la globalizzazione e il suo declino



da znet org aprile duemilatre

Documento originale   Globalisation And Its Fall OutTraduzione di Barbara
Cerboni

23 Marzo 2003
ZNet
La globalizzazione e il suo declino

Vandana Shiva

Né prosperità, né pace
La globalizzazione è stata imposta al mondo con la promessa di pace e
prosperità. Invece ci troviamo di fronte alla guerra e alla crisi economica.
Non solo la prosperità si è dimostrata inafferrabile, ma anche le sicurezze
economiche minime delle persone e di interi paesi stanno rapidamente
scomparendo.
La morte per fame ha cominciato a verificarsi in paesi come l'Argentina,
dove la fame non è mai stata un problema, e l'inedia è tornata in paesi come
l'India, che aveva superato carestie come quella del 1942 che uccise due
milioni di persone nel periodo coloniale, e che aveva fornito sicurezza
alimentare attraverso politiche pubbliche modellate sul processo democratico
di un paese indipendente e sovrano. Perfino le prospere economie di Stati
Uniti, Europa e Giappone stanno affrontando un declino. La globalizzazione
ha chiaramente fallito nel migliorare il benessere dei cittadini e di interi
paesi.
E' servita ad alcune grandi aziende per aumentare i profitti e allargare il
mercato, ma molte grandi aziende come la AOL/Time Warner e la Enron, la cui
crescita non sostenibile era basata sulla deregolamentazione che accompagna
la globalizzazione, o sono andate esse stesse in bancarotta o hanno perso le
loro quotazioni. Seguire il cammino della globalizzazione si sta dimostrando
essere la ricetta della non sostenibilità per i ricchi e dell'impoverimento
e dell'indigenza per i poveri.
La pace era l'altra promessa della globalizzazione, ma terrorismo e guerra è
ciò che abbiamo ereditato. La pace doveva essere il risultato dell'aumento
complessivo della prosperità attraverso il processo di globalizzazione. Un
aumento della povertà è la realtà che si dispiega ai nostri occhi. E
l'insicurezza e l'esclusione economica stanno creando le condizioni per
l'ascesa del terrorismo e del fondamentalismo.
L'esclusione politica ed economica, e l'erosione della sovranità economica
nazionale stanno facendo sì che molti giovani si rivolgano al terrorismo e
alla violenza come mezzi per raggiungere i loro scopi. L'erosione del
nazionalismo economico e la crescita dell'insicurezza economica sta anche
fornendo un terreno fertile per l'ascesa della politica fondamentalista
delle destre, con partiti che usano la realtà dell'insicurezza economica per
alimentare il fuoco dell'insicurezza culturale, e riempire il vuoto lasciato
dal collasso del nazionalismo economico e della sovranità economica, con
l'agenda pseudo nazionalista del "nazionalismo culturale".
A livello globale, la retorica dello "scontro di civiltà", e la guerra
contro l'Islam, svolgono la stessa funzione svolta a livello nazionale dalle
agende politiche, mirate all'esclusione, del nazionalismo culturale e
dell'ideologia fondamentalista.
La convergenza del fondamentalismo
Due forme di fondamentalismo sembrano convergere e diventare reciprocamente
il rinforzo e il sostegno l'una dell'altra.
La prima è il fondamentalismo di mercato della globalizzazione stessa.
Questo fondamentalismo ridefinisce la vita come merce, la società come
economia, e il mercato il mezzo e il fine dell'iniziativa umana. Il mercato
è reso principio organizzativo del rifornimento di cibo, acqua, salute,
istruzione e di altri bisogni basilari, è reso principio organizzativo
dell'autorità governativa, è reso misura della nostra umanità.
La nostra umanità non discende più dai diritti umani fondamentali custoditi
in tutte le costituzioni e nella dichiarazione dei diritti umani
dell'O.N.U.. Ora è condizionata dalla nostra capacità di "comprare" la
soddisfazione ai nostri bisogni sul mercato globale, dove le condizioni di
vita - cibo, acqua, salute, conoscenza - sono diventati la merce suprema
controllata da una manciata di multinazionali. Nel fondamentalismo di
mercato della globalizzazione, ogni cosa è merce, ogni cosa è in vendita.
Nulla più è sacro, non c'è più nessun diritto fondamentale dei cittadini e
nessun dovere fondamentale per i governi.
Il fondamentalismo di mercato della globalizzazione, con l'esclusione
economica intrinseca in esso, sta dando origine, e allo stesso tempo ne è
rinforzato e sostenuto, a politiche di esclusione che emergono in forma di
partiti politici basati su "fondamentalismo religioso"/xenofobia/pulizia
etnica e sul rafforzamento del patriarcato e della divisione in caste. La
cultura della mercificazione ha fatto crescere la violenza contro le donne,
con l'aumento della violenza domestica, l'aumento degli stupri, con il
feticidio epidemico da parte delle madri, con un crescente traffico di
prostituzione.
La globalizzazione come progetto patriarcale ha rinforzato l'esclusione
propria del patriarcato. Anche le atrocità contro i dalit hanno registrato
un aumento come conseguenza della globalizzazione, mentre le caste più alte
godono di nuovi poteri grazie alla loro integrazione nel mercato globale, e
vogliono anche usurpare le risorse dei poveri e degli emarginati,
specialmente dei dalit e dei tribali, per lo sfruttamento commerciale. La
riforma agraria che avrebbe reso inalienabili i diritti sulla terra dei
dalit REFNOTE(1) , non è stata fatta. E' in corso invece un tentativo di
annullare la protezione costituzione dei diritti sulla terra delle tribù,
sancita dall'articolo V della costituzione.
Sono soprattutto donne, dalit, tribali, minoranze le vittime dell'impatto
sociale ed economico della globalizzazione. Nuovi movimenti di solidarietà,
come Indian People's Campaign against W.T.O., stanno formando nuove alleanze
tra diversi movimenti. Tuttavia i movimenti popolari sono battuti dalle
politiche di esclusione emergenti.
L'insicurezza economica rende i cittadini vulnerabili alle politiche basate
sull'esclusione. Per coloro che sono al potere, o che vogliono raggiungerlo,
la politica di esclusione è diventata una necessità politica. Diventa
necessaria per riempire il vuoto lasciato dalla fine della sovranità
economica e dello stato sociale, e sostituire l'identità politica con una
politica basata sui diritti economici.
Diventa necessaria per sviare l'attenzione pubblica dall'impatto negativo
della globalizzazione e per spiegare la carenza di lavoro e di mezzi di
sostentamento, e la mancanza delle soddisfazioni ai bisogni di base come
risultato dalla globalizzazione economica in termini di competizione per i
lavori e per le risorse scarse da parte delle "minoranze" e degli
"immigrati". Fondamentalismo e xenofobia nascono come serve della
globalizzazione delle multinazionali, in modo da dividere, distogliere e
distrarre la gente, dispensando meschinità e protezione dal progetto della
globalizzazione.
In India, ogni votazione dal 1991 è stata una votazione contro la
globalizzazione e la liberalizzazione del commercio che sta creando 10
milioni di nuovi disoccupati all'anno, sta riducendo alla miseria i
contadini e negando ogni concessione agli emarginati. Questo è cambiato nel
2002 con l'elezione di Gujarat che è seguita al massacro di 2000 mussulmani
e con la violenta manomissione dell'agenda elettorale a danno dei bisogni
primari, per porla nel contesto e nel conflitto tra maggioranza e minoranza.
L'aritmetica ha garantito la vittoria al partito che ha creato una divisione
tra le comunità di maggioranza e di minoranza, seminando paura e odio
reciproci con violenze e assassini. Questa agenda politica basata su
violenza ed esclusione viene ora messa a punto per tutte le prossime
elezioni.
E mentre erano in corso gli assassini, e l'interesse nazionale era
incentrato sulla lotta al comunalismo e al fondamentalismo, l'agenda della
globalizzazione è stata velocemente messa in primo piano. Sono stati
autorizzati gli OGM, sono cambiate le leggi sui brevetti per consentire
brevetti sulle forme viventi, è stata introdotta una nuova politica idrica
basata sulla privatizzazione, e sono state introdotte nuove politiche per
smantellare la sicurezza di mezzi di sussistenza per i coltivatori e di cibo
per le persone. Gli stanziamenti per il 2003 hanno ulteriormente imposto
l'agenda della globalizzazione, utilizzando il diversivo delle divisioni
religiose e tra comunità, e così dissipando l'opposizione democratica.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, la guerra contro l'Iraq è diventata un
conveniente diversivo dai problemi della globalizzazione e dalla crescita
della disoccupazione e dell'insicurezza economica. Una politica di odio sta
diventando il sostegno indiretto per i progetti della globalizzazione che
sono falliti e che stanno fallendo.
Abbiamo bisogno di una nuova politica di solidarietà e pace che affronti
simultaneamente la violenza e l'esclusione intrinseche nella
globalizzazione, la violenza del terrorismo e del fondamentalismo e la
violenza della guerra. Le diverse forme di violenza e le diverse forme di
fondamentalismo hanno radici comuni, e hanno bisogno di una risposta comune.
La globalizzazione è intollerante nei confronti della decentralizzazione
economica, della democrazia economica e della diversità economica. Il
terrorismo e il fondamentalismo sono intolleranti verso la diversità
culturale. E la macchina di guerra è intollerante nei confronti di tutto ciò
che è "altro" e rispetto ad una soluzione pacifica del conflitto.
La risposta alla globalizzazione è la protezione e la difesa delle nostre
economie diverse, a livello locale e nazionale. La risposta al
fondamentalismo è nel celebrare la nostra diversità culturale. La risposta
alla guerra sta nel riconoscere che l'"altro" non costituisce una minaccia,
ma è il prerequisito stesso della nostra esistenza.
Immaginate quanto sarebbe diverso il mondo se fosse basato sulla concezione
della dipendenza reciproca, anziché sull'attuale concezione dominante
riassunta nell'assunto: "Se io devo esistere, allora tu devi essere
sterminato", oppure "La tua esistenza è una minaccia alla mia esistenza".
In un mondo basato sulla dipendenza reciproca anziché sul dominio,
l'esclusione, lo sterminio, la Monsanto non avrebbe fatto pressioni per
l'accordo TRIPS REFNOTE(2) che minaccia come "ladri" i coltivatori le cui
sementi sono state brevettate dalla Monsanto. Monsanto, Syngenta, Ricetec e
altri bio-pirati riconoscerebbero che le loro riproduzioni sono basate sul
precedente lavoro dei coltivatori.
Se le multinazionali delle biotecnologie potessero capire che l'umanità
dipende dalla biodiversità, che la sicurezza alimentare ha bisogno
dell'impollinazione e di diverse specie di piante, non avrebbero usato
l'ingegneria genetica per produrre le sementi Bt, che uccidono le api e le
farfalle, non avrebbero creato piante resistenti agli erbicidi cancellando
la biodiversità della flora.
Se il presidente Bush potesse vedere il Tigri e l'Eufrate e la civiltà della
Mesopotamia come nostri antenati e riconoscere le nostre radici comuni in
un'evoluzione comune, non si precipiterebbe verso la distruzione delle
radici storiche con missili teleguidati e armi di distruzione di massa.
Se coloro che controllano il capitale potessero vedere che la loro ricchezza
incarna la creatività della natura e il lavoro dell'uomo, non creerebbero
regole di commercio che distruggono la natura e i mezzi di sostentamento.
Il fondamentalismo dei mercati e il fondamentalismo delle ideologie
dell'odio e dell'intolleranza hanno le loro radici nella paura - paura
dell'altro, paura delle capacità e della creatività dell'altro, paura della
sovranità dell'altro.
Stiamo assistendo alla peggiore espressione di violenza organizzata
dall'umanità contro l'umanità, perché stiamo assistendo alla cancellazione
dello spirito di inclusione, di compassione e di solidarietà. Questo è il
costo più alto della globalizzazione - sta distruggendo la nostra stessa
umanità. La riscoperta della nostra umanità è l'imperativo più alto per
resistere e per capovolgere questo progetto inumano. Il dibattito sulla
globalizzazione non riguarda il mercato o l'economia. Riguarda il ricordare
la nostra comune umanità. E il pericolo di dimenticare il significato del
concetto di essere umano.

Note del Traduttore:
FNOTE(1) Dalit: infimo grado del sistema di caste indiano. In India vi sono
oltre 160 milioni di Dalit, che svolgono i mestieri considerati più
degradanti spesso in condizioni di vera e propria schiavitù. (torna al
testo)
FNOTE(2) TRIPS: Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights, cioè
Aspetti riguardanti la proprietà Intellettuale legati al Commercio (si veda:
http://www.kontrokultura.org/archivio/trips.html) (torna al testo)

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