elettricità ed innovazione



da cunegonda.it
dicembre 2003

"Living Innovation". Uno schiaffo a Kyoto
 E' una cosa un po' strana a dirsi, ma usare l'energia elettrica inquina
esattamente allo stesso modo di un motore a scoppio, e questo perché l'
elettricità nel nostro paese viene generata quasi completamente attraverso
centrali termoelettriche, ovvero centrali dove si bruciano carburanti
fossili. Anche la lampadina del nostro lampadario, il nostro televisore, il
tostapane, lo scaldabagno e tutto il resto dell'armamentario
elettrodomestico delle nostre case produce l'immediata combustione di
idrocarburi. La conseguenza è l'aumento di emissioni inquinanti, e in
particolare di CO2, il gas serra che è il principale agente del
riscaldamento globale. Ma i responsabili siamo noi.

La convenzione di Kyoto, discussa recentemente a Milano nell'ambito del
COP9, prevede un impegno di tutti i paesi affinché si riducano del 50% le
emissioni di gas serra in atmosfera. E come farlo? Prima che nuove
tecnologie mettano a disposizione di tutti fonti di energia pulite e
veramente sostenibili a livello planetario, l'unica cosa che è in nostro
potere fare per ridurre i danni da emissioni di CO2 è quella di ridurre le
emissioni dannose. Ridurre le emissioni non è difficile, e lo si può fare
attraverso moltissime azioni, da parte di tutti, cittadini e istituzioni:
dalla rinuncia a utilizzare l'auto privata agli investimenti in energie
rinnovabili come il solare e l'eolico, dall'impegno delle imprese a
razionalizzare i consumi di energia, alla predisposizione in ogni città di
efficienti reti di mobilità alternativa. Uno di questi tanti modi è anche la
riduzione dei consumi elettrici, ad esempio partendo dall'installazione di
lampadine elettroniche.

Il mercato è poco sensibile a Kyoto, e questo lo sappiamo, lo vediamo da
anni perché abbiamo assistito alla elettrificazione forzata di moltissimi
gesti quotidiani che potrebbero essere svolti senza ricorrere all'energia
elettrica: per farsi la barba c'è il rasoio elettrico, per lavarsi i denti
lo spazzolino elettrico, e così via per asciugarsi i capelli, per diffondere
profumi o insetticidi, per bollire l'acqua, per fare ginnastica, per
impastare, per tenere un elettrodomestico in "stand by" invece che spento, e
così via.

Il legame tra elettricità e gesti quotidiani che da sempre sono stati svolti
senza elettricità viene giustificato dalla necessità di eliminare o
diminuire la fatica per il compimento di questi stessi atti, secondo i
dettami della cosidetta filosofia del "Living Innovation", e questa
argomentazione non è completamente sbagliata. Molti di noi ormai farebbero
fatica a immaginare la nostra vita senza lavatrice, computer o frullatore.
Ma è anche vero che con le tecnologie attuali si potrebbero elettrificare
tutti o quasi tutti gli oggetti con i quali compiamo la maggiorparte dei
gesti quotidiani, quindi il vero problema risiede nel trovare un discrimine
tra ciò per cui vale la pena proporre un prodotto elettrico, e ciò per cui
non vale la pena. Tenendo conto che la convenzione di Kyoto ci impone un
impegno concreto alla riduzione dei consumi, questo discrimine dovrebbe
essere molto chiaro.

Questo discrimine invece non esiste perché le imprese puntano al profitto e
producono ogni tipo di oggetto elettrico, quindi la responsabilità è nostra,
la responsabilità finale appartiene ai consumatori che si devono incaricare
in prima persona di intervenire nei rapporti di offerta e di richiesta di
beni, e lo possiamo fare da domani stesso annullando la richiesta, cioè
lasciando sugli scaffali prodotti elettrici che vi sembrano inutili. Perché
siamo anche noi cittadini a essere parte attiva negli obiettivi di riduzione
delle emissioni stabiliti dalla convenzione di Kyoto.

Non vogliamo dire cosa non comprare e cosa invece comprare, l'elenco sarebbe
troppo lungo, ognuno di noi è libero di scegliere secondo la sua coscienza,
scegliendo di tornare a fare manualmente ciò che ora compie in modo
elettrificato. Ma ogni anno durante il periodo natalizio le imprese -
approfittando della nevrosi compulsiva da pacco dono - lanciano sul mercato
una serie di oggetti surreali e assurdi, oggetti che si possono veramente
definire "annunciatori dell'Apocalisse", oggetti di cui veramente stentiamo
a capirne i vantaggi reali, se non quelli relativi ai profitti aziendali.

Cunegonda Italia pertanto invita tutti i consumatori a rifiutare l'offerta
natalizia di questi prodotti illogici, strampalati e insensati, e quindi a
non acquistarli. Questa è la nostra lista nera:


Le Scalducce: le pantofole elettriche;
La spazzola per capelli rotativa;
Il pelaverdure elettrico;
Le grattugie elettriche;
Il Caldo Panni Caldo Bagno De Longhi;
I vari panettieri elettrici;
La Pastamore De Longhi, la pentola elettrica che scola la pasta;
La caffettiera elettrica con il timer;
Si scrive "Living Innovation", si legge spreco immotivato di risorse
naturali. Decidete voi a quale di questi oggetti dare l'oscar dell'
inutilità, ma soprattutto non comprateli. Ci guadagna il vostro portafoglio
e il senso di coerenza di un paese che si dice convintamene impegnato a
rispettare i requisiti del protocollo di Kyoto.

[Redazione Cunegonda Italia]