Legambiente_Nuovo allarme polli che ingrassano anche dopo macellazione



 
Bologna, 17 giugno 2003                                                 Comunicato Stampa

ALIMENTARE, NUOVO ALLARME

IL POLLO E' MORTO, MA CONTINUA AD INGRASSARE

L'ALLARME DI LEGAMBIENTE:

IN GRAN BRETAGNA TROVATA CARNE GONFIATA

CON PROTEINE DI BOVINI E SUINI.

E IN ITALIA?

Una volta dovevamo temere solo di quei polli che, tirati su a forza di ormoni della crescita, venivano gonfiati come palloni e poi finivano, ormoni inclusi, nei nostri piatti. Oggi c'è di più. I polli crescono anche dopo la macellazione. Come? Il principio è quello di una spugna, ma lo chiamano "tumbling": la carne di pollo, cruda o surgelata non fa differenza, viene infilata in una specie di grossa betoniera dove, trattata con proteine di mucche o maiali, riesce ad assorbire fino al 40% di acqua in più, in modo da aumentarne sostanziosamente il peso, anche quello monetario. Questa pratica è molto diffusa, stando a quanto denuncia in una inchiesta il quotidiano inglese The Guardian, nei Paesi Bassi: da almeno cinque anni, petti di pollo tailandesi e brasiliani sono stati introdotti e trattati in questo modo in Olanda e poi importati nel Regno Unito. Nota fin dal 1997, solo oggi le autorità per la sicurezza alimentare hanno sviluppato un test del Dna abbastanza sofisticato per provare questa adulterazione. "Siamo certi che questo pollo modificato non sia arrivato anche sulle nostre tavole?". A lanciare l'allarme è Legambiente che, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Bologna, chiede alle autorità competenti e alle aziende di distribuzione quali siano le garanzie e lo stato dei controlli nel nostro Paese.

Ma le stesse carni alle quali vengono aggiunti questi additivi assorbenti (proteine idrolizzate estratte ad alte temperature o per idrolisi chimica da vecchi animali o parti non commestibili di bestie macellate) sono a rischio, come Legambiente denuncia da mesi. Centinaia di migliaia di tonnellate di carne vengono importate ogni anno in Europa da paesi extra Ue, tra cui Brasile e Thailandia. Due paesi dove le norme legislative al riguardo risultano ben lontane dalle norme comunitarie. Eppure, una volta sdoganate, diventano carni nazionali, totalmente indistinguibili da quelle nostrane. Il rischio principale riguarda l’importazione di carni trattate con sostanze pericolose, quali cloramfenicolo, nitrofurani e prodotti contenenti questi principi attivi, vietati in Europa dal 1996 e utilizzati in Brasile almeno fino ad agosto 2002 e che, grazie a deroghe, tempi di produzione (6 mesi) e conservazione fino a 12 mesi, possono aver contaminato i prodotti che saranno in circolazione ancora per lungo tempo. Nell’ultimo anno le importazioni extra UE, in particolare dal Brasile e dalla Tailandia, sono aumentate di più del 100% rispetto allo scorso anno: circa il 35% della carne di taglio pregiato (petto di pollo e fesa di tacchino) consumata in comunità arriva quindi dal Brasile e dalla Tailandia. Bene, in questi due Paesi. "Insomma - spiega Ferrante - per i prossimi 9 mesi possiamo continuare a trovare, al supermercato come in mensa, pollo e tacchino provenienti dal Brasile trattati con antibiotici vietati perché sospettati di causare patologie gravissime, come l’anemia aplastica e il cancro". Ma la denuncia di Legambiente non è servita a bloccare le carni contaminate. "A nove mesi di distanza dalla denuncia fatta al Governo Italiano, alla Commissione e al Consiglio UE, chiediamo oggi al mediatore europeo, di intervenire a tutela della salute del consumatore della Comunità, bloccando l’importazione dai paesi extra UE che non garantiscono gli stessi standard normativi comunitari in materia sanitaria".