molti casi l'unico
rimedio è la terapia omeopatica) ma alcuni esami specifici possono essere
fatti soltanto all'estero. E allora il malato deve fare il prelievo di
sangue, inviarlo a proprie spese a Monaco di Baviera, pagare di tasca
propria le costosissime analisi, e mettersi pazientemente in attesa
dell'esito.

Il malato di Mcs vive una disabilità quattro volte più grave di qualsiasi
altra perché non ha alcuna assistenza medica specifica (in Italia la
malattia non è riconosciuta e non esistono centri adeguati per la diagnosi e
la cura), perché deve abbandonare il lavoro (per la presenza di prodotti
chimici, di detersivi e deodoranti ambientali, per il fumo passivo), perché
la sopravvivenza diventa difficile anche all'interno della propria
abitazione ed infine a causa dell'isolamento sociale (diventa infatti
impossibile accostarsi ad una persona che è stata dal parrucchiere, che
indossa panni lavati con un comunissimo detersivo, che ha fumato anche solo
un'ora prima...).

E' difficile dire quanti siano attualmente in Italia i malati di Mcs, ma è
facile prevedere che il loro numero sia destinato ad aumentare: per questo
l'associazione «Amica» propone una petizione per il riconoscimento
giuridico-sanitario della sensibilità chimica multipla (www.infoamica.org).
I nostri auguri per una vita migliore a Donatella e agli altri malati si
firmano lì.