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da e-gazete.org

acqua e suolo

ACQUA DAL RUBINETTO SEMPRE PIU' BUONA: GIRO DI VITE PER ARSENICO E PIOMBO

Roma, 12 gennaio - L'acqua del rubinetto diventa più sicura. Dal 26 dicembre
sono entrati in vigore limiti più severi accompagnati da maxi-multe per
sostanze a rischio come l'arsenico e il piombo, i bromati, il boro e per i
composti radioattivi. I livelli di piombo saranno dimezzati dagli attuali 50
a 25 microgrammi per litro e l'arsenico dovrà scendere da 50 a 10
microgrammi/litro (nell'acqua minerale invece il limite rimane a 50) e le
eventuali violazioni saranno punite con sanzioni fino a 10 mila euro. Con il
giro di vite, scattato in base a una direttiva europea, l'acqua di casa
dovrebbe anche diventare più buona: le nuove regole impongono infatti una
riduzione delle sostanze a base di cloro utilizzate per la disinfezione con
il risultato di migliorare il gusto dell'acqua del rubinetto, limitando i
possibili odori e sapori dovuti a un eccesso di clorazione. Soprattutto, le
nuove norme porteranno a una vera rivoluzione per le aziende
acquedottistiche, ma anche per gli amministratori condominiali, gli
albergatori e le altre strutture ricettive che diventano responsabili della
qualità dell'acqua che sgorga dai rubinetti. E non sono esclusi aumenti
delle tariffe dell'acqua per far fronte agli investimenti necessari e delle
spese condominiali per mettere in regola le tubature. I trattamenti per
rimuovere le varie sostanze indesiderabili sono infatti vari e costosi e in
alcune zone molto complicati a causa della composizione stessa delle acque.
Diverse regioni tra cui Toscana, Sicilia, Lombardia e Campania, hanno già
richiesto deroghe proprio per la difficoltà a rispettare i nuovi limiti. Ma
è sui condomini che pende una vera e propria spada di Damocle. Il decreto
legislativo 31/2001 che recepisce la direttiva Ue, stabilisce che i nuovi
parametri siano rispettati in arrivo al contatore dell'edificio, ma anche
"nel punto in cui l'acqua fuoriesce dal rubinetto". Cioè nelle case. Ad
assicurare il rispetto della legge dovrebbero essere gli amministratori ma
anche i condomini stessi che rischiano multe colossali, fino a 10.329 euro
se l'acqua è fuorilegge. Certo, il decreto prevede qualche anno di tempo, ma
restano il problema dell'aumento delle spese condominiali per mettere in
regola le tubature e il rebus dei controlli e delle responsabilità. A
lanciare l'allarme è l'Unione Consumatori che mette in guardia sulle
difficoltà ad applicare le nuove norme, in particolare per il piombo. Molti
tubi soprattutto nelle vecchie case sono infatti ancora realizzati con
questo metallo e così, rileva l'associazione, "uno dei parametri che
potrebbe facilmente saltare al punto di uscita del rubinetto è proprio il
piombo, specialmente nel caso delle acque leggere che sono più corrosive".
Per legge, comunque, saranno le aziende a dover garantire in prima battuta
che l'acqua sia doc: le Asl dovranno attivarsi per spingere le società
acquedottistiche a prendere le misure adeguate al rispetto del parametri.
"Fortunatamente i nuovi limiti sono progressivi per dare la possibilità di
modificare i sistemi di potabilizzazione. Ma per il piombo c'è il delicato
problema delle tubature" sottolinea Renato Drusiani, direttore di
Federgasacqua che non esclude qualche rialzo delle tariffe "laddove saranno
necessari investimenti consistenti". Quanto? Per l'associazione cui fanno
capo circa 300 aziende di servizio pubblico e che serve circa i due terzi
della popolazione italiana, sono possibili "prezzi più alti per finanziare
gli interventi imposti dalla legge". - Si va da zero a cifre anche
considerevoli soprattutto per l'arsenico "che potrebbe costringere le
aziende a captare acqua in punti diversi". È il caso, ad esempio, di zone
della bassa Lombardia e del 10% circa delle realtà italiane. Gli esperti
parlano di situazione a macchia di leopardo, ma sostanzialmente non troppo
problematica. "Ci sono parametri di difficile raggiungimento e per questo
alcune regioni hanno chiesto proproghe. La maggior parte delle aziende
Federgasacqua, però, è in regola. La maggior parte dei nostri aderenti sarà
in grado di rispettare i nuovi livelli" assicura il presidente
dell'associazione Andrea Lolli. Soprattutto, per i consumatori si prospetta
"un'acqua ancora più doc" dice Lolli. I nuovi e severi limiti sono infatti
un aggiornamento della lista di sostanze che possono in qualche modo
danneggiare la salute, alla luce dei progressi della ricerca scientifica e
tossicologica, in particolare delle novità dell'Organizzazione Mondiale
della Sanità. L'Italia inoltre ha ulteriormente migliorato le regole
previste da Bruxelles, introducendo limiti anche per i cloriti e anticipando
così un orientamento "che probabilmente ci sarà a livello europeo" spiega
Drusiani. Per altre sostanze si è scelta la strada della derubricazione,
inserendole non più fra quelle nel mirino, ma fra quelle da tenere in
considerazione e da disciplinare a livello locale: è il caso del magnesio
(che può produrre come unico effetto le incrostazioni) e del ferro,
contenuto naturalmente nell'acqua e che può danneggiare la biancheria. Il
decreto riabilita inoltre i fosfati, ma inserisce il parametro di
radioattività, con un limite massimo da non superare. In particolare,
sottolinea Drusiani, l'aspetto rivoluzionario della normativa è che la
qualità dell'acqua che prima andava provata a livello di punto di consegna,
cioè in ingresso nel condomini, adesso andrà verificata all'uscita, cioè al
rubinetto dell'utente. "Andrà dunque verificata tutta la struttura dei
condomini, soprattutto sul parametro del piombo nelle abitazioni più
vecchie. E potrebbe essere necessario sostituire le rubinetterie ad alto
contenuto di piombo" afferma l'esperto. "La prima soglia con i nuovi limiti
scattati il 26 dicembre non è drammatica, ma nel giro di una decina di anni
tutti i condomini dovranno mettersi in regola e fare le verifiche. E
questa - conclude - è una pagina ancora tutta da scrivere". L'acqua potabile
è protetta in Italia da leggi severissime, il DPR n. 236/1988 e i decreti
legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, che discendono da Direttive europee che
hanno imposto dei requisiti molto rigorosi. L'acqua, per essere potabile,
non solo non deve "contenere microrganismi e parassiti, nè altre sostanze,
in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo
per la salute umana", ma non deve superare neanche determinati valori
massimi di sostanze non propriamente nocive per la salute. Per altre
sostanze e caratteristiche, inoltre, la legge prevede dei "parametri
indicatori" il cui superamento pur non determinando necessariamente la non
potabilità" dell'acqua, impone una valutazione rimessa alle autorità
sanitarie (le ASL), le quali potranno disporre "che vengano presi
provvedimenti intesi a ripristinare la qualità dell'acqua". Così, se il
ferro supera il valore di 200 microgrammi per litro (un microgrammo è un
milionesimo di grammo) o il manganese 50 microgrammi, le autorità sanitarie
potranno ordinare all'azienda che gestisce l'acquedotto di predisporre
trattamenti per abbassare tali valori. Ferro e manganese non sono nocivi
alla salute anche se superano un po' i valori prescritti, anzi possono
essere utili all'organismo, ma siccome l'acqua potabile viene utilizzata da
tutti i consumatori senza che essi abbiano la possibilità di scegliere
l'acqua che esce dal rubinetto, la legge ha previsto dei limiti di
intervento per cercare di accontentare ogni gusto ed esigenza. Vi sono
invece sostanze per le quali sono prescritti valori massimi che non possono
essere assolutamente superati, altrimenti l'acqua è dichiarata non potabile.
Si tratta di sostanze nocive o indesiderabili e i valori massimi consentiti
sono bassissimi e del tutto precauzionali. Le sostanze off limits sono
arsenico, benzene, benzo (a) pirene, boro, cadmio, cloro, cromo, cianuro,
fluoruro, mercurio, nichel, nitrati, nitriti, piombo, selenio e vanadio.