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auto condivisa, conviene ?
- Subject: auto condivisa, conviene ?
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 12 Jan 2004 07:05:31 +0100
da cunegonda.org dicembre 2003 Car sharing. Conviene? In un momento come quello attuale, nel quale l'industria automobilistica italiana attraversa una crisi senza precedenti, potrà forse sembrare inopportuno dare risalto ad iniziative che sono mirate alla riduzione del numero delle automobili circolanti, ma la mobilità sostenibile non può che essere un tema caro al movimento di critica del consumo Cunegonda. In effetti, una delle scelte strategiche che la Fiat potrebbe compiere oggi sarebbe proprio quella di rivoluzionare il mercato della mobilità proponendo prodotti a emissioni zero e soprattutto sicuri. Invece continua a produrre veicoli inquinanti, di vecchia concezione, e pericolosi per chi li guida. Chi ne fa le spese sono naturalmente i consumatori, e qui non si paga solo in denaro - ogni anno in media una famiglia spende dai 4000 ai 7000 euro per i costi di gestione del parco auto familiare - ma anche con la vita. Ogni anno, infatti, è come se sparisse un paese di 12000 abitanti se contiamo i decessi dovuti sia a incidenti stradali che a patologie dovute all' inquinamento da traffico (fonte OMS e Legambiente). Ben vengano quindi iniziative che si propongono l'obiettivo di riportare l'oggetto automobile entro i confini di un utilizzo ecologicamente compatibile e in definitiva più razionale. Una di queste iniziative è il car sharing (auto in condivisione). Il car sharing è un servizio innovativo di mobilità sostenibile che consente a più utenti di condividere autoveicoli di diverse tipologie, ottimizzando i costi di gestione per i propri spostamenti. In Europa (ma non ancora in Italia) il car sharing è un servizio ormai affermato. Le diverse esperienze nazionali sono federate nell'ECS, European Car sharing. Nato a Berlino alla fine degli anni Ottanta. Si è diffuso in Germania e attualmente è utilizzato da 40.000 cittadini tedeschi con 1.800 veicoli in 800 aree di parcheggio. Solo in Svizzera il car sharing conta 20.000 iscritti ed è stato promosso dal governo perché contribuisce a ridurre le emissioni di anidride carbonica. In questa nazione l'obiettivo è di coinvolgere 250.000 cittadini con una riduzione del 2% dei consumi energetici totali per il trasporto dei passeggeri. Il car sharing, già sperimentato in molte altre città europee, consente di fare a meno del proprio veicolo e di utilizzare in qualsiasi ora del giorno ed in qualsiasi giorno dell'anno un'auto di proprietà collettiva. E' sufficiente acquistare una tessera elettronica per noleggiare ad ore un' autovettura, circolare liberamente nelle zone a traffico limitato e sulle corsie preferenziali degli autobus e parcheggiare gratuitamente nelle zone a sosta tariffata. Il car sharing consente al cittadino di eliminare tutte le problematiche connesse all'auto di proprietà (acquisto, riparazioni, furto, garage, assicurazione, bollo, bollino verde, revisioni...), utilizzando il veicolo in base ai propri bisogni (una city car per andare in centro, una macchina più grande per i fine settimana), ma soprattutto di risparmiare denaro. Alcuni studi mostrano che, per chi percorre meno di 8000-12000 km l' anno, il vantaggio si traduce in un risparmio di circa 500-1000 euro all' anno. L'interesse delle pubbliche amministrazioni per il car sharing, invece, deriva dal fatto che, se utilizzato su larga scala, esso potrebbe contribuire a ridurre sensibilmente le emissioni di gas inquinanti. E in Italia? Non esistono esperienze consolidate di car sharing in Italia. Sono però numerosi gli esperimenti e gli studi portati avanti da diversi soggetti, pubblici e privati. Il maggiore soggetto è oggi ICS, Iniziativa car sharing (http://www.icscarsharing.it). Esso è un organismo costituito da diversi comuni italiani, che si sono impegnati a perseguire una strategia comune di promozione e avvio del servizio di car sharing in Italia. Vediamo alcuni esempi da poco attivati sul territorio nazionale. A Milano spetta la palma della città con il servizio migliore. E' stato realizzato senza finanziamenti pubblici e senza fini di lucro da Legambiente Lombardia in collaborazione con il Touring Club Italiano, in funzione sin dal settembre del 2001. L'abbonamento comprende anche l'iscrizione gratuita a Legambiente e al Touring Club, e non è poco! (http://www.milanocarsharing.it). A Bologna il servizio di car sharing è gestito dall'ATC insieme ad altri partner e prende il nome di Caratc. Un difetto: le auto sono di un solo tipo e molto piccole, le più piccole sul mercato (http://www.atc.bo.it). A Torino ha da poco visto la luce il Car City Club, bizzarro consorzio tra ATM e Fiat per la gestione del servizio di auto collettive. Lo definiamo bizzarro poiché non capiamo come possano lavorare a un progetto di car sharing due enti concorrenziali per natura quali sono per l'appunto l'azienda municipale di trasporto pubblico e la Fiat. Si potrà notare come non a caso i costi del servizio torinese siano i meno competitivi (http://www.legambiente.to.it/econews/carsharing.htm). Altre iniziative sono in corso a Modena, Firenze, Rimini, Venezia, Palermo. E quanto costa? Abbiamo riassunto per voi le tariffe nella tabella. L'iniziativa è sicuramente da appoggiare, ma non dimentichiamoci una cosa molto importante: mettere in comune un'automobile è molto facile, facilissimo, basta organizzarsi, tra amici, tra famiglie, tra gruppi spontanei, e si spende ancora meno dal momento che non ci sono i costi di un ente organizzativo come quelli appena descritti. Un'economia alternativa, consociativa e cooperativa, è nelle nostre idee e nella nostra creatività. Basta solo volerlo. Nella sezione DOCUMENTI del sito potrete trovare non solo due interessanti documenti (il saggio scientifico L'automobile come prodotto obsoleto. Problema sicurezza e trasporto democratico, di Luca Gasparini, e il rapporto ACI sui costi del mantenimento di un'automobile), ma anche un utile software da scaricare gatuitamente per il calcolo della convenienza del car sharing relativamente al vostro tipo di veicolo e al vostro chilometraggio annuale. [Redazione Cunegonda]
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