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la sfida della tv digitale terrestre
- Subject: la sfida della tv digitale terrestre
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 12 Apr 2003 15:03:26 +0200
dal sole24ore.it Sabato 05 Aprile 2003 ore 18:56 La sfida della tv digitale terrestre DI CARLO MARIO GUERCI Ovunque la televisione è attualmente il principale mezzo di intrattenimento, un ruolo che si è conquistata in oltre settant'anni di sviluppo. Dopo l'avvento della tv via cavo e della tv via satellite ora si sta avviando una nuova trasformazione, quella della televisione digitale terrestre (Tdt) che dovrebbe arricchire le scelte dei consumatori, consentendo un migliore utilizzo delle frequenze (soprattutto dove esse sono saturate, come in Italia), un cospicuo numero di canali, una migliore qualità video rispetto alla tv tradizionale analogica e una certa interattività. Se ne parla da anni e finalmente sono sorti anche in Europa vari operatori, pur se sono avvenuti rilevanti incidenti di percorso: in Inghilterra un nuovo operatore, iTv - che aveva raggiunto 1,2 milioni di abbonati - e uno in Spagna, Quiero Tv, sono già falliti e ciò, unitamente ad alcuni aspetti tecnici non interamente risolti (come la possibilità di interferenze) ha indotto a rivedere le previsioni di crescita di questa tecnologia. Cavo e satellite. In realtà anche i gestori di tv cavo non se la passano molto bene, come mostra l'esempio inglese, dove Ntl e Telewest sono impegnate in pesanti operazioni di ristrutturazione finanziaria. Oltre 4 milioni di abbonati in Inghilterra e oltre 3,5 milioni in Francia non sono stati sufficienti ai gestori del cavo a far funzionare modelli di business appesantiti dagli investimenti fatti per soddisfare le aspettative sorte con gli sviluppi di Internet e la liberalizzazione dei mercati delle Tlc (digitalizzazione e voce). Anche molti gestori di tv satellitare sono in crisi: i costi per acquisire contenuti validi ad attrarre clienti di pay tv - ad esempio calcio e film - sono elevati, ma senza quei contenuti è impossibile raggiungere una massa critica adeguata. Questo tema è comune a tutti i gestori di televisioni alternative ed è stato alla base del fallimento di iTv, che aveva speso 550 milioni di euro per diritti del calcio, seppure di serie B. La competizione dei nuovi gestori con un colosso come BskyB che ha quasi 5 milioni di abbonati è difficile. Concentrazioni. Dunque, qualunque sia la piattaforma, cavo o satellite, questo segmento di mercato si avvia alla concentrazione, con una forte riduzione del numero di gestori. Si tenga presente l'esempio Usa, dove già ora l'85% degli abbonati fa capo a soli dieci operatori e dove relativamente alla tv satellitare vi è appena stata la cessazione del servizio broadband di DirectTv. L'avvento della televisione digitale terrestre si inserisce in questo quadro generale, molto dinamico, ma anche ricco di incertezza e non proprio confortante. Ovviamente i Governi sono ansiosi di vendere le frequenze disponibili e identiche aspettative hanno i produttori di set top box - indispensabili nei primi anni per adattare i vecchi televisori alla ricezione del segnale digitale - come quelli di semiconduttori e di televisori nuovi, già integrati. Un mercato enorme, se si pensa che solo in Italia vi sono circa 40 milioni di televisori. Anzi una vera e propria rivoluzione, se avverrà. Ma avverrà? E con che tempi? In Inghilterra. Piuttosto che tentare previsioni nel vuoto conviene riflettere sull'esperienza inglese, dove la televisione digitale ha già raggiunto 8 milioni di persone, mentre la digitale terrestre ha 1,2 milioni di abbonati - con Freeview, che attraverso Bbc, Crown Castle International e BSkyB, ha rilevato la fallita iTv. Uno studio di Dart ha mostrato che: la principale spinta a abbonarsi (79%) è stata la disponibilità di canali, seguita dalla migliore qualità delle immagini; i giovani più degli anziani sono favorevoli al cambiamento; i maggiori ostacoli hanno riguardato i costi elevati dell'attrezzatura; i meno attratti sono le persone che vivono in piccoli appartamenti e non hanno figli. Oltre alla numerosità dei canali (una trentina nel caso di Freeview) e alla qualità delle immagini la Tdt consente l'adozione di Epg (Electronic program manager) con i quali fare una accurata scelta in tempo reale dei programmi, cambiandoli a piacere o predefinendoli, e di videoregistratori in grado di gestire in modo intelligente la visione, ad esempio registrando in automatico taluni programmi, di fare fermi di immagini, eventualmente di scegliere le categorie di messaggi pubblicitari graditi. Negli Usa due produttori, TiVo e Open Tv hanno già installato (al 2002) circa 600mila videoregistratori ciascuno. Un business model completo di Tdt si dovrebbe reggere non solo sulla potenzialità di abbonamenti - generali o tematici - e sugli introiti pubblicitari, ma anche sulla possibilità di utilizzare la tv come strumento di e-commerce, di votazione, per scommettere, per giocare, per utilizzare video su domanda. Per ora i numeri relativi a qualche forma di interattività attraverso la televisione digitale, terrestre o no, sono molto limitati: nel regno Unito solo il 6% ha utilizzato la tv per e-commerce (in Francia l'1%) e solo il 16% ha utilizzato qualche forma di interattività, mentre il successo del video on demand è ancora modesto. È forse stupefacente che per ora l'84% dei ricavi della tv interattiva di BSkyB proviene dalle scommesse. Un'altra valutazione interessante viene da Carmel Group, il quale stima che i ricavi della televisione interattiva negli Usa, attualmente attorno al miliardo di dollari, diventeranno 3 miliardi di dollari, ma al 2005. L'interattività. Comunque quando si parla di interattività occorre fare attenzione, in quanto la Tdt, diversamente dal cavo, non è capace di per sé di alcuna interattività, che invece può recuperare facendo ricorso a canali di ritorno offerti dalle telecomunicazione (telefonia cellulare, xDsl, o addirittura fibra ottica. Le domande di fondo sono ancora numerose: la Tdt consentirà la convergenza piena di pc e di tv? Avremo un solo strumento, capace di visione, di interazione e di capacità elaborativi? La Tdt sconfiggerà la tv cavo e quella satellitare? I tempi del passaggio dalla televisione analogica a quel la digitale saranno rapidi? La mia risposta è sostanzialmente negativa a tutte queste domande. Relativamente alla convergenza tv-pc la tabella qui pubblicata fornisce una rappresentazione, credo completa, delle differenze ineliminabili, almeno in un periodo breve e medio. I due strumenti continueranno a convivere e a completarsi uno con l'altro, cosi come si completano la tv e la radio o la telefonia fissa e quella mobile o le diverse modalità di trasporto. La convergenza è tra piattaforme tecnologiche più che sui terminali, che rimarranno differenti. Per quanto riguarda invece la concorrenza tra tv cavo, satellitare e Tdt, va osservato che l'evoluzione sarà diversa da Paese a Paese: dove cavo e satellite sono già forti è improbabile che la Tdt abbia molta presa, mentre diversa è la situazione dove, come in Italia, il cavo è sostanzialmente assente. Ma va anche osservato che la televisione tradizionale è ancora molto radicata e i tempi del passaggio saranno probabilmente assai più lenti di quanto solitamente è stimato. Sviluppo lento. Infatti sembra che la Tdt giochi buona parte delle sue prospettive sulle diverse forme di interattività, ma l'interattività "forte" si svilupperà molto lentamente, mentre quella "debole" origina servizi a basso valore. È difficile prevedere la data in cui la tv analogica sarà "spenta", ma penso che ciò non avverrà prima del 2010. Una risposta più favorevole potrà venire se le nuove generazioni si orienteranno diversamente e se i consumatori dedicheranno ancora più tempo a entertainment e informazione; ma, come si è detto molto bene, siamo infatti in un mondo «ricco di informazione, ma povero di tempo». Una considerazione finale riguarda la stessa logica tecnologica e economica della Tdt. Quando se ne cominciò a parlare le telecomunicazioni erano assai arretrate, di banda larga se ne discuteva solo tra tecnici e le tecnologie di compressione digitale erano agli albori. Ma attualmente, e soprattutto in un Paese come l'Italia, che ha la minore distanza nel mondo tra le centraline e le borchie utenti, vi sono grandi possibilità di fare televisione attraverso forme di banda larga su cavo (oltre che, naturalmente, su fibra ottica). Con gli sviluppi delle tecnologie di compressione 1,5 mb sono sufficienti per dare un ottimo video, ma vanno considerati gli sviluppi che sono già possibili, con rilevanti incrementi dell'ampiezza di banda, della potenzialità del canale di ritorno e della distanza dalla centrale, e con nuovi miglioramenti nelle tecnologie di compressione. In Italia dopo il 2006. Quando la Tdt avrà fatto i suoi primi passi concreti - penso dopo il 2006 in Italia - i potenziali clienti avranno la scelta, accanto alla tv satellitare, della televisione su xDsl o su altre modalità che potranno persino arrivare a livelli di risoluzione vicini a quelli della televisione ad alta definizione. In tre-quattro anni le tecnologie di trasmissione e di accesso delle telecomunicazioni avranno fatto grandi passi in avanti e avranno trasformato le attuali proposte in importanti offerte commerciali. Già oggi vi sono significativi esempi con Kinston Communication nel Regno Unito, Foxtel-Optus in Australia e in casa nostra con Telecom Italia. Certo però, che a quel momento gli operatori di Tlc dovranno a loro volta trovare modelli di business diversi da quelli attuali, perché inevitabilmente si ridurranno i ricavi e i margini sul trasporto, mentre diventeranno fondamentali quelli presenti in altre fasi della catena del valore, principalmente quella dei contenuti e dei servizi innovativi. A quel punto si dovrà rispondere a nuove imponenti domande, e la prima sarà relativa ai rapporti tra le imprese di Tlc, i broadcaster e l'intero mondo dei media.
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