biodisel: noccioline ne



da lanuovaecologia.it
 
  Venerdì 14 Marzo 2003 
 
BIODIESEL|Una proposta di mobilità alternativa al petrolio
 
Noccioline... nel motore  
 
 
Biodiesel Rinnovabile, pulito e con emissioni praticamente pari a zero. Nonostante la serie di indubbi vantaggi, però, il combustibile "verde" non decolla. Il freno principale è il prezzo, non ancora competitivo
 
 
di Marco Giovenco
 
Rinnovabile, pulito e con emissioni praticamente pari a zero. È il biodiesel, alternativa ecologicamente valida al tradizionale gasolio da trazione, da riscaldamento e ai consumi petroliferi in generale. Viene ottenuto da materie prime rigenerabili come semi di colza, arachidi, soia, girasole e olii alimentari esausti 
 
Biodiesel
dai quali, dopo una reazione chimica chiamata transesterificazione, scaturisce il combustibile "verde". Un ettaro di terreno coltivato rende circa 400 chili di biodiesel e in Italia è prodotto principalmente da Novaol, Fox-Petroli, Martini, Italbioil e Comlube.
 
Ma sarà vero che inquina meno del gasolio tradizionale? «Il biodiesel - fanno notare all'Ente nazionale energia e ambiente - non contiene zolfo, principale causa delle piogge acide, e consente di rallentare il surriscaldamento progressivo del pianeta, meglio noto come effetto serra. L'anidride carbonica emessa, infatti, è di origine vegetale e viene risintetizzata dalle piante». In poche parole «un'anidride carbonica rinnovabile», in perfetta linea con gli obiettivi stabiliti dal Protocollo di Kyoto.
 
Studi di impatto ambientale rilevano che per ogni tonnellata di gasolio tradizionale sostituito con biodiesel si risparmiano circa 2 tonnellate di anidride carbonica, inoltre le emissioni prodotte presenterebbero minori concentrazioni di particolato e di sostanze cancerogene. L'impiego di biodiesel allo stato puro nei motori già predisposti garantisce notevoli risultati sul fronte dell'abbattimento di sostanze inquinanti, mentre per altri tipi di motore può essere miscelato in percentuali comprese fra il 5 e 
 
Biodiesel
il 30% senza obbligo di alcuna modifica tecnica.
 
Le prestazioni dei veicoli rimangono pressoché invariate e negli ultimi anni, sulla base dei risultati incoraggianti, molte città italiane hanno avviato la massiccia sperimentazione del combustibile "verde" con i mezzi di servizio municipali e per il trasporto pubblico. E sono già tantissimi i privati che hanno deciso di utilizzarlo anche su mezzi aziendali.
 
Nonostante la serie di indubbi vantaggi, però, il biodiesel non decolla. Perché? Freno principale è il prezzo, non ancora competitivo. La produzione su vasta scala è strettamente connessa allo sviluppo di una filiera che, in maniera conveniente, deve far convergere settori istituzionali, della ricerca, dell'agricoltura, dell'industria e parti sociali. Fino ad ora lo Stato ha defiscalizzato la produzione di biodiesel entro le 300.000 tonnellate, limite che, si stima, dovrebbe consentire di soddisfare il consumo dei mezzi di servizio in quelle città che presentano situazioni ambientali più critiche. Inoltre sussistono ancora oggettive difficoltà per la distribuzione in rete. Ma qualcosa sta cambiando e l'Europa è tra i maggiori produttori di biodiesel. Una chiara politica strategica e ambientale che porterà al tramonto dell'oro nero?