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acqua in caraffa i filtri non la rendono potabile
- Subject: acqua in caraffa i filtri non la rendono potabile
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 10 Dec 2003 10:05:06 +0100
dal corriere.it 1 dicembre 2003 Chieste dalla Procura verifiche sulle ditte produttrici dei macchinari Acqua mineralizzata, Inchiesta sulle bevande in caraffa, controllati 15 ristoranti Sotto accusa nei ristoranti romani l'acqua «mineralizzata», venduta in caraffe senza tappo o etichetta al posto dell'acqua minerale in bottiglia. Le indagini svolte nelle ultime settimane dai carabinieri del Nas in quindici locali pubblici, soprattutto nel centro storico e frequentati anche da vip, personaggi della politica e del mondo dello spettacolo, hanno evidenziato carenze igieniche e violazioni delle disposizioni in materia di trattamento dell'acqua potabile. Sulla vicenda sta indagando la Procura, che ha iscritto nel registro degli indagati i responsabili di quattro ditte produttrici di filtri e macchine speciali capaci di «trattare» l'acqua potabile, aggiungendo a volte anche anidride carbonica per renderla simile a quella minerale. Il reato contestato dal pm Clara De Cecilia è quello di «aver posto in commercio apparecchiature per il trattamento di acque potabili finalizzate a modificarne alcune caratteristiche fisiche e organolettiche» consentendo poi «la somministrazione presso diversi ristoranti di acqua privata, anche solo in parte, dei propri elementi nutritivi o, comunque, trattata in modo da variarne la naturale composizione». Le ditte coinvolte nell'inchiesta sono la Purity Italia di Novi Ligure, la Iws International Water Service di Viterbo, la Iwt Italia di Perugia e l' Acquatech di Torino. Gli indagati sono i legali rappresentanti delle quattro società: Paolo Galliano, 53 anni, Massimo Barberis, 29 anni, Franco Tufi, 60 anni, e Francesco Robasto, 33 anni. «Le ispezioni e le analisi di laboratorio su campioni di acqua potabile prelevata nei ristoranti controllati - spiegano i Nas di Roma - hanno confermato parametri difformi da quelli previsti dalla legge. L'acqua, insomma, una volta subìto il trattamento di quei filtri perde i requisiti di potabilità». Per il momento i carabinieri (che aspettano l'ordine della magistratura per procedere al sequestro dei filtri) hanno controllato solo i ristoranti dove erano state installate le apparecchiature cedute in comodato d'uso dalle quattro società. Un'indagine analoga era stata aperta l'anno scorso a Torino dal pm Raffaele Guariniello ma si riferiva ai titolari dei ristoranti accusati di commercializzazione di sostanze alimentari pericolose per la salute pubblica. A Roma nel mirino della Procura sono invece finite le ditte produttrici dei filtri, spesso fabbricate con brevetto Usa, che possono arrivare a costare anche 3.700 euro ognuno. I filtri più comuni in circolazione sono di due tipi, a osmosi e a scambio ionico, e sono entrambi al centro delle polemiche. Il primo, infatti, si basa sull'utilizzo di raggi ultravioletti che eliminano dall'acqua i batteri ma la rendono «distillata» e quindi non potabile. Il secondo, invece, riduce sensibilmente la presenza di calcio (tradizionalmente molto forte nell'acqua che esce dai rubinetti delle case) ma raddoppia quella di sodio che per legge deve restare al minimo. Come hanno dimostrato le indagini dei carabinieri, i filtri sono inoltre adatti solo per un uso domestico e non in tutti i ristoranti vengono sostituiti con regolarità, rispettando i tempi previsti da apposite tabelle. Gli accertamenti del Nas non sono ancora conclusi e prima di Natale potrebbero estendersi anche ad altri locali pubblici. Sono in programma controlli a tappeto per verificare la manutenzione dei filtri per l'acqua «mineralizzata» e la presenza sulle caraffe delle diciture «Acqua potabile trattata» o «Acqua potabile trattata gassata» previste da un decreto legge del giugno scorso. Rinaldo Frignani
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