chi controlla il mercato della luce



     
    
 
il manifesto - 12 Febbraio 2003 
 
Chi controlla il mercato della luce? 
La ristrutturazione del mercato elettrico nell'Europa comunitaria e le sue
conseguenze in Italia. Finito il monopolio Enel, c'è una gara sotterranea
con nomi nuovi, vecchie conoscenze e alleanze inedite. E una ricchissima
posta in palio
GIULIO AVETTA
L'Enel ha deciso di mettere in borsa il 25% di Wind, non appena il mercato
lo consentirà e inoltre di dedicarsi al gas, per distribuirlo alle imprese
e più tardi alle famiglie. L'intenzione è quella di raggiungere in quattro
anni il 20% del mercato, dal 10% attuale. E' lo stesso Enel che ha coperto
per molti anni la domanda elettrica in Italia; tutta la domanda, a meno
dell'attività di municipalizzate e autoproduttori. Con le sue entrate
laterali nella telefonia e nel gas l'Enel si allontana ancora di più dalla
sua missione (se così si può dire). Sono gli effetti prevedibili del
cosiddetto «decreto Bersani», con cui è stata data attuazione in Italia
alla direttiva europea per la liberalizzazione dei mercati dell'elettricità
degli stati membri.

Da una situazione di monopolio, nella quale l'Enel aveva il controllo
pressoché completo di produzione, trasmissione e vendita di elettricità
sull'intero territorio nazionale, si è passati ad una fase di transizione
con l'obiettivo di liberalizzare un mercato, nel quale numerose imprese
possano operare in competizione tra loro.

A vigilare sul buon esito della riforma è l'Autorità per l'energia ed il
gas, istituita proprio per garantire la promozione della concorrenza e
dell'efficienza nel nascente mercato dell'energia.

Schematicamente, l'industria elettrica può essere divisa in quattro macro
settori, produzione, trasporto/dispacciamento, distribuzione, vendita.

La trasmissione (il trasporto di elettricità sui cavi dell'alta tensione
della rete nazionale) e il dispacciamento (la gestione dell'equilibrio
della rete elettrica, per garantire il funzionamento del sistema e evitare
sovraccarichi e black out) sono stati sottratti alla gestione dell'Enel, ma
mantenuti sotto il controllo dello stato, attraverso la creazione del Grtn,
il Gestore della rete di trasmissione nazionale.

Per l'attività di distribuzione dell'elettricità (il trasporto dell'energia
elettrica su cavi a media e bassa tensione fino ai punti di consumo finali)
è stato definito un regime di concessioni pluriennali: in pratica in ogni
comune, alle società che gestivano tale servizio (normalmente ex
municipalizzate), è stata attribuita una concessione trentennale per
esercitare tale attività in esclusiva.

Per i settori della produzione e della vendita di elettricità il decreto ha
previsto l'apertura totale alla concorrenza tra operatori. Di conseguenza è
nel settore della produzione che si è avvertito maggiormente l'impatto
della riforma.

Il decreto Bersani ha infatti imposto all'ex monopolista di cedere parte
delle proprie centrali elettriche, al fine di scendere sotto la soglia del
50% del totale dell'energia elettrica prodotta e importata in Italia.

Tre grandi gruppi di centrali (le cosiddette Genco), sono stati quindi
messi all'asta dall'Enel: in ordine di grandezza Eurogen (che ha l'8,5%
della produzione nazionale totale), Elettrogen (6,6% della produzione
totale) ed Interpower (2,6% della produzione). E' essenzialmente attraverso
la vendita delle tre Genco che si è venuta a creare una situazione di
mercato, con la presenza di una pluralità di operatori di dimensioni
significative.

Alla fine del processo di dismissione delle tre Genco da parte dell'Enel,
il quadro del settore della produzione di elettricità in Italia si è
notevolmente modificato.

Alcuni grandi colossi stranieri sono entrati nel mercato elettrico
nazionale «dalla porta principale», mediante acquisizioni importanti e
alleanze strategiche con partner italiani. E' il caso della spagnola
Endesa, delle francesi Edf e Suez, e, su di un livello inferiore,
dell'austriaca Verbund e della svizzera Atel. Le principali società
ex-municipalizzate, Aem Milano, Acea, Aem Torino, Asm Brescia, Amga Genova,
Hera Bologna, cercano di ritagliarsi un nuovo ruolo nel nascente mercato
libero dell'energia, attraverso alleanze ed acquisizioni che permettano di
raggiungere una dimensione sufficiente a non essere «mangiate» da operatori
più grandi.

Alcuni grandi gruppi industriali italiani, la Fiat e la Cir di De Benedetti
soprattutto, sembrano considerare oggi l'energia come uno dei settori
strategici per il proprio sviluppo futuro, ed hanno investito molto nelle
alleanze con partner stranieri.

L'Eni, tramite la propria controllata Enipower, si sta espandendo nel
settore dell'elettricità sfruttando i vantaggi derivanti dalla propria
posizione di principale operatore nel mercato del gas e del petrolio.
Finmeccanica (attraverso Ansaldo Energia) ha in cantiere numerosi progetti
per nuove centrali elettriche che, se sviluppati, la porrebbero tra gli
operatori del settore di maggiore peso.

L'Enel continua comunque a mantenere una solida posizione di primato nel
settore anche dopo la vendita delle Genco. L'ex-monopolista detiene ad oggi
il controllo di circa il 50% della produzione netta di energia elettrica
nazionale.

L'Autorità per l'energia elettrica ed il gas considera tale quota eccessiva
per il corretto sviluppo di un mercato concorrenziale, e ha suggerito al
governo di imporre all'Enel la cessione di ulteriori impianti e di snellire
i processi autorizzativi per la costruzione di nuove centrali da parte di
altri operatori.

Le richieste dell'autorità, l'appetito dei colossi stranieri,
l'interessamento di gruppi industriali italiani e il nuovo dinamismo delle
società ex municipalizzate fanno sì che probabilmente nel corso dei
prossimi cinque anni (il cosiddetto medio periodo) l'industria elettrica
italiana subirà ulteriori e profonde modifiche.

In un settore tanto importante come quello descritto e al tempo stesso
attraversato da tanti interessi si presenta il referendum che suggerisce
una riflessione pubblica su quanto conviene alla collettività e sui
possibili guasti di una liberalizzazione delle centrali e delle condutture
elettriche libere di portare l'energia, comunque prodotta, da qualsiasi
parte.