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infrastrutture,le crepe delle grandi opere
- Subject: infrastrutture,le crepe delle grandi opere
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 6 Jul 2003 19:45:16 +0200
da lanuovaecologia.it Martedì 24 Giugno 2003 INFRASTRUTTURE|Duecento quelle pronte a partire Le crepe delle grandi opere Pietro LunardiTroppe priorità e pochi soldi, preventivi di spesa inattendibile e valutazioni d'impatto ambientale inefficaci. Sono oltre un centinaio i progetti preliminari già presentati al Cipe, e molti altri sono in via di presentazione nelle prossime settimane. Le critiche di Legambiente alla Legge Obiettivo. E le vere priorità «Ferrovia, sicurezza stradale, cabotaggio e Sud sono i progetti che servono davvero, ma sono ipotecati dall'enfasi sulle grandi opere». Ermete Realacci, presidente di Legambiente, a pochi giorni dalla valutazione positiva della Commissione via sul progetto del Ponte sullo Stretto, critica aspremente la stagione di grandi opere verso la quale si avvia Grandi opere: un cantiere l'Italia. Sono oltre un centinaio i progetti preliminari già presentati al Cipe, e molti altri sono in via di presentazione nelle prossime settimane: in sostanza la larga parte delle 250 opere presenti nell'elenco approvato dal CIPE nel 2001 (1.200 km di linee ferroviarie ad alta velocità, 2.000 chilometri di autostrade, tunnel alpini, porti, strade e ferrovie) si è messa in moto. «Sono cifre che già da sole parlano dell'assenza di priorità e che dimostrano invece che il criterio guida del governo, in materia di infrastrutture, è il fare velocemente, al di là del parere dei Comuni, dell'impatto sul territorio e delle priorità per il Paese - spiega Realacci - Non si devono ignorare le diverse vocazioni del territorio italiano se non si vogliono spazzare via quei valori e quelle condizioni che oggi sono la forza e il futuro anche economico di tante aree: agricoltura di qualità, turismo, beni culturali. In un dossier presentato oggi nel corso del convegno "I progetti che servono all'Italia", tenutosi a Roma alla presenza del ministro Matteoli, del presidente della Ferrovie Spa Giancarlo Cimoli, dell'Amministratore delegato di Autostrade Spa Vito Gamberale e del deputato Pierluigi Bersani, Legambiente ha analizzato come cambia l'Italia nell'era della Legge obiettivo. A preoccupare è l'assenza di obiettivi e priorità in questo rilancio infrastrutturale senza precedenti, sono le scarsissime garanzie di finanziamento, che rischiano non solo di paralizzare i cantieri ma anche di aprire un voragine nei conti pubblici; è il pegno pagato, in termini di qualità dei progetti, alla celerità dell'approvazione. «La strategia - spiega Realacci - è quella di procrastinare i problemi». A partire da quelli progettuali legati alla complessa geologia del territorio o alla rete di falde idriche (l'approvazione con riserva in Commissione Via del progetto del Ponte sullo Stretto ne è un buon esempio). La parte italiana della Torino-Lione, il mitico Corridoio 5 di cui tanto si discute, risulta nel progetto presentato in Commissione un tracciato per buona parte in galleria senza che però siano stati presentati gli studi geologici che motivino e verifichino la proposta. Malgrado sia noto che le montagne attraversate sono ricche di amianto e uranio. Il risultato, scontato, è che quel progetto avrà un parere di Via positivo, che raccomanderà ulteriori studi nelle successive fasi. «Quale credibilità ha però quel progetto, su quale base programmare i finanziamenti e impostare una gara?» Anche il problema finanziario, dunque, viene rinviato.
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