auto condivisa, conviene ?



da cunegonda.org
dicembre 2003


Car sharing. Conviene?

In un momento come quello attuale, nel quale l'industria automobilistica
italiana attraversa una crisi senza precedenti, potrà forse sembrare
inopportuno dare risalto ad iniziative che sono mirate alla riduzione del
numero delle automobili circolanti, ma la mobilità sostenibile non può che
essere un tema caro al movimento di critica del consumo Cunegonda. In
effetti, una delle scelte strategiche che la Fiat potrebbe compiere oggi
sarebbe proprio quella di rivoluzionare il mercato della mobilità proponendo
prodotti a emissioni zero e soprattutto sicuri. Invece continua a produrre
veicoli inquinanti, di vecchia concezione, e pericolosi per chi li guida.
Chi ne fa le spese sono naturalmente i consumatori, e qui non si paga solo
in denaro - ogni anno in media una famiglia spende dai 4000 ai 7000 euro per
i costi di gestione del parco auto familiare - ma anche con la vita. Ogni
anno, infatti, è come se sparisse un paese di 12000 abitanti se contiamo i
decessi dovuti sia a incidenti stradali che a patologie dovute all'
inquinamento da traffico (fonte OMS e Legambiente). Ben vengano quindi
iniziative che si propongono l'obiettivo di riportare l'oggetto automobile
entro i confini di un utilizzo ecologicamente compatibile e in definitiva
più razionale. Una di queste iniziative è il car sharing (auto in
condivisione).
Il car sharing è un servizio innovativo di mobilità sostenibile che consente
a più utenti di condividere autoveicoli di diverse tipologie, ottimizzando i
costi di gestione per i propri spostamenti. In Europa (ma non ancora in
Italia) il car sharing è un servizio ormai affermato. Le diverse esperienze
nazionali sono federate nell'ECS, European Car sharing. Nato a Berlino alla
fine degli anni Ottanta. Si è diffuso in Germania e attualmente è utilizzato
da 40.000 cittadini tedeschi con 1.800 veicoli in 800 aree di parcheggio.
Solo in Svizzera il car sharing conta 20.000 iscritti ed è stato promosso
dal governo perché contribuisce a ridurre le emissioni di anidride
carbonica. In questa nazione l'obiettivo è di coinvolgere 250.000 cittadini
con una riduzione del 2% dei consumi energetici totali per il trasporto dei
passeggeri.  Il car sharing, già sperimentato in molte altre città europee,
consente di fare a meno del proprio veicolo e di utilizzare in qualsiasi ora
del giorno ed in qualsiasi giorno dell'anno un'auto di proprietà collettiva.
E' sufficiente acquistare una tessera elettronica per noleggiare ad ore un'
autovettura, circolare liberamente nelle zone a traffico limitato e sulle
corsie preferenziali degli autobus e parcheggiare gratuitamente nelle zone a
sosta tariffata. Il car sharing consente al cittadino di eliminare tutte le
problematiche connesse all'auto di proprietà (acquisto, riparazioni, furto,
garage, assicurazione, bollo, bollino verde, revisioni...), utilizzando il
veicolo in base ai propri bisogni (una city car per andare in centro, una
macchina più grande per i fine settimana), ma soprattutto di risparmiare
denaro. Alcuni studi mostrano che, per chi percorre meno di 8000-12000 km l'
anno, il vantaggio si traduce in un risparmio di circa 500-1000 euro all'
anno. L'interesse delle pubbliche amministrazioni per il car sharing,
invece, deriva dal fatto che, se utilizzato su larga scala, esso potrebbe
contribuire a ridurre sensibilmente le emissioni di gas inquinanti. E in
Italia?
Non esistono esperienze consolidate di car sharing in Italia. Sono però
numerosi gli esperimenti e gli studi portati avanti da diversi soggetti,
pubblici e privati. Il maggiore soggetto è oggi ICS, Iniziativa car sharing
(http://www.icscarsharing.it). Esso è un organismo costituito da diversi
comuni italiani, che si sono impegnati a perseguire una strategia comune di
promozione e avvio del servizio di car sharing in Italia. Vediamo alcuni
esempi da poco attivati sul territorio nazionale.
 A Milano spetta la palma della città con il servizio migliore. E' stato
realizzato senza finanziamenti pubblici e senza fini di lucro da Legambiente
Lombardia in collaborazione con il Touring Club Italiano, in funzione sin
dal settembre del 2001. L'abbonamento comprende anche l'iscrizione gratuita
a Legambiente e al Touring Club, e non è poco!
(http://www.milanocarsharing.it). A Bologna il servizio di car sharing è
gestito dall'ATC insieme ad altri partner e prende il nome di Caratc. Un
difetto: le auto sono di un solo tipo e molto piccole, le più piccole sul
mercato (http://www.atc.bo.it). A Torino ha da poco visto la luce il Car
City Club, bizzarro consorzio tra ATM e Fiat per la gestione del servizio di
auto collettive. Lo definiamo bizzarro poiché non capiamo come possano
lavorare a un progetto di car sharing due enti concorrenziali per natura
quali sono per l'appunto l'azienda municipale di trasporto pubblico e la
Fiat. Si potrà notare come non a caso i costi del servizio torinese siano i
meno competitivi (http://www.legambiente.to.it/econews/carsharing.htm).
Altre iniziative sono in corso a Modena, Firenze, Rimini, Venezia, Palermo.
E quanto costa? Abbiamo riassunto per voi le tariffe nella tabella.
L'iniziativa è sicuramente da appoggiare, ma non dimentichiamoci una cosa
molto importante: mettere in comune un'automobile è molto facile,
facilissimo, basta organizzarsi, tra amici, tra famiglie, tra gruppi
spontanei, e si spende ancora meno dal momento che non ci sono i costi di un
ente organizzativo come quelli appena descritti. Un'economia alternativa,
consociativa e cooperativa, è nelle nostre idee e nella nostra creatività.
Basta solo volerlo.

Nella sezione DOCUMENTI del sito potrete trovare non solo due interessanti
documenti (il saggio scientifico L'automobile come prodotto obsoleto.
Problema sicurezza e trasporto democratico, di Luca Gasparini, e il rapporto
ACI sui costi del mantenimento di un'automobile), ma anche un utile software
da scaricare gatuitamente per il calcolo della convenienza del car sharing
relativamente al vostro tipo di veicolo e al vostro chilometraggio annuale.
[Redazione Cunegonda]