"La terra a rischio"



Diabasis ha appena pubblicato la «Carta della terra», un documento
fondamentale sulla sua difesa e salvaguardia, autorevolmente commentato da
Elisabeth M. Ferrero e Joe Holland, con prefazione di Tom Berry e
introduzione di Roberto Tagliaferri.
Inviamo il notiziario eRoads, 2003.2 interamente dedicato alla «Carta della
terra», con un'anticipazione del testo di Roberto Tagliaferri.
Vi preghiamo di far girare la nostra comunicazione.

Ufficio stampa Diabasis

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Ave Ghirelli
Ufficio stampa Edizioni Diabasis
via Emilia S. Stefano, 54
42100 Reggio Emilia
Tel. 0522/432727
Fax. 0522/434047
e-mail riveroad at diabasis.it
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eRoads
Notiziario informatico delle Edizioni Diabasis

2003.2


Agli amici lettori

Mentre violenza, guerra, e livelli di irragionevole bulimìa della civiltà
divorano la terra, con il rischio di "globalizzare" lo spreco e il dominio,
Diabasis pubblica in anteprima mondiale la "Carta della terra", un
documento fondamentale autorevolmente commentato.
Ce la ricorderemo questa terra
Leonardo Sciascia

Ufficio stampa Diabasis

P. S.
In maggio uscirà la nuova edizione di: Riccardo Petrella, Il bene comune.
Elogio della solidarietà.
Sono in libreria:
Paolo Bagnoli, Il metodo della libertà. Piero Gobetti tra eresia e rivoluzione;
Michael Walzer, Il Filo della politica. Democrazia, critica sociale,
governo del mondo


VETRINA

Carta della terra. Manuale di riflessione per l'azione
Commento di Elisabeth M. Ferrero e Joe Holland
Prefazione di Thomas Berry
Introduzione all'edizione italiana di Roberto Tagliaferri
Formato 13x21, pp.160, euro 13,30 collana Hevel

Fondata sul rispetto e cura delle comunità dei viventi, sull'integrità
ecologica, sulla giustizia sociale ed economica e sulla democrazia, la
non-violenza e la pace, la Carta della Terra riconosce nella Terra non più
un deposito di risorse, bensì una presenza spirituale che prorompe nelle
diverse forme di vita. Una chiamata concreta a una diversa consapevolezza,
individuale e collettiva. Un libro per la vita. Una visione nuova,
olistica, che implica una rottura culturale ed epistemologica con
l'antropocentrismo dominante e "divoratore".


Elisabeth M. Ferrero, docente presso l'Università Saint Thomas di Miami,
Florida (USA), è impegnata sin dal 1988 nella stesura della Carta della
Terra (Earth Charter), del cui Comitato Direttivo è membro, oltre che
responsabile del coordinamento italiano. Ha fondato il Programma di Studi
di Ecologia dell'Università Saint Thomas, ad Assisi e in Ecuador.

Joe Holland, docente all'Università Saint Thomas, è Presidente della
Federazione statunitense di Pax Romana (Movimento Cattolico per gli Affari
Intellettuali e Culturali), membro del Gruppo Internazionale di Lavoro
sull'Ecologia e Senior Fellow del Consorzio Internazionale per la Religione
e l'Ecologia. Ha pubblicato diversi studi, tra i quali, in collaborazione
con Peter Henriot, Social Analysis, tradotto in sei lingue e giunto alla
quindicesima edizione.

Thomas Berry, studioso della Cina e dell'India, monaco, filosofo, storico
della cultura e scrittura, è una delle "voci" più autorevoli sul rapporto
tra uomo e natura. Newsweek lo ha definito "la figura più provocatoria tra
la nuova corrente degli ecoteologi". E' professore emerito alla Fordham
University di New York.

Roberto Tagliaferri, docente all'Istituto di Liturgia pastorale Santa
Giustina di Padova, si occupa di studi di epistemologia, estetica e di
questioni legate al rito. Ha pubblicato, fra gli altri, La violazione del
mondo (Roma, 1996).

Ai lettori di eRoads offriamo in lettura l'introduzione alla "Carta della
terra" di Roberto Tagliaferri, direttore della collana che la contiene:
Hevel, una collana come un soffio. Vedere in postscriptum a eRoads


FRESCHI DI STAMPA

Paolo Bagnoli, Il metodo della libertà. Piero Gobetti tra eresia e rivoluzione
Il libro presenta un'organica raccolta di studi sulla riflessione politica
di Piero Gobetti, sul rapporto tra l'idea della libertà e il problema
storico italiano affronta, inoltre, il problema dell'interpretazione
gobettiana e delle critiche che gli sono state rivolte negandone il profilo
liberale e contestandone la natura del messaggio politico: messaggio che, a
parere dei critici, è all'origine dell'equivoca filiera politico-culturale
che ha avuto la sua espressione più significativa nel fenomeno azionista.
All'opposto dunque delle convinzioni che l'autore esprime.
Formato 13x21, pp.168, euro 12,00 (Biblioteca di Cultura Civile)

Federico Garcìa Lorca, Il retablillo di Don Cristobal (a cura di Elena
Carpi e Francesco Guazzelli)
Viene proposto per la prima volta al lettore italiano in volume il
Retablillo, il testo di Garcìa Lorca per il teatro di burattini, nella
traduzione e cura di Elena Carpi, con introduzione di Francesco Guazzelli.
Una traduzione che prende il via da uno specifico adattamento del testo:
quello che il poeta portò in scena a Buenos Aires nel 1943 e che coincise
con il saluto e il ringraziamento di Lorca agli amici argentini. La
traduzione ha voluto privilegiare il ritmo e la musicalità del testo per
esaltarne al massimo le invenzioni farsesche, quelle incarnate dal
personaggio di Don Cristobal, macchietta della tradizione andalusa.
Formato 13x21, pp. 64, euro 11,50 (Il castello di Atlante)

Anna Czajka, Tracce dell'umano. Il pensiero narrante di Ernst Bloch
Il primo studio in Italia a tentare una ricostruzione interpretativa
dell'opera letteraria del filosofo Ernst Bloch, attuato in riferimento a
Spuren (Tracce), il suo libro più narrativo e poetico, dove generi diversi
si mescolano e congiungono. Nel libro viene ricostruita la poetica della
narrazione che sottende Tracce e indicato il suo parallelismo con la
musica, oltre ad essre identificato come il tentativo più profondo e
integrale di narrazione del "bene" come orizzonte di una realtà in divenire.
In un tempo in cui speranza, felicità e verità sembrano dimenticate, merita
di essere ripreso come lascito e come stimolo per il terzo millennio.
Formato 16x23, pp. 238, euro 18,00 (Montefalcone Studium)


PROSSIMAMENTE

o   Eugenio Turri, Viaggio a Samarcanda
o   Ezra Pound e la sorgente dei sette laghi (a cura di Maria C. Luca Ferrero)
o   Vanni Blengino, Il vallo della Patagonia. I nuovi conquistatori:
militari, scienziati, sacerdoti, scrittori
o   La saggezza del vivere (a cura di Alberto Sinigaglia)
o   Un Po d'acque (a cura di Ireneo Ferrari, Lucio Gambi, Gilmo Vianello)
o   Davar 2003.1  "Solitudini" (a cura di Anna Giannatiempo Quinzio)
o   Apocalisse di Giovanni, con un saggio sulla musica della fine del mondo
Super Apocalypsim musica
   (a cura di Gianni Garrera),
o   Manlio Cancogni, Gli scervellati
o   Riccardo Petrella, Il bene comune
o   Stefano Scansani, Orapronobis
o   Camilla Cattarulla, Di proprio pugno. Autobiografie di emigranti
italiani in Argentina
o   Alessandro Clericuzio, Grottesco americano. I racconti di Flannery O'Connor
o   Roberto Amato, Le cucine celesti


ULTIME USCITE (in eRoads n. 2003.1 si parla)

o   Silvio D'Arzo, Casa d'altri. Il libro, a cura di Paolo e Andrea Briganti
o   Raffaele Comparoni (Silvio D'Arzo), Luci e penombre, a cura di Gabriele
Pedullà
o   Paolo Zermani. Architetture 1983-2003
o   Giovanni Michelucci, Catalogo dei disegni, Vol. I
o   Elisabetta M. Agostini, Giuseppe Poggi. La costruzione del paesaggio
o   Rossella Ardenti, Giovanni B. La Sala, La maternità possibile. I
vissuti delle coppie sterili, la fede e la procreazione assistita
o   AA.VV., SD&S. SocietàDonne&Storia 1/2002
o   Maurizio Garuti, Vito e le donne. Storie d'amore e di cucina
o   Andrea Briganti, Ramblas e altri racconti iberici
o   Foscolo Focardi, L'anglista sentimentale. Dizionario portatile di
cultura, lingua e civiltà inglese
o   Alejo Carpentier e Paolo Gasparini, La città delle colonne/La casa está
en la calle
o   Massimo Quaini, La mongolfiera di Humboldt
o   Paesaggio: pratiche, linguaggi, mondi (a cura di Angelo Turco)
o   Michael Walzer, Il filo della politica. Democrazia, critica sociale,
governo del mondo
o   Gian Ruggero Manzoni, Il morbo
o   Mario Molinari, Buvette Mimosa. Narrazioni, saggi, divagazioni
o   Nicola Baldoni, Nudo Rosso
o   Alberto Bertoni, Il sosia di Providence e altri incontri fra l'Emilia e
l'America
o   Giulio Iacoli, Atlante delle derive. Geografie da un'Emilia
postmoderna: Gianni Celati e Pier Vittorio Tondelli


INFORMAZIONI UTILI

-- Se desidera ricevere il notiziario a stampa Riveroads, è pregato di
inviare una mail con l'indirizzo "fisico" a cui recapitarlo.

- E' possibile con una mail richiedere eRoads 2003.1

- Dei volumi trattati possono essere richieste le schede editoriali cartacee.

- La casa editrice avrà cura del suo indirizzo, a norma della legga 675/96
sull'osservanza della privacy.

- Se non desidera ricevere eRoads è pregato di inviare una mail a:
riveroad at diabasis.it con la scritta: unsubscribe

- Ufficio stampa: Ave Ghirelli

- Ufficio commerciale: Simonetta Bocedi




LETTURE

Roberto Tagliaferri, Introduzione alla Carta della terra


"La nuova collana Hevel esordisce con un commentario alla Carta della
Terra, che si annuncia come il primo a livello editoriale nel mondo e come
autorevole testo esegetico compilato da due studiosi della St. Thomas
University di Miami impegnati nell'elaborazione del documento.
La Carta della Terra nasce dalla collaborazione del Consiglio della Terra,
costituito in seguito al Vertice di Rio de Janeiro (1992), con la Croce
Verde Internazionale, organismo attento alle tematiche ecologiche, guidato
dall'ex presidente dell'URSS Mikhail Gorbachev. La Commissione per la Carta
della Terra del 1997 riuniva i rappresentanti dei cinque continenti con
cinque co-Presidenti: per l'Africa e il Medio Oriente, per l'Asia ed il
Pacifico, per l'Europa, per l'America Latina e i Caraibi, per l'America del
Nord. Il Segretariato per la Carta della Terra, con il Consiglio per la
Terra, trovò sede in Costa Rica a San José. Nell'intenzione dei
responsabili la Carta della Terra avrebbe dovuto essere un "patto tra i
popoli", che raccoglieva le osservazioni dei Comitati nazionali
(attualmente ne esistono 53). Il 24 marzo 2000 la Commissione ha pubblicato
la redazione finale del documento, che qui è riproposto e che solo per i
reconditi misteri della politica non ha avuto l'avallo al Vertice di
Johannesburg del 2002.
La rilevanza del testo va ben oltre l'immeritato smacco subito in Sud
Africa: è opinione comune che quella qui indicata è la direzione
obbligatoria e che l'approvazione degli Stati membri dell'ONU è solo
rinviata. La Carta della Terra rappresenta, infatti, una svolta epocale
nell'autocomprensione dell'uomo del XXI secolo, integrando la Dichiarazione
dei diritti dell'uomo del 1948 in una prospettiva ecocompatibile di
conservazione ambientale e di sviluppo sostenibile. Il nuovo documento
ricalca il genere letterario dei testi costituzionali e programmatici: al
preambolo, che annuncia "una svolta critica nella storia del Pianeta",
seguono i principi regolativi. Oramai è tempo di invertire la rotta dello
sviluppo tecnologico e dei consumi, perché il rapporto tra benefici e costi
registra un saldo negativo. La responsabilità verso l'avvenire del Pianeta
e verso le nuove generazioni impone un'urgente presa di coscienza
collettiva per una prassi diversa. All'immagine della centralità dell'uomo
vitruviano di Leonardo deve seguire una prospettiva ecologica, in cui
l'uomo è parte integrante dell'ecosistema. La fine dell'antropocentrismo è
evidente non solo per l'Occidente, che si è sviluppato in un quadro
dell'uomo "misura di tutte le cose", ma per tutte le culture che, a seguito
della globalizzazione, hanno perduto l'equilibrio tradizionale con
l'ambiente.
Le ripercussioni della Carta della Terra sono radicali e sconvolgenti a
tutti i livelli: nelle abitudini e nella ridefinizione della qualità della
vita, nell'economia e nello sviluppo tecnologico, nell'architettura degli
edifici con materiali eco-compatibili, nella visione del mondo e
nell'azione politica, nella pedagogia e nella programmazione curriculare
degli studi. Se la modernità ha avuto nell'annuncio della morte di Dio uno
dei momenti più spettacolari, oggi pare più pertinente affermare che
"l'uomo è morto", perché è finito il mito umanista delle contrapposizioni
uomo/animale, individuo/ambiente, cultura/natura. Se la crisi del modello
tecnico-consumista conquista ogni giorno nuovi adepti, per l'esperienza del
rovesciamento tra costi e benefici a vantaggio di un nuovo modello di
sviluppo, molto più problematico e doloroso si preannuncia il passaggio da
una concezione antropocentrica a un paradigma complesso e policentrico,
dove interagiscono poli complementari e antagonisti come il sistema
genetico, l'ecosistema, il cervello e la cultura-società. Il policentrismo
produce un pensiero complesso, detto anche paradigma olistico. In esso
coesistono ordine e disordine, legge e caos, come afferma Edgar Morin, uno
dei maggiori pensatori del policentrismo epistemologico. La scienza, un
metodo conoscitivo che tenta di mettere certezza nell'incerto, è costretta
a rivedere i propri presupposti epistemologici. Senza rinunciare al
tentativo di trovare gli elementi nomotetici del reale, per un sapere
comunicativo che permetta all'altro di interloquire, essa deve ammettere la
complessità degli elementi idiografici e non quantitativi, come la
coscienza. Bisogna superare lo storico steccato tra scienze della natura e
scienze dello spirito; ma questo significa ridisegnare la mappa dei nostri
modelli culturali. Per questa ragione la Carta della Terra potrebbe essere
all'origine non di una delle tante rivoluzioni scientifiche, ma di un nuovo
inizio, che esige "un cambio interiore, un cambio della mente e del cuore".
Senza voler sottovalutare la novità del paradigma olistico, secondo Lee
Smolin pari alla scoperta darwiniana dell'evoluzione, bisogna sottolineare
il carattere etico di solidarietà con ogni forma di vita. Come Darwin
scoprì l'evoluzione biologica, per cui la specie è correlata
diacronicamente all'intero sistema, così l'ecologia ci avverte come essa
sia connessa sincronicamente con tutte le altre e con l'intero sistema
Terra, in cui si produce un anello di azioni e retroazioni, di squilibri e
di riequilibri.
L'ecologia della Carta della Terra è una nuova coscienza dell'intima
connessione dell'uomo con il creato in un quadro organico interconnesso.
Per questo, sorprendentemente, il documento richiama l'ispirazione
spirituale dell'ecologia, "riconoscendo che tutti gli esseri viventi sono
interdipendenti e che ogni forma di vita ha un valore intrinseco,
indipendentemente dalla sua utilità per gli esseri umani".
Il carattere epocale di questa svolta nella vicenda umana rende pressante
l'impegno pedagogico e culturale verso un'ecologia della mente,
giustificando l'impegno della nuova collana Hevel con questo primo volume a
commento della Carta della Terra.
Hevel è lemma impiegato da Qoélet nella Bibbia per esprimere la cosmica
inconcludenza in cui l'uomo, lungi dall'avere in mano il bandolo della
matassa del destino del mondo, si scopre esposto a un gioco più grande di
sé. "Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è
vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla
polvere e tutto ritorna nella polvere. Chi sa se il soffio vitale dell'uomo
salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?" (Qo.
3,19b-21).
Il presente commento alla Carta della Terra è un documento programmatico
per favorire un dibattito e preparare il passaggio dalla cultura
antropocentrica al modello ecologico della complessità e della cosmica
inconcludenza."