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telefonini di terza generazione
- Subject: telefonini di terza generazione
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 09 Mar 2003 08:51:04 +0100
dall'unita' di domenica 23 - 2 - 2003 ___________________________________________________________________ Telefonini, la terza generazione può attendere di Gildo Campesato Si calcola che nel mondo siano oltre un miliardo gli utenti di telefonia cellulare. Cifra enorme per un servizio che vanta poco più di un decennio di vita. Eppure, proprio nelle ragioni di un indubbio e rapido successo stanno le potenzialità di una crisi latente: se nei Paesi emergenti la crescita quantitativa della domanda di telefonia cellulare ha ancora enormi potenzialità davanti a sè, è nei Paesi più ricchi che il mercato mobile «tradizionale» appare ormai saturo. Non a caso, operatori e costruttori si chiedono con sempre maggior ansia come aumentare il fatturato e far crescere profitti finiti sotto pressione per il calo delle tariffe seguito a una concorrenza sempre più forte. La fonia poi è ormai una «commodity» che rende poco (anche se per molti gestori mobili rappresenta oltre il 90% del fatturato) e non è nella fascia bassa del mercato che si fanno gli utili in bilancio. Questa premesse spiegano perché tutti siano alla ricerca di una nuova via al profitto. La parola magica non è più «voce» come è stato sino ad oggi, ma «servizi». Ovvero, il telefonino non serve più solo a parlare, ma soprattutto ad inviare fotografie, a scaricare files musicali e giochi, a guardarsi i gol della squadra del cuore, a mandare messaggi in cui parole, immagini, suoni si integrano in un unico supporto. Questo ovviamente per il mercato consumer. Per quanto riguarda la clientela business, meno numerosa ma dal portafoglio più generoso, l'opportunità offerta è di mettersi in tasca un ufficio mobile e miniaturizzato che consente di gestire le mail, accedere all'Intranet aziendale, scambiarsi files con i clienti. Tutte occasioni per le quali i consumatori, individui o aziende che siano, saranno disponibili a spendere di più, ad usare il telefonino in maniera diversa, a mettersi sempre più in rete aumentando l'Arpu, il ricavo per utente chè è diventato l'incubo di tutti gli operatori mobili. Se queste sono le premesse di una scommessa che promette rinnovati sorrisi, non sorprende che pur in tempi di crisi il «3GSM Forum» di Cannes, il principale appuntamento europeo dedicato alla telefonia mobile, abbia chiuso i battenti con cifre da record quanto a partecipazione. Privati delle abbondanti libagioni cui si erano abituati, i topi tornano a sentire odore di formaggio e si precipitano in massa. Anche se non è ancora chiaro a tutti dove sia veramente la mensa. Ad esempio, dell'Umts a Cannes si è visto ancora poco. Temendo una trappola, molti preferiscono rimanere sul più sicuro e solido terreno del Gsm che nella versione avanzata Gprs promette servizi innovativi e soddisfacienti senza che i gestori debbano spendere subito troppi soldi nell'implementazione delle nuovi reti. Certo, non sarà il regno della videotelefonata pura o della navigazione su Internet a velocità decente come promette l'Umts, ma il mercato può per ora accontentarsi: se intanto qualcuno ha deciso di fare da cavia nel business di terza generazione, lo si potrà inseguire più avanti, ringraziandolo per aver mostrato in anticipo le insidie del nuovo terreno. La parola multimedialità mobile, che è diventato il nuovo credo del settore, nasconde però oltre che opportunità anche molte insidie per gli operatori tradizionali. Se dobbiamo portarci l'ufficio in tasca, non si capisce ad esempio perché invece dei servizi del gestore mobile non si debbano utilizzare per la connessione i servizi dell'Internet provider di fiducia che magari ci propone prezzi meno care. « Standardizzazione» è la parola d'ordine della Gsm association, la maggior associazione mondiale della telefonia mobile di cui il direttore generale di Tim Mauro Sentinelli è fresco deputy chairman: ottimo impegno se mira a facilitare la vita dei consumatori e lo sviluppo del mercato. Un po' meno se la parola standard nasconde la voglia di mantenere nelle mani dei gestori il monopolio degli accessi mobili. Nemmeno i costruttori di telefonini, però, possono cullarsi troppo sull'idea di un futuro senza strappi. La multimedialità promette grandi acquisti dei nuovi cellulari che la consentono. Ma chi controllerà le (cruciali) tecnologie e le piattaforme di collegamento? Sinora il manico del coltello era saldamente in mano ai costruttori. Che non a caso, con Nokia a fare da trascinatore, si sono messi tutti o quasi insieme per controllare i software di collegamento (Symbian è la società in comune creata a questo scopo). Ma se il cellulare non è più un telefonino bensì un computer mobile, come pensare di lasciar fuori il re del settore? Sorprende che la Microsoft di Bill Gates abbia lanciato la sfida anche sui telefonini? Se la nuova generazione di telefonini e servizi mobili promette di cambiare la vita dei consumatori, rischia di sconvolgere ancor più profondamente gli equilibri fra chi si batte sul campo per incassarne i danari. ___________________________________________________________________
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