[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
inceneritore brescia in mora
- Subject: inceneritore brescia in mora
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 29 Jan 2004 06:42:59 +0100
da bresciaoggi Venerdì 16 Gennaio 2004 Terza linea nel mirino dopo l'esposto dei comitati ambientalisti. Contestate tre possibili infrazioni, chieste spiegazioni al governo L'Ue mette in mora l'inceneritore Replica l'Asm: «Mancava il sì della Provincia, ma dal 19 dicembre c'è» di Tiziano Zubani Brescia ancora al centro dell'attenzione della Commissione europea. Dopo l' avvio della procedura d'infrazione per l'autostrada della Valtrompia, ora arriva la messa in mora per la terza linea dell'inceneritore. Questa è la conseguenza di un esposto presentato dai Cittadini per il riciclaggio e dal Comitato ambiente e firmato da Marino Ruzzenenti. Nei giorni scorsi da Bruxelles è arrivata a Ruzzenenti una missiva che lo informava: «La Commissione ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora in relativa alla costruzione dell'inceneritore Asm di Brescia». Sono tre i punti contestati: l'aver stabilito che la terza linea può operare in regime autorizzativo semplificato; non c'è stata, prima dell' autorizzazione della costruzione, una valutazione d'impatto ambientale; non è stata esposta la domanda di autorizzazione all'esercizio della terza linea per il periodo adeguato così da consentire le osservazioni da parte della popolazione. Sulla base di queste possibili infrazioni, la Commissione europea chiede che il Governo italiano spieghi le scelte compiute. «Una scelta rilevante - commenta Ruzzenenti - perché riguarda il più grande inceneritore d'Europa, proposto in giro per l'Italia come un modello da imitare, in particolare la terza linea destinata a bruciare 250.000 tonnellate di rifiuti speciali in aggiunta alle due linee già in funzione per rifiuti urbani e speciali per un totale di 750.000 tonnellate anno, oltre 2.000 tonnellate giorno. Teniamo presente che neppure le precedenti due linee sono state sottoposte a valutazione di impatto ambientale, sfruttando le more del recepimento della Direttiva europea». Prosegue: «Lo Stato italiano avrà due mesi di tempo per presentare le propri e osservazioni. Se l'Italia dovesse continuare a non ottemperare ai propri obblighi e se la Commissione non dovesse modificare il proprio punto di vista a seguito delle osservazioni trasmesse dallo Stato membro in risposta alla lettera di messa in mora, la Commissione emetterà un parere motivato al quale lo Stato membro dovrà conformarsi entro un determinato termine. Se l'Italia non dovesse conformarsi al parere motivato, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia». Aggiunge Celestino Panizza: «Noi chiediamo di sospendere qualsiasi attività per la terza linea e si riapra la discussione se abbia senso bruciare i rifiuti provenienti da fuori provincia "per fare bei soldini". Brescia rischia di diventare la pattumiera d'Italia». Giuseppe Dalola, del Comitato ambiente, chiede si faccia una seria politica per la riduzione dei rifiuti, non una nuova linea di inceneritore ed Enrico Zecca sottolinea: «Il recupero energetico che si fa oscilla tra il 25% e il 16. È basso e ciò rende l'impianto un assurdo economico ed ecologico». In Comune la notizia non agita molto. L'assessore all'ecologia Ettore Brunelli non sapeva della messa in mora, ma conosceva alcuni passi precedenti. «A ottobre il Governo ha chiesto a Regione e Comune la documentazione sulla vicenda. Secondo la Regione, che ha gestito la partita, non c'era bisogno di valutazione di impatto ambientale. La nostra preoccupazione, come Comune, è stata quella di fissare i criteri ambientali dell'impianto, ma le regole non le abbiamo fissate noi. Se l'azienda avesse dovuto seguire quella prassi e non l'avesse fatta, saremmo i primi a tirare le orecchie ai responsabili, visto che per noi era scontato che facessero tutto il necessario. Ma se Regione e Provincia non l'hanno chiesto, probabilmente questo non era necessario». L'azienda di via Lamarmora dà una lettura totalmente diversa di questo documento. «Questa messa in mora da parte della Commissione europea - sostengono all'Asm - è in sostanza un sollecito al Governo Italiano per il ritardo nella trasmissione di documenti. O meglio, quando sono stati trasmessi mancava un'autorizzazione della Provincia di Brescia. La Provincia, che ora ha autorizzato l'impianto, riteneva indispensabile distinguere nelle vasche la parte per i rifiuti da quella delle biomasse. Ora è stato fatto il muro di separazione e con questo la provincia ha rimosso la sua opposizione. Il 19 dicembre è è stata ufficialmente comunicata all'Azienda l'autorizzazione e ora tutto l'incartamento è stato consegnato al Governo». - L' IMPIANTO Tre linee per i rifiuti e le biomasse La combustione produce energia elettrica e calore da teleriscaldamento Il Termoutilizzatore è una centrale di produzione combinata di energia elettrica ed energia termica che ha per obiettivo il trattamento ed il recupero energetico dei rifiuti non utilmente riciclabili come materiali. L'impianto era composto originariamente da due unità di combustione collegate ad un gruppo turbina a vapore di potenza efficiente lorda pari a 58 Mwe e 102 MWt; ora è partita una terza linea destinata esclusivamente al recupero energetico di biomasse. Oltre alla produzione di energia elettrica, come avviene in molti impianti analoghi, si recupera l'energia termica, che nelle centrali tradizionali viene dispersa nell'ambiente, energia termica immessa nella rete di teleriscaldamento della città. Secondo la nota dell'azienda: «I rifiuti urbani sono un combustibile alternativo e contribuiscono anche alla riduzione dell'impatto ambientale causato dal ciclo di approvvigionamento dei combustibili fossili tradizionali, comprendente le fasi di estrazione, raffinazione e trasporto. Il Termoutilizzatore agisce a tutti gli effetti come un "depuratore dei rifiuti" in quanto elimina le componenti organiche, produce scorie inerti grazie alla combustione e concentra i composti inorganici pericolosi (metalli pesanti) nelle polveri residue dell'impianto di depurazione fumi. Le sostanze metalliche ferrose, che il processo di combustione non può distruggere, vengono separate da un apposito impianto. In particolare, il Termoutilizzatore - rispetto allo smaltimento dei rifiuti in discarica ed alla produzione separata delle medesime quantità di energia elettrica (in impianti termoelettrici ad olio combustibile) e di calore (in caldaie condominiali a metano) - consente di ridurre le emissioni in atmosfera. Il Termoutilizzatore è stato progettato e costruito utilizzando tecnologie avanzate e largamente sperimentate nel mondo con il risultato del contenimento delle emissioni ad un livello molto inferiore a quanto stabilito dalle normative vigente in materia». Nel maggio del 1997 il Comune di Brescia ha istituito l'Osservatorio sul Termoutilizzatore composto da esperti scientifici dell'Università, da rappresentanti di Asl ed Arpa, Regione, Provincia, Comune, Organizzazioni Sindacali, Circoscrizioni delle zone vicino al Termoutilizzatore ed Associazioni ambientaliste. da brescia oggi 11 novembre 2003 Venerdì 21 Novembre 2003 Terza linea, faccia a faccia contestatori e Asm Ruzzenenti e Capra: duello con scintille sul termoutilizzatore É iniziato il countdown per l'apertura della terza linea dell'inceneritore. Ma durante il confronto pubblico sul tema l'altra sera alla cascina Parco Gallo tra il presidente dell'Asm Renzo Capra e il leader del movimento Cittadini per il riciclaggio Marino Ruzzenenti si è levata più di una voce di protesta. Soprattutto da parte di chi abita nel quartiere e l'inceneritore non lo vuole, figuriamoci potenziato. L'ultima fase di ampliamento dell'impianto di cogenerazione dovrebbe essere pronta a dicembre, ma l'avvio effettivo sarà solo verso la metà del 2004. «Dopo l'apertura ci saranno cinque o sei mesi di prova - ha spiegato Capra nel suo intervento a difesa della Terza Linea, che secondo il presidente Asm si è resa necessaria per assicurare l'energia ai paesi dell'hinterland che saranno serviti dal teleriscaldamento - poi faremo un doppio collaudo, nostro e della Provincia. Con la terza linea a regime la produzione di energia passerà a 150 megawatt termici e 70 megawatt elettrici, ma le scorie prodotte non aumenteranno proporzionalmente: la delibera del Comune di Brescia del 30 gennaio 2002 infatti ci ha imposto che la nuova linea bruci solo biomasse e inoltre nei prossimi anni convertiremo a metano le altre centrali di Lamarmora». Più o meno la stessa versione dall'assessore all'Ambiente del Comune, Ettore Brunelli, presente anche lui all'incontro e forte di uno studio del sistema energetico della città che ha dimostrato che l'entrata in funzione della terza linea non provocherà alcun peggioramento dell'aria, sia perché brucia biomasse, sia perché verranno chiuse o rinnovate altre centrali dell'Asm. Tutte bugie, secondo Marino Ruzzenenti. Il leader degli oppositori all'inceneritore non solo ha criticato l'uso del termine biomasse, per quelle che invece secondo altri studi sarebbero da considerare rifiuti pericolosi. Ma ha portato a testimonianza delle sue tesi anche il parere espresso durante l'incontro dal direttore dell'Arpa di Brescia Luigi Filini. Questi in realtà dell'inceneritore non parla che bene, sottolineando l'ottimo sistema di abbattimento delle polveri e l'oculata gestione, lasciando aperto un solo dubbio sull'eccessivo uso di ammoniaca per ridurre la presenza di ossido di azoto nei fumi. «Le biomasse bruciate già adesso dalle prime due linee, e nei prossimi mesi anche dalla terza, non sono come dice la legge scarti vegetali non trattati, ma perlopiù scarti di cartiera pieni di cloro e plastica - ha affermato Ruzzenenti, che sul tema ha appena finito di scrivere un libro di prossima pubblicazione -. Cloro e ammoniaca in grandi dosi bruciando danno origine al cloruro d'ammonio, una delle polveri più sottili che di per se non è pericolosa, ma sfugge ai filtri dell'inceneritore e respirata fissa nei polmoni sostanze come il Pcb». I Cittadini per il riciclaggio e il Comitato ambiente città di Brescia per fermare l'inceneritore si sono rivolti all'Unione Europea, denunciando la mancanza di una valutazione di impatto ambientale per l'intera struttura, che invece sarebbe necessaria. Ma la tensione tra gli abitanti della zona serpeggia. E il dubbio sull'inceneritore resta e c'è chi non ne chiede la chiusura ma di tornare a bruciare le 266 mila tonnellate di rifiuti l'anno come in passato era stato richiesto con un ricorso (bocciato) al Tar. Matteo Asti
- Prev by Date: come e dove farsi un paradiso - fiscale -
- Next by Date: fondazioni bancarie e gestione della finanza
- Previous by thread: come e dove farsi un paradiso - fiscale -
- Next by thread: fondazioni bancarie e gestione della finanza
- Indice: