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inceneritori e diossine ultime dal fronte
- Subject: inceneritori e diossine ultime dal fronte
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 5 Dec 2003 06:40:43 +0100
dal mattino.it Lunedì 24 Novembre 2003 IL DISASTRO AMBIENTALE ENRICO FERRIGNO «In Campania il problema della contaminazione da diossina è molto più grave che nel resto dell'Europa». A lanciare l'allarme è stato ieri mattina in occasione di una manifestazione, organizzata ad Acerra dal Comitato anti-inceneritore e da Greenpeace, il professor Paul Connet, uno dei massimi esperti mondiali dei pericoli derivanti dalla combustione dei rifiuti. Il docente dell'Università di Saint Laurence di Canton nello stato di New York ci va duro sui dati dell'inquinamento registrati nel Napoletano che oscillano tra i 9 ed 12, con punte di oltre 30 picogrammi di diossina presenti nel latte bovino e ovino. «Sono state cifre ben più basse a far scattare l'emergenza in alcuni paesi dell'Europa e questo perché la presenza di diossina nel nostro organismo può provocare mutazioni ai danni dei nascituri, dello sviluppo mentale e della funzionalità del sistema immunitario», ha spiegato Paul Connet nel sottolineare che «in una situazione così drammatica non si può pensare di costruire anche un inceneritore per i rifiuti urbani». Nella sala del Castello baronale affollata da oltre trecento persone cala il silenzio e tutti gli occhi sono puntati verso lo schermo su cui appaiono cifre e grafici. Secondo i dati forniti dal professor Connet, il tetto massimo di diossina registrato nel '99 in Europa è presente in Danimarca con «appena» 2,27 picogrammi. E quando in Olanda è scattata l'emergenza, racconta Connet, il governo per abbattere i 12 picogrammi di diossina per oltre cinque anni ha estratto e termodistrutto la parte grassa del latte. E ancora: in Germania è vietato mettere in commercio il latte contaminato da cinque picogrammi di diossina e c'è l'obbligo di accertare le fonti d'inquinamento. Sotto accusa sono finiti i roghi di rifiuti che quotidianamente vengono appiccati nelle campagne, ma anche le scorie prodotte dai processi di lavorazione delle industrie chimiche che avrebbero determinato l'insorgere di un' emergenza drammatica. Decine di migliaia di capi di bestiame contaminati dalla diossina e finiti sono sotto sequestro nel Casertano e nel Napoletano. Non solo: i campioni di latte bovino e ovino vengono analizzati con grave ritardo. «Queste cifre dovrebbero escludere completamente l'idea di costruire un inceneritore: nella combustione si producono gas acidi che sono facili da abbattere fatta eccezione per l'ossido di azoto che incide negativamente sull'apparato respiratorio, ma anche metalli tossici, diossine e furani che non si possono distruggere e che finiscono direttamente nell'aria o nelle ceneri», ha ribadito Connet nell'indicare come unica strada da seguire per lo smaltimento, il riciclaggio dei rifiuti. «Da alcune indagini effettuate dall'Arpac e misteriosamente secretate sono state individuate tre aree a grande rischio diossina, tutte concentrate nelle vicinanze di Acerra», ha rivelato il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Franco Specchio. «Vogliamo una nuova valutazione di impatto ambientale che tenga conto del territorio», ha chiesto Tommaso Esposito del comitato anti-inceneritore. «Acerra è la seconda Seveso e la Regione su questo è del tutto assente», ha accusato il sindaco Michelangelo Riemma. «Noi chiediamo di non morire per mano degli uomini visto che la vita è un dono di Dio», ha ammonito il vescovo Giovanni Rinaldi. Alla manifestazione hanno partecipato anche Vittoria Polidori di Greenpeace e Rossano Ercolini della rete nazionale contro l'incenerimento dei rifiuti.
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