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il movimento riparte dall'acqua
- Subject: il movimento riparte dall'acqua
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 30 Jan 2003 07:59:03 +0100
da lanuovaecologia.it Mercoledì 29 Gennaio 2003 Il movimento riparte. Dall'acqua Mancanza d'acqua Il 21 e 22 marzo iniziative nei cinque continenti per contrastare il World water forum. E i danni ai diritti umani, all'ambiente e alla salute causati dalla politica delle privatizzazioni da Porto Alegre Raffaele Lupoli La guerra del petrolio dei giorni nostri sarà in futuro guerra d'acqua. Anzi, in qualche parte del mondo lo è già: basta pensare alla lotta per il controllo sulle riserve del fiume Giordano in atto in Palestina. Inoltre, in pochi anni in Africa le tariffe sono più che raddoppiate e in Ghana la multinazionale Vivendi controlla tutti i corsi d'acqua, laghi e fiumi: vale a dire che ha in mano l'intera rete di distribuzione del paese. Alla conferenza stampa tematica, nella sala 202 della Puc, i rappresentanti dei movimenti in difesa dell'acqua tirano fuori numeri e fatti per dimostrare che il diritto all'accesso per tutti si sta trasformando in un mega-affare per pochi. E annunciano una mobilitazione nei cinque continenti in concomitanza con il Vertice mondiale sull'acqua: la «Davos dell'acqua», così è stato ribattezzato a Porto Alegre il summit che si terrà a Kyoto, in Giappone, il 21 e 22 marzo prossimi. Le ricette venute fuori dalla precedente edizione del Vertice, che nel 2002 si è tenuto a L'Aja, la dicono lunga sui rischi che il diritto all'accesso corre in questa terza edizione. «Per risolvere la grave crisi di disponibilità prevista tra 25 anni gli esperti dell'Aja hanno proposto una forte privatizzazione e mercantilizzazione», afferma Leonardo Morelli, colombiano, che da anni si occupa di accesso alle risorse idriche. E non finisce qui. È stato anche proposto un maggior ricorso alle sementi geneticamente modificate, che consentirebbero - a detta degli esperti presenti al summit - un'irrigazione meno frequente. Ma il Forum social mundial non ci sta e prepara la controffensiva partendo da due richieste specifiche: «Il controllo delle risorse idriche deve restare in mano pubblica: i soldi per la gestione possono venire da tagli ad altre voci si spesa, come quelle per la gerra - spiega Morelli - E l'altro punto imprescindibile è che l'acqua, che è un bene comune e un diritto di tutti deve restare fuori da tutti i trattati di libero commercio». Gli attivisti rivendicano anche il diritto alla trasparenza e all'informazione, perché - dicono - «gli organismi internazionali non hanno mai reso pubblica la mappa delle risorse idrogeologiche». E per di più il segreto imposto sulle vene mondiali dell'oro blu non vale per tutti: «Abbiamo saputo che questa mappa è arrivata nelle mani sia della Nestlè che di Coca Cola - prosegue Morelli - Immaginate tutti a cosa gli serviranno informazioni così preziose». Le multinazionali infatti hanno già fiutato gli affari più grossi. In Africa centrale, ad esempio, sta per essere costruito il secondo acquedotto più grande del mondo per portata. «Succederà quello che sta accadendo per l'Aquifero Guaranì: le multinazionali compreranno le terre in cui ci sono le sorgenti» spiega l'attivista colombiano. Il Guaranì è l'acquedotto più grande del mondo: contiene riserve utili a coprire il fabbisogno mondiale per 300 anni. Ma la sua acqua è contaminata: «La mancanza di educazione ambientale, insieme ai danni che le grandi industrie provocano all'assetto idrogeologico del territorio, causano un enorme quantità di ricoveri ospedalieri dovuti alla cattiva qualità dell'acqua». Sono tanti dunque i buoni motivi per cui si mobiliteranno i forum sociali dei cinque continenti, ognuno con il suo controvertice. A San Paolo del Brasile e a New York per le Americhe, In Ghana per l'Africa, A Firenze per l'Europa e infine a Kyoto, con una delegazione di tutti i forum, per l'Asia. «Siamo riusciti a farla diventare un tema centrale nell'agenda del 2003 stilata a Porto Alegre - conclude Morelli - Ora il nostro obiettivo per il prossimo anno in India è quello di celebrare il primo Forum sociale mondiale dell'acqua».
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