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ecologia urbana le bonifiche
- Subject: ecologia urbana le bonifiche
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 8 Apr 2004 06:46:42 +0200
da bresciaoggi.it Domenica 4 Aprile 2004 L'allarme dal convegno su «Ecologia urbana applicata»: costi enormi e tempi lunghi per bonificare. E il Comune: venderemo alcuni immobili pubblici per recuperare fondi Caffaro, trent'anni per «vincere» i veleni Ma su 120 ettari stop alle coltivazioni. E a Chiesanuova? Brunelli: inquinamento a «chiazze» di Pietro Gorlani Dovranno passare almeno trent'anni perché la ferita impartita a Brescia dalla Caffaro possa rimarginarsi. Il professor Virginio Bettini, responsabile scientifico del convegno internazionale di «Ecologia urbana applicata» chiusosi ieri mattina ad Ingegneria, non usa mezzi termini nel tracciare il futuro dei 170 ettari inquinati per decenni da pcb, una sostanza usata negli anni scorsi nei trasformatori di impianti di raffredamento. Gli agricoltori proprietari dei 120 ettari di terreno agricolo a valle della Caffaro «si dovranno mettere il cuore in pace», - taglia corto il professore -: «non potranno mai più coltivare nulla in quei terreni, che potranno solo essere venduti». Per l'assessore all'Ecologia del comune di Brescia, Ettore Brunelli, per la zona in questione si prospettano ben poche alternative ad un «parco verde protetto» chiuso alla cittadinanza. Anche perché oltre, al problema dei tempi di bonifica, affiorerebbe anche quello dei costi: chi pagherebbe per la bonifica dell'area? Se la responsabile legale dell'Unione Agricoltori Eleonora Cotelli anticipa che «i danni verranno chiesti ai responsabili, ovvero alla Caffaro», Brunelli spiega che per bonificare il campo sportivo Calvesi, il parco Gavia e un pezzo di pista ciclabile lungo il Mella non bastano di certo gli 800 mila euro concessi dalla Regione; il comune di Brescia, impossibilitato ad accendere altri mutui per problemi di bilancio, «potrebbe vedersi costretto a vendere qualche gioiello di famiglia», per racimolare i soldi necessari alla bonifica. Una sorta di «cartolarizzazione alla Tremonti» con vendita di immobili, per provvedere alla salute dei cittadini però, non per ragioni di bilancio. Sono solo alcune delle importanti novità emerse nel corso della tavola rotonda di ieri mattina, sapientemente orchestrata dal giornalista di «La Repubblica», Roberto Bianchin: presenti diversi rappresentanti delle istituzioni ma non il funzionario del ministero dell'Ambiente e alcun dirigente della «Caffaro». Pcb a Chiesanuova. Recentissime analisi dell'Arpa hanno evidenziato la presenza di pcb anche nel quartiere di Chiesanuova, con punte massime - in certe zone - di 2 mila microgrammi per ogni chilo di terreno, quando la legge 471/99 stabilisce la soglia di 1 microgrammo. L'assessore Brunelli invita alla prudenza e a non creare precoci allarmismi: «Innanzi tutto è un inquinamento a "macchia di leopardo", che non coinvolge tutto il quartiere ma solo sue determinate porzioni; in secondo luogo il livello di pcb è molto variabile. Ad ogni modo entro fine maggio avremo un quadro completo della situazione, prerogativa indispensabile prima di emettere qualsiasi tipo di ordinanza, che porta con sé notevoli disagi psicologici e sociali per i residenti». Il valore delle abitazioni, infatti, si dimezzerebbe immediatamente ricorda Brunelli. A maggio si avranno i risultati delle accurate analisi ematiche cui l'Asl ha sottoposto diversi residenti, e la risposta dell'Arpa in merito alla presenza o meno di diossina. Quale bonifica? Tempi e costi. Se la bonifica delle rogge spetta alla Caffaro, così come ha decretato il Tar e se per i 120 ettari di terreno agricolo si pensa ad un «parco verde protetto», rimane da capire quali interventi di bonifica adottare sulle aree pubbliche (aree verdi, parchi, piste ciclabili) e residenziali (orti, giardini), che sono tra le priorità del comune. Per Nicola di Nuzzo, della dirigente dell'assessorato Servizi di Pubblica Utilità della Regione, «è difficile per il terreno decorticato da queste aree pensare ad un destino diverso dall'inceneritore o dalla discarica». Ma sono solo due, in Italia, le discariche adibite a ricevere «terra al pcb», e l'incenerimento ha costi improponibili: 0,80euro/chilo, «tanto quanto un litro di diesel». Il professor Bettini inoltre, ricorda il caso Bloomington (Usa): dopo dieci anni di studi i cittadini si opposero con un referendum all'incenerimento del terreno. Non si può nemmeno continuare con la fase di studio, ricorda Brunelli: il comune ha già speso un milione di euro, più altri due arrivati dal Ministero per la caratterizzazione dei siti, mentre sono in arrivo 800 mila euro dalla Regione. Per l'autunno dovrebbe essere pronto il progetto Life (1,2milioni di euro) cofinanziato dalla Ue, e caratterizzato da diverse tipologie di bonifica. Un coro di «no» al rimescolamento del terreno «avvelenato» con terreno sano. Le bonifiche non potranno ad ogni modo riportare il livello di Pcb al di sotto del valore di legge (un microgrammo) ma dovrà essere stabilita una soglia più alta che non metta in pericolo la salute dei cittadini (negli Usa è di 200microgrammi). I terreni agricoli. Chi pagherà i 120 ettari di terreno agricolo inutilizzabili dalle sei aziende agricole che li lavorano? E' forse il problema principale, sollevato dall'Unione Agricoltori. Il prezzo del terreno agricolo bresciano è di 40mila euro/ al piò. Liquidare tutta l'area costerebbe come minimo 16 milioni di euro. Chi metterà mano al portafogli? D'altronde non è nemmeno possibile coltivare pioppelle per biomassa perché vige il divieto assoluto di entrare nel campo con le macchine agricole per l'innalzamento delle polveri. «Gli agricoltori - precisa la Cotelli - sono comunque disposti a concedere i terreni per esperimenti alternativi».
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