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ex municipalizzate , utillities : la meta dell'efficenza
- Subject: ex municipalizzate , utillities : la meta dell'efficenza
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 28 May 2003 07:00:23 +0200
dal corriere.it 13 maggio 2003 Il momento di svolta delle «public utilities» LA META DELL'EFFICIENZA di ALDO BONOMI C'erano una volta la Centrale del Latte, il Mercato comunale con i prezzi calmierati, il ricovero comunale per anziani, le farmacie comunali e gli asili e le scuole comunali. Erano le municipalizzate come lo erano quelle dei trasporti dell'acqua e dell'energia elettrica che, più che sul terreno sociale, agivano di concerto con le imprese insediate nei poli industriali delle città e delle metropoli e che davano il «la» all'uso delle risorse strategiche e ai flussi degli spostamenti. Adesso si chiamano anche loro all 'inglese public utilities e si occupano di produrre reti di servizi. Le municipalizzate avevano come riferimento i cittadini, le public utilities si rivolgono con i loro servizi agli utenti-clienti. Se prima, direi sino a venti anni fa, era centrale la loro utilità sociale, oggi è fondamentale la loro capacità di muoversi nel mercato dei servizi, il cosiddetto global service , trattando e vendendo beni scarsi che non sono più solo latte, generi alimentari, cura degli anziani e dei bambini, ma il tempo di spostamento nella dimensione urbana, l'acqua, che già molti chiamano il petrolio bianco, l'energia e la merce che tutti vorremmo più scarsa, e non nel nostro giardino: i rifiuti. Alcune di queste aziende di pubblica utilità, avendo come patrimonio tanti utenti-clienti, si sono avventurate anche nel mercato della new economy basato sull'informazione chiudendo così il cerchio dei fabbisogni essenziali dell'uomo moderno: il movimento veloce, il vivere in un ambiente «mantenuto» e il comunicare. Si potrebbe dire che le municipalizzate di un tempo evolvendosi nella forma moderna di aziende che producono beni di pubblica utilità, sono diventate imprese strategiche che danno il «la» alla qualità della vita dei nostri comuni piccoli e medi e delle nostre metropoli. Anche perché in tempi di globalizzazione, ove si compete tra sistemi territoriali, la qualità e l'efficienza di queste imprese determina la capacità di competere di un territorio. Il traffico, lo smaltimento dei rifiuti, l'acqua e l'energia disponibile e il suo costo, sono tutti indicatori delle tabelle che segnano la feroce competizione tra città e aree metropolitane, importanti ormai per attrarre investimenti quanto le Fiere, la Borsa e la finanza, le famose reti lunghe della globalizzazione. Lo sanno bene i sindaci dei comuni che per affrontare la sfida hanno fatto nascere consorzi intercomunali di aziende dei servizi, o quelli delle città medie italiane che stanno fondendo le loro municipalizzate per raggiungere la massa critica che permetta di vendere servizi di pubblica utilità sul mercato internazionale o i sindaci delle grandi città, la cui rielezione spesso dipende dall'efficienza di queste imprese nel produrre servizi metropolitani. Assistiamo a una modernizzazione accelerata di queste strutture ormai dirette da manager e spesso quotate in Borsa, tanto forti ormai da celebrare le loro Fiere, come segmento rilevante dell'apparato produttivo del sistema-Paese. La modernizzazione di sistema non è certo un fatto compiuto. Quelle appena descritte sono tendenze dentro un quadro-Paese in cui eccellenza e mediocrità delle aziende di pubblica utilità sono leggibili come a macchie di leopardo con forti squilibri territoriali tra Nord, Centro e Sud. Basti pensare al problema acqua nel Mezzogiorno e alle continue emergenze rifiuti che ogni tanto producono conflitti territoriali di resistenza. Queste aziende nella loro strategia espansiva incontrano alcune grande questioni sociali che spesso, diventando scontro aspro attorno al tema della privatizzazione dei servizi di pubblica utilità, hanno prodotto referendum locali. I cittadini molto spesso non amano essere considerati utenti-clienti. Come utenti vogliono il massimo di efficienza e come clienti il massimo di gratuità e le municipalizzate diventate aziende devono convincere l'utente e fare utili fornendo il servizio. Per molti, infatti, il pagare la mobilità, l'acqua, l'ambiente, il comunicare è un po' come sottostare ad una moderna tassa sul macinato.
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