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FMI-BM-OMC: due articoli
- Subject: FMI-BM-OMC: due articoli
- From: "R. Gonzalez Amador \(La Jornada, by way of N. Margiotta & MN PA\)" <pxp at interfree.it>
- Date: Mon, 29 Sep 2003 13:10:38 +0200
Messico D. F. mercoledì 24 settembre 2003 FMI e BM chiedono flessibilità e realismo per poter riprendere i negoziati falliti dell'OMC, attraverso una globalizzazione che preveda un'accettabile distribuzione delle entrate Sollecitano che ci si occupi delle diseguaglianze sociali e si rafforzi la diversità Riconoscono la necessità di un nuovo equilibrio tra le nazioni Dall'inviato ROBERTO GONZALEZ AMADOR Dubai, 23 settembre. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) si sono appellate questo martedì alla costruzione di "una migliore globalizzazione", che si occupi delle diseguaglianze sociali e favorisca una "accettabile distribuzione delle entrate". A seguito del fallimento del vertice dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), nel corso del quale i paesi industrializzati hanno rifiutato di venire incontro alle richieste dei Paesi meno industrializzati, i due organismi finanziari internazionali hanno rilevato la necessità di un nuovo sistema di equilibrio tra nazioni ricche e povere. "La mia percezione del lavoro che deve compiere il FMI è il raggiungimento di una migliore globalizzazione, e ciò richiede qualcosa di più della stabilità finanziaria. Si necessita anche di equilibrio sociale e politico a lungo termine", ha dichiarato il direttore amministrativo dell'organismo, Horst Koehler. Per ristabilire l'equilibrio dell'economia mondiale, la globalizzazione e l'interdipendenza devono rafforzare e non debilitare la diversità, ha detto il funzionario nel corso della sessione plenaria delle assemblee dei governatori del FMI e della Banca Mondiale, che si concluderanno questo mercoledì. "Se non si rispetta la diversità, la globalizzazione non avrà successo. È molto importante, pertanto, che le strutture di governo su scala mondiale, incluso lo stesso FMI, favoriscano un ampio e preciso dialogo in grado di garantire che vengano prese in debito conto le opinioni di tutti i Paesi", ha aggiunto parlando in presenza dei governatori delle banche centrali e dei ministri delle finanze di 184 paesi riuniti a Dubai, uno dei setti emirati che fanno parte della federazione degli Emirati Arabi Uniti. Koehler ha assicurato che a lungo termine l'equità sociale e un'accettabile distribuzione delle entrate rappresentano due pilastri essenziali della stabilità politica e, di conseguenza, dello sviluppo economico. "I contratti sociali variano da paese a paese e non esiste un modello unico di società equa, però senza un consenso sociale duraturo non ci può essere prosperità a lungo termine", ha aggiunto. La Banca Mondiale insiste per un nuovo equilibrio tra le nazioni L'ultima volta che la Banca Mondiale e il FMI hanno tenuto la loro tradizionale assemblea dei governatori al di fuori di Washington è stato nel settembre 2000 a Praga, capitale della Repubblica Ceca. Una mobilitazione di 80 mila persone ha avuto come conseguenza che il vertice si chiudesse un giorno prima del previsto. La protesta è stata parte di una catena di contestazioni a livello mondiale contro le politiche promosse dagli organismi finanziari internazionali, iniziata verso la fine dell'autunno 1999 durante la conferenza dei ministri della OMC a Seattle. La critica principale è che il modello di globalizzazione imposto dagli organismi finanziari e dall'OMC vada a beneficiare gli interessi dei Paesi ricchi e i profitti delle imprese transnazionali a tutto svantaggio della qualità della vita, dell'ambiente e dell'uguaglianza. Durante la prima sessione plenaria dell'assemblea dei governatori dei due principali organismi finanziari internazionali, il presidente della Banca Mondiale, James D. Wolfensohn, ha evidenziato questo martedì la necessità di costruire un nuovo sistema di maggior equilibrio tra nazioni ricche e povere, "essenziale non solo per ridurre la povertà e per la prosperità, ma anche per la sicurezza e la pace". Wolfensohn si è rivolto ai responsabili delle finanze dei 184 Paesi per descrivere quelle che ha definito "forze dello squilibrio nel mondo" che a suo giudizio devono essere cambiate. "Le forze dello squilibrio consistono nel fatto che i Paesi ricchi spendono 56 miliardi di dollari l'anno per favorire lo sviluppo delle nazioni più povere, quantità decisamente inferiore rispetto ai 300 miliardi di dollari che stanziano per i sussidi agricoli o ai 600 miliardi di dollari che destinano alla spesa militare. I paesi poveri da parte loro spendono 200 miliardi di dollari per la difesa, molto più di quanto non destinino all'educazione. Questa è un'altra forma di squilibrio", ha sottolineato James Wolfensohn. "Ci troviamo in un mondo squilibrato", ha sostenuto e ha ricordato che in un pianeta con più di 6 miliardi di abitanti, un miliardo di persone detiene l'80 per cento della ricchezza mondiale e un altro miliardo sopravvive con meno di un dollaro al giorno. Il presidente della Banca Mondiale ha detto che per ridurre gli squilibri mondiali, i leaders dei paesi in via di sviluppo devono procedere nelle riforme per migliorare la propria economia, ma anche per porre fine "al nepotismo e alla corruzione". D'altra parte, ha aggiunto, i governi delle nazioni sviluppate devono impegnarsi ad aumentare il proprio aiuto per lo sviluppo dei paesi poveri. Per questo, oltre ad apportare risorse è necessario che convincano i propri elettori che l' aiuto allo sviluppo di altre nazioni è un tema vitale "per loro e per il benessere dei propri figli". Anche se durante il vertice per il finanziamento allo sviluppo, svoltosi a Monterrey l'anno scorso, i Paesi donanti si sono impegnati ad aumentare i loro apporti, Wolfensohn ha diffuso dati secondo cui l'Assistenza Ufficiale allo Sviluppo è scesa dallo 0.5 per cento del PIL mondiale negli anni '60 a circa lo 0.22 per cento attuali. E tutto ciò, ha fatto notare, mentre le entrate dei Paesi sviluppati sono più alte che mai. "Ristabilire l'equilibrio nel mondo non sarà possibile a meno che non ci siano sforzi seri per costruire una maggiore intesa pubblica sulla importanza di diminuire la povertà e la diseguaglianza", ha indicato Wolfensohn. __________________________________________ I ricchi non hanno ascoltato le richieste: Wolfensohn Dall'inviato ROBERTO GONZALEZ AMADOR Dubai, 23 settembre. Il fallimento della conferenza ministeriale della Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), tenutasi la settimana passata a Cancún, costituisce un fatto "frustrante" che limiterà la capacità di crescita della economia: è quanto hanno dichiarato il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, che hanno invocato una rapida ripresa delle trattative su una nuova base di liberalizzazione commerciale. "L'impossibilità di giungere ad un accordo a Cancún la settimana scorsa costituisce una sconfitta per tutti i Paesi, sviluppati e non, ed ancora più frustrante perché il successo della conferenza avrebbe potuto stimolare il recupero della economia mondiale", ha assicurato Kaspar Villiger, ministro delle Finanze svizzero e presidente della riunione annuale delle commissioni dei governatori del FMI e della Banca Mondiale, nel rivolgersi ai rappresentanti dei 184 Paesi. Affinché il giro di negoziazioni interrotto a Cancún possa rimettersi in carreggiata e dare i suoi frutti, tutti i Paesi dovranno essere preparati ad agire con flessibilità e realismo, ha dichiarato Villiger in un discorso pronunciato davanti all'assemblea plenaria dei due organismi finanziari. Nel corso della stessa cerimonia, Horst Koehler, direttore amministrativo del FMI, ha assicurato che la battuta di arresto delle negoziazioni commerciali a Cancún deve richiamare l'attenzione della comunità internazionale. "Tutti sappiamo che il commercio è la forza più potente per raggiungere la crescita mondiale e ridurre la povertà. E questa forza funziona ottimamente quando si applica in un contesto multilaterale basato sulle norme", ha aggiunto. I colloqui della settimana passata a Cancún si sono interrotti quando gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno rifiutato di accogliere le richieste delle nazioni in via di sviluppo volte a ridurre i propri sussidi all'agricoltura, accordo stipulato durante la riunione ministeriale della OMC a Doha, Qatar, nel novembre 2001. Il termine per concludere l'attuale giro di negoziazioni, che oltre al polemico tema dell'agricoltura comprende la liberalizzazione degli investimenti, le spese di governo e la possibilità che i Paesi arretrati possano ottenere medicinali generici per combattere le epidemie, è fissato per gennaio 2005. Il successo dipende dai Paesi industrializzati, dice Koehler Koehler ha detto che per superare il fallimento di Cancún manca la volontà politica di tutte le parti di andare oltre l'impasse e ritornare al tavolo delle negoziazioni il più rapidamente possibile. "Oggi più che mai, il successo dipende dalle leadership dei principali Paesi industrializzati e l'agricoltura continua ad essere la chiave per compiere un passo avanti decisivo", ha assicurato. Intanto, James D. Wolfensohn, presidente della Banca Mondiale, si è associato alla richiesta di ricominciare le negoziazioni interrotte a Cancún. Due terzi dei miliardi di poveri del mondo dipendono dall'agricoltura per guadagnarsi di che vivere. "Come hanno detto i paesi in via di sviluppo, le nazioni ricche hanno messo avanti le loro proposte senza tener conto delle principali richieste dei paesi in via di sviluppo su questo tema", ha commentato. Wolfensohn ha dichiarato che a Cancún i paesi in via di sviluppo hanno dimostrato la propria determinazione a dare impulso a un "nuovo equilibrio" mondiale. "Hanno segnalato che deve esserci una nuova stabilità tra i ricchi e potenti e i più poveri e numerosi. Hanno precisato che, per poter ottenere pace e sviluppo sostenibile, occorre che ci sia un differente ordine di priorità", ha aggiunto. Traduzione a cura di Sonia Chialastri, Traduttori per la Pace, http://web.tiscali.it/traduttoriperlapace/
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