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rifiuti connection
- Subject: rifiuti connection
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 01 Feb 2003 06:57:20 +0100
da lanuovaecologia.it Giovedì 30 Gennaio 2003 Rifiuti connection Discarica abusiva 49 ordinanze di custodia cautelare, 177 persone denunciate, 36 società coinvolte in 12 regioni. È il bilancio dell'applicazione dell'articolo 53 bis del Decreto Ronchi, in vigore dall'aprile 2001. L'associazione: «Niente depenalizzazioni, reati ambientali nel codice penale» Veleni sotto sequestro Ogni anno oltre 11 milioni di tonnellate di rifiuti speciali finiscono nel nulla: 22 sono i clan criminali censiti con attività dirette nel ciclo dei rifiuti, 1.734 le infrazioni accertate, il 39,6% nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Si aggira intorno ai 2,6 miliardi di euro il mercato illegale dei rifiuti speciali. In positivo si Discarica segnalano solo le nuove norme sul traffico illecito dei rifiuti che hanno permesso un'attività investigativa più efficace, come dimostra il caso dell'Enichem di Priolo. E così dall'aprile 2001 a oggi, ossia dall'entrata in vigore dell'articolo 53 bis del Decreto Ronchi, sono state emesse per organizzazione di traffico illecito di rifiuti 49 ordinanze di custodia cautelare con 177 persone denunciate e 36 società coinvolte in 12 regioni. Questo, in sintesi, ciò che emerge dal nuovo rapporto di Legambiente, "Rifiuti S.p.A.", presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte Ermete Realacci, presidente di Legambiente, l'Onorevole Paolo Russo, presidente della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ed Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente e direttore de La Nuova Ecologia. «Nel nostro paese sembrerebbe non esserci tipologia di rifiuto, rotta di transito e sito di smaltimento che possa sfuggire alle mire dei trafficanti di rifiuti - dichiara Ermete Realacci - Con il 53 bis è stata offerta alle forze dell'ordine e all'autorità giudiziaria la possibilità di contrastare con efficacia e "illuminare" Rifiuti radiattivi meglio un fenomeno finora sostanzialmente "intuito", ma mai dimostrato. Purtroppo però – continua - l'interpretazione autentica di rifiuto approvata nel decreto legge omnibus dell'agosto 2002 rischia di alimentare e favorire ancora di più i traffici illeciti di rifiuti. È necessario introdurre nel codice penale i delitti contro l'ambiente per le fattispecie più gravi, così come previsto dalla direttiva della Commissione europea e dalla decisione quadro del Consiglio d'Europa in via d'approvazione. Solo un'efficace tutela penale dell’ambiente – conclude - può aprire la strada a ipotesi di depenalizzazione dei reati formali, al contrario di quanto sembrerebbe voler fare il ministro Castelli a favore di una depenalizzazione generale». Dati alla mano, qualche altro numero del Rapporto aiuta a comprendere meglio la gravità del fenomeno: 4 ettari, ad esempio, l'estensione della discarica abusiva più grande individuata in Puglia; 14 le aziende agricole in cui sono stati smaltiti illegalmente rifiuti, per circa un milione di tonnellate, in Umbria; 40 automezzi sequestrati durante un'operazione in Calabria; 20.000 tonnellate di rifiuti speciali smaltiti in discariche abusive della Campania. Rifiuti con fibre d'amianto I quantitativi di rifiuti smaltiti illegalmente non sono neppure quantificabili, per approssimazione si tratta di milioni di tonnellate di residui che hanno finito per contaminare aree anche molto vaste. Nel solo 2001 sono spariti 11,6 milioni di tonnellate di rifiuti, una vera e propria montagna di "monnezza" con una base di 30.000 metri quadrati (tre campi di calcio uno accanto all'altro) e alta 1.150 metri. Il caso dell'Enichem di Priolo ha focalizzato l'attenzione sulla responsabilità di medie e grandi imprese, anche a partecipazione pubblica, che continuano ad affidarsi, per la gestione dei rifiuti, a soggetti non affidabili e a circuiti illegali. Anche le attività di bonifica, di fatto appena avviate nel nostro paese, sono già oggetto di traffici illeciti di rifiuti e richiedono un'intensa attività di controllo e monitoraggio. «All'inasprimento della normativa sui reati ambientali proposta dalla Ue – spiega Enrico Fontana - sarebbe opportuno introdurre altre misure come il rafforzamento delle strutture impegnate nelle attività d'indagine. Da non sottovalutare l'utilità di realizzare nelle filiere più esposte ai traffici illeciti, da parte delle associazioni industriali Stabilimento Enichem di Priolo di categoria, un'effettiva "Operazione trasparenza" sui quantitativi e le tipologie di rifiuti prodotti, la loro destinazione ad attività di recupero, riciclaggio e smaltimento, al fine di garantire un controllo preventivo che consenta di individuare da subito anomalie e distorsioni nel mercato dei rifiuti». Legambiente propone anche misure come l'avvio di un'attività di formazione specifica da parte del Consiglio superiore della magistratura per quanto riguarda la conoscenza e la corretta applicazione dell'articolo 53 bis del decreto Ronchi. Allo stesso tempo l'avvio, peraltro già annunciato, di una sistematica attività di verifica sui flussi di rifiuti pericolosi nel nostro paese da parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le attività illecite ad esso connesse. «Insomma - conclude Fontana - si tratta di stroncare attività criminali che compromettono l'ambiente e la salute dei cittadini, ma anche tutelare gli interessi di quell'imprenditoria onesta e rispettosa della legalità, che investe in innovazione tecnologica e tutela ambientale. Un'imprenditoria di qualità, l'unica in grado di garantire un effettivo sviluppo».
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