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telefonini, saturazione?
- Subject: telefonini, saturazione?
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 9 Jun 2003 06:47:13 +0200
il manifesto - 01 Giugno 2003 CELLULARI Dallo sviluppo alla saturazione Il tentativo difficile di inventare nuovi servizi per aumentare i profitti Vodafone Esce di scena il «creatore» dell'azienda britannica F. C. E'certamente ricco di incognite e un po' turbolento, il mercato della telefonia mobile. Lo conferma anche il bilancio del più grande gruppo mondiale, Vodafone, presentato martedì scorso: ci sono un po' di abbattimenti di valore, dovuti a partecipazioni non troppo redditizie, c'è una significativa riduzione del debito, ma ci sono anche due indicatori poco allegri, che si chiamano saturazione e riduzione dell'Arpu (sigla misteriosa quest'ultima, ma vedremo cosa significa). Il primo termine si riferisce al fatto che nei paesi avanzati dal punto di vista cellulare (quelli europei) è praticamente impossibile reclutare nuovi abbonati, dato che, a parte alcuni bambini/e e alcuni novantenni, tutti ce l'hanno, il cellulare. E in questi paesi la tendenza delle autorità di regolazione a far scendere i costi delle telefonate fisse e mobili ridurrà i profitti. Le speranze si appuntano allora sui mercati in crescita, quello americano tanto per cominciare (dove la telefonia mobile è tuttora in ritardo e quindi di può crescere) e sui paesi in via di sviluppo. Da questo punto di vista la strategia del grande capo uscente di Vodafone, Chris Gent, si è rivelata furba: il Vodafone Group nacque nel lontano 1983 dalla confluenza di una piccola casa inglese di apparati radio, la Racal, con l'americana Millicom. Il loro primo telefono mobile era un «coso» da 4 chili e 800 grammi e costava tremila sterline. Fin dall'inizio puntò consapevolmente sulla internazionalizzazione dei mercati e soltanto sul senza fili, non cercando alcuna sinergia con la telefonia su linea fissa. Ma è con Chris Gent che l'internazionalizzazione divenne globalizzazione: investimenti a raffica, acquisizioni ardite e costose, per diventare un marchio mondiale. Le operazioni più importanti furono l'entrata in America (Air Touch) e la scalata al gruppo tedesco Mannesman, che tra l'altro portò sotto il marchio Vodafone l'italiana Omnitel, probabilmente la più redditizia delle acquisizioni. Ora Gent lascia (annuncia che si dedicherà a altre imprese) e un ciclo è comunque terminato. Omnitel Pronto Italia oramai si chiama solo Vodafone, la modella Megan Gale è sulla corsia di uscita e il marchio si affida sempre di più al costosissimo rosso delle Ferrari. Sul fronte sindacale i dipendenti Omnitel che incongruamente erano rimasti metalmeccanici passano al contratto delle telecomunicazioni, con un percorso incidentato da rigidità aziendali non ragionevoli che hanno provocato una serie di conflitti del tutto evitabili. Per gli azionisti l'incognita nuova è se possa crescere il traffico telefonico degli abbonati esistenti la cui misura è appunto l'Arpu, ovvero il consumo medio annuo degli utenti, in valori monetari («Average Revenue Per User»). Per tutti gli operatori cellulari questo valore è quasi fermo, a indicare non solo che il mercato è saturo, ma anche che i clienti non hanno particolari motivi per consumare di più. L'Arpu di Vodafone in Italia è salito appena di 2 euro all'anno, passando da 345 a 347. Ecco dunque la tendenza a spingere verso la trasmissione dati, in contrapposizione e compenso del solo traffico vocale (e del resto il nome Vodafone venne scelto a suo tempo proprio per indicare VOice and DAta). Ma proprio qui si addensano i punti di domanda: quali dati, e a che prezzo? Ha senso comprare le ultime notizie flash di un quotidiano, convogliate sul telefono di ultima generazione al prezzo di 30 centesimi, quando l'intero quotidiano costa 90 centesimi? Quale notizia sarà così importante e pregiata da essere acquistata a quella cifra solo per non attendere il prossimo telegiornale o il giornale di carta del giorno dopo? Al contrario l'informazione tempestiva, anche via Sms, che c'è un ingorgo autostradale tra Modena Sud e Bologna offre una carattere di utilità tempestiva che può valere anche una cifra ben superiore. Nulla vale invece la notizia di «rallentamenti dovuti a traffico intenso tra Roncobilaccio e Barberino di Mugello», dato che è praticamente la regola. In ogni caso non sembra che questi consumi di dati che innalzeranno significativamente l'Arpu. Gli operatori cellulari affidano molte aspettative a due utilizzi, l'uno orientato alle attività lavorative e l'altro ai consumi privati. Il primo consiste nella possibilità di consultare a distanza, con un telefono evoluto o con un computer palmare dotato di connessioni cellulari, archivi e documenti aziendali. Sarebbe una bella liberazione dal peso dei computer portatili, una connettività sempre e dovunque per chi ne abbia bisogno o per chi, alla «Fermata d'Autobus» anziché corteggiare Marilyn Monroe, non resista dal lavorare ancora un po' - non sapendo stare solo con i propri pensieri o con un buon libro. Tutto sensato, se non fosse che i costi per tali trasferimenti di dati restano tuttora eccessivi e dissanguanti per ogni portafoglio; qualcosa deve cambiare e gli operatori non possono illudersi di avere dei consumi di massa a quelle cifre; se insisteranno su quella strada avranno delle belle delusioni e saremo noi «clienti» a dargliele. L'altro fronte è quello della «rich-voice» e dei messaggi multimediali. La voce arricchita sarebbe la videotelefonata, tanto propagandata dalle aziende come «3» che puntano fin da ora sulle reti cellulari di terza generazione (3G o Umts che dir si voglia). Eppure tutte le indagini tra i consumatori segnalano che questa non è una prestazione particolarmente interessante né desiderata. Per esempio non sarà più possibile mentire (tipo: «sono in riunione», quando invece sono in salotto davanti alla televisione a vedere il Beatiful delle 13:45) e in ogni caso l'informazione visiva in più convogliata dalle immagini è di utilità relativa anche nei rapporti amicali e affettivi dato che per dire «Mi ami? Quanto mi ami?» la voce è più che sufficiente e seducente. I Messaggi Multimediali allora? Ovvero fotografie scattate con il telefono e trasmesse a distanza con l'eventuale accompagnamento di un messaggio vocale? Effettivamente un buon numero di cellulari predisposti a tale uso sono stati venduti, ma il fenomeno sembra già rallentare; è di nuovo una questione di prezzi e di effettiva desiderabilità.
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