i problemi del videotelefono



dal corriere.it

 
  
 
  
 Domenica 5 Gennaio 2003 
  
 
  
  
 
TECNOLOGIE
Gli Mms ci ruberanno un altro pezzo della nostra privacy
Mamma, mi spiano con il foto-telefono
Ecco come i cellulari che inviano foto cambieranno le nostre abitudini.
Niente più bugie, perché il clik è sempre in agguato
diBeppe Severgnini 

Caso uno. Martina, anni diciassette, telefona a casa: «Mamma, resto a
dormire da Maria» (invece sta da Mario). Mamma risponde: «Maria? Mandami la
foto». Caso due. Il ragionier Marchi chiama in banca e annuncia: «Oggi non
vengo. Ho un ascesso, sono tutto gonfio». Il dirigente ribatte: «Fa' un po'
vedere...». Caso tre. Matteo, sposato con Marta, è a Mantova con Maddalena.
Alla moglie dice d'essere a Milano per lavoro. E quella, rapida come un
agente del Mossad: «Mostrami il Duomo». 


 
Un modello di telefonino Umts con videocamera 
Ecco tre modi d'utilizzo del nuovo telefono-che-fotografa, il
tecnogiocattolo del 2003. Casi inquietanti per alcuni, eccitanti per altri.
Di certo, casi interessanti. Gli MMS - i messaggini fotografici - stanno
infatti arrivando, cari lettori. Tanto vale cominciare a ragionarci sopra.
E a preoccuparsi. Non tanto. Giusto un po'. La sigla MMS sta per Multimedia
Messaging Service, ma propongo di tradurla con: Mamma, Mi Spiano! I nuovi
cellulari trasmettono infatti immagini, non soltanto suoni. Utilizzano
tecnologia GPRS e costituiscono una via di mezzo tra gli attuali, ubiqui
GSM e i videotelefoni di "terza generazione" (UMTS), che trasmetteranno
immagini in movimento. 

In inglese, i nuovi apparecchi che scattano, inviano e ricevono fotografie
vengono chiamati "camera phones", che non vuol dire "telefono da usare in
camera da letto" (anche se qualcuno farà proprio questo). Significa
"telefono/macchina fotografica". Ma il nome, in italiano, è uno
scioglilingua. Mi sa che lo chiameremo "foto-telefono", appena ce lo
troveremo in mano (o tra i piedi?). Accadrà presto. Il foto-telefono
infatti è in vendita, e legioni di ragazzini gli hanno già messo gli occhi
addosso. Non è un altro WAP (ricordate quel piacevole disastro presentato
come grande novità?). E' invece d'uso semplice e consente molte
applicazioni. Alcune ovvie (agente immobiliare mostra nuovo appartamento;
ragazza chiede opinione su corteggiatore; impiegato invia tramonti
caraibici per far dispetto ai colleghi). Altre, più preoccupanti. 

Se i foto-telefoni, com'è probabile, si diffonderanno, ciascuno di noi
potrà essere fotografato in ogni momento. E nulla vieta che la nostra
immagine circoli dovunque su Internet, reperibile attraverso i motori di
ricerca. Qualcuno dirà: diventeremo tutti paparazzi, divertente!
Divertente, forse, finché non ci ritroveremo sul lato sbagliato
dell'obiettivo. Pensate: oggi il collega può negare d'essersi sbronzato
durante il party di Natale. Non potrà più farlo quando su tutti i
foto-telefoni aziendali circolerà un'immagine dove lui balla il tap-tap sui
tavoli con un limone in bocca. Problemi di privacy? In abbondanza, come
ricorda BBC News nella rubrica di Bill Thompson (la cui immagine fa
sembrare uno scatto artistico qualsiasi foto segnaletica. Se non mi
credete: http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/2019205.stm). 


 
Un altro cellulare Umts 
Thompson racconta d'una società britannica d'autonoleggio (easyCar) che
riprende il volto di tutti i clienti, e pubblica sul proprio sito nomi e
fotografie di quanti non restituiscono il veicolo in tempo utile. Pensate a
cos'altro può accadere una volta che la nostra immagine circola in formato
digitale; e a quanti illeciti diventano possibili. Oggi c'è chi abusa del
nostro indirizzo email. Cosa farà della nostra faccia? Detto ciò, guai a
pronunciare scomuniche o invocare censure. 

Quando s'è diffuso il telefono, nel secolo scorso, qualcuno aveva timori
simili (diceva un aristocratico inglese: «Orrore! Suoneranno e io dovrò
correre, come un cameriere»). Eppure oggi siamo (quasi) tutti d'accordo: il
telefono è una conquista. Abbiamo capito che la tecnologia, in fondo, è
come la pioggia: se arriva, non si può mandare indietro. Al massimo, si può
aprire l'ombrello. Quindi, stiamo pronti. Ci sarà il gruppo d'amici che
stringerà le teste di fronte all'obiettivo, per mandare il ritratto alle
ragazze (il foto-telefono come evoluzione delle cabine nelle stazioni,
quelle con la tendina, cinquemila lire/quattro foto). E ci sarà purtroppo
chi cercherà di esporci, di ingannarci e di venderci. Prepariamoci a
perdonare i primi e a diffidare dei secondi. Altro non possiamo fare.