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aziene usa piu' magre non piu' sane
- Subject: aziene usa piu' magre non piu' sane
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 28 Jan 2003 22:35:58 +0100
il manifesto - 23 Gennaio 2003 ---------------------------------------------------------------------------- ---- Più magre, ma non sane Sono le grandi imprese degli Stati uniti. Licenziamenti record, negli ultimi due anni, hanno consentito ad alcune di esse di riportare i bilanci in attivo. Ma le vendite restano ferme e gli investimenti nulli. Gli hedge fund finiscono sotto inchiesta della Sec. Mentre emerge il passato imbarazzante di John Snow, il prossimo ministro del tesoro FRANCESCO PICCIONI L'merica non vede luce. Attendeva buone notizie sul fronte dei profitti di alcune tra le maggiori imprese del mondo. Si può dire che le ha anche avute, ma non nella misura - o nel modo - che poteva restituire un po' di fiducia a mercati inciucchiti dalla fuga degli investitori. Prendiamo l'esempio della Motorola: nel quarto trimestre del 2002 ha fatto registrare un bilancio in utile per la seconda volta consecutiva, e persino un aumento delle vendite del 3,2%. Un risultato incoraggiante, se si pensa che arriva dopo due anni di perdite. Eppure non è esattamente un segnale di salute. La concorrenza negli apparecchi di telefonia mobile è feroce, le prospettive per il 2003 restano fiacche. E - soprattutto - Motorola ha risanato i suoi conti tagliando in due anni 50.000 posti di lavoro; rinunciando, insomma, alla dimensione di big. Stesso discorso per Kodak, che chiude un trimestre in attivo ma annuncia il licenziamento di altri 2.200 dipendenti: le vendite sono ferme, e per far quadrare i conti si rinuncia alla crescita. Lucent, invece, segna rosso fisso da 11 trimestri consecutivi (tre anni, da quando ha iniziato a sgonfiarsi la bolla della new economy), e ha addirittura peggiorato le prestazioni (-42% nelle vendite) perché i provider di servizi telefonici hanno rinunciato a investire. La Morgan Chase segnala perdite per 387 milioni di dollari, a causa del coinvolgimento nel crack della Enron (che semina ancora onde simische devastanti) e delle spese processuali. Va meglio la sua concorrente, Merrill Lynch, con un utile di 603 milioni. Ma anche qui il «successo» è dovuto a una cura dimagrante da asino di Buridano: 21.700 licenziamenti dalla metà del 200 a oggi. E persino alla General Dynamics - uno dei più importanti fornitori abituali della difesa Usa - ha dichiarato utili inferiori alle attese. Nemmeno i venti di guerra servono più a sostenere, se non altro, le imprese del settore. Anche qui, infatti, c'è una evidente sovraproduzione (quanti aerei volete che si perdano - e si sostituiscano, perciò - in un conflitto contro un nemico accecato e semidisarmato come l'Iraq?). Il fedele alleato inglese aveva aperto la mattinata mostrando gli setssi preoccupanti sintomi. L'indagine trimestrale sulle attese degli industriali britannici rivelava un peggioramento delle aspettative, un blocco sostanziale delle commesse a medio termine, un tasso di utilizzo degli impianti ai minimi degli ultimi 20 anni. Ciliegina sulla torta, venivano resi noti i verbali dell'ultima riunione della Banca d'Inghilterra - che aveva deciso di non toccare il tasso di interesse al 4% - facendo scoprire il duro scontro che lì dentro si era consumato. Alle difficoltà economiche si sommano quelle legali e politiche. La Sec ha messo sotto inchiesta una serie di hedge fund - fondi altamente speculativi, sia al ribasso che al rialzo - per aver diffuso analisi «terroristiche» sui conti di parecchie società, convincendo così gli investitori a vendere le azioni in loro possesso. Risultato: quei titoli erano crollati e que fondi avevano potuto far man bassa a prezzi stracciati, contribuendo così al rialzo. La denuncia parla di una vera e propria combine orchestrata da quattro dirigenti di altrettanti fondi, ex compagni di università e di speculazione. La politica Usa - da parte sua - non contribuisce a risollevare l'ottimismo. Ogni volta che Bush, Rumsfeld o Armitage aprono bocca e fanno vedere quanto insopprimibile sia la loro voglia di guerra, le borse tendono a crollare. Qualche speranza era stata riposta nella sostituzione del ministro del Tesoro (via O'Neill) con John Snownato sta in questi giorni esaminando il curriculum del candidato per approvarne la nomina. Ed è uscito fuori che Snow era stato arrestato nel 1982 per «guida in stato di alterazione»; l'accusa cadde ma fu costretto a pagare una salatissima multa. Peggio ancora, nel 1988, fece causa alla moglie, cui non voleva pagare gli assegni per il mantenimento del figlio. Il tribunale gli diede torto, anche questa volta. Non sembra proprio, insomma, l'immagine del «duro e puro» che dovrebbe restituire spint alla locomotiva statunitense. Le borse ne prendevano mestamente atto, declinando - europee e americane - tutte meno il Nasdaq. Per dire fino a che punto può arrivare la depressione: i broker hanno un loro metodo non scientifico per predire se l'anno che si apre sarà positivo o negativo: la squadra che vince il Superbowl, la finale del football. Ci sono infatti quelle tradizionalmente iellate e quelle che danno il via al «toro». La finale di quest'anno si gioca tra una portasfiga (Oakland Raiders) e un'esordiente (Tampa Bay Buccaneers).
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