telecomunicazioni, la terza ondata



da boiler.it 15 - 10 - 2002  
  
Telecomunicazioni, ecco la terza ondata

di Nicholas Negroponte 
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• La tecnologia esce di casa, dalla gente per la gente
• Frequenze, patrimonio comune, non più terra di conquista

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TUTTO QUELLO che sapevate sulle telecomunicazioni sta per essere
cancellato. Le compagnie telefoniche a banda larga o senza fili verranno
rimpiazzate da micro-operatori, milioni dei quali potranno collegarsi tra
loro in una fabbrica globale di connettività. Come accadrà? State a
sentire. Negli ultimi trent'anni, il mondo delle telecomunicazioni ha
attraversato tre cambiamenti di portata epocale. Il primo negli anni
Settanta, con l'avvento del digitale. Il secondo con l'introduzione della
commutazione di pacchetto. Il terzo e ultimo con il trionfo del "senza
fili". Ognuna di queste rivoluzioni ha portato con sé una serie di
importantissime innovazioni tecnologiche. Il digitale, tanto per fare un
esempio, ha consentito il trionfo della multimedialità. La commutazione di
pacchetto ha reso possibile la connessione permanente. Il senza fili ha
liberato la comunicazione dai vincoli geografici, ottimizzandone la mobilità. 

Se a tutto ciò si aggiunge l'impatto della deregulation a livello mondiale,
eccoottenuta come risultato la disponibilità, per il consumatore, di
servizi migliori ma più economici. Vantaggi enormi, che si possono
riscontrare soprattutto nel settore della telefonia cellulare, con i suoi
enormi effetti culturali in tutto il pianeta (forse meno evidenti negli
Stati Uniti, ma questa è un'altra storia). A confronto con i progressi
memorabili del passato, l'imminente passaggio dei provider alla cosiddetta
"terza generazione" del senza fili sembra un cambiamento quasi irrilevante,
e che oltretutto rischia di precorrere i tempi, di risultare privo degli
attributi necessari per farne un vero salto generazionale. È una tecnologia
che si fonda ancora sulla voce, in un'epoca in cui al contrario la
circolazione di dati sta acquistando sempre maggiore importanza. Difficile
che questa "terza generazione" possa adattarsi in fretta alla rivoluzione
in atto. 

Al contrario, l'industria informatica sta forse andando nella direzione
giusta, con un'iniziativa per l'implementazione di reti locali senza fili,
la cosiddetta 802.11, che inizialmente mirava semplicemente a sostituire i
vecchi cavi coassiali, eliminando il ricorso a trivellazioni e circuiti
elettrici. Cinque anni fa, ho fatto mettere una di queste Lan senza fili a
casa mia, a Boston. Allora questa soluzione costava duemila dollari per la
struttura di base più altri cinquecento dollari per ogni apparecchio che
avessi voluto collegare. Oggi i prezzi sono scesi rispettivamente a
centoventi e cinquanta dollari, e stanno calando ancora. Di conseguenza,
questo tipo di tecnologia si sta diffondendo a dismisura: nei soli Stati
Uniti si calcolano attualmente quindici milioni di connessioni del genere.
Ma i sistemi 802.11 (ora disponibili in molte varianti, tra cui l'802.11b,
meglio nota come Wi-Fi) non si fermano alle pareti di casa nostra. 



La tecnologia esce di casa, dalla gente per la gente

A seconda dei materiali usati, il Wi-Fi può arrivare a collegarsi con
terminali distanti fino a tre chilometri. Io vivo in un quartiere ad alta
densità, e di conseguenza il mio sistema può raggiungere circa cento miei
vicini. Francamente non so quanti di loro ne approfittino gratuitamente, e
non mi interessa. Io pago l'abbonamento e sono contento di condividere con
altri ciò di cui dispongo. E un po' più giù, nella mia stessa strada, al di
là della portata del mio sistema, qualcun altro si è fatto installare un
Wi-Fi, e come lui chissà quanti altri. Immaginate un laghetto con una
ninfea, poi due, poi quattro, poi tantissime ninfee che quasi si
sovrappongono, con i gambi collegati a Internet (per l'analogia delle
ninfee ringrazio Alessandro Ovi, consulente tecnologico del presidente
della Commissione Europea, Romano Prodi). 

Ma diamo un'occhiata ai numeri: la terza generazione, nelle più
ottimistiche previsioni, raggiungerà entro due anni una velocità di
connessione di un megabit al secondo. Il Wi-Fi arriva già oggi agli undici
megabit al secondo, ma può raggiungerne anche cinquantaquattro. Secondo voi
qual è meglio? In futuro, ogni sistema Wi-Fi funzionerà anche, in piccolo,
da router tra vicini. I messaggi salteranno da pari a pari, passando da una
ninfea all'altra come delle rane, senza bisogno di gambi. Insomma, si avrà
un sistema di telecomunicazioni a banda larga, dalla gente per la gente. I
provider lo sanno bene, ma non danno tanto peso alla cosa perché non
credono che ci sarebbe una copertura sufficiente. Si sbagliano.

Sono tre le caratteristiche che rendono questa soluzione particolarmente
interessante. Prima di tutto, la crescita e diffusione inarrestabili. È un
fenomeno nuovo, che si sviluppa dal basso verso l'alto: ognuno costruisce
la propria struttura e poi la collega agli altri in una rete di liberi
accordi. In un mercato in calo e avaro di investimenti, la cosa è ancora
più affascinante. In secondo luogo, le prestazioni di questa tecnologia
migliorano in proporzione al numero dei nodi. Di solito, aggiungere
dispositivi significa aumentare le interferenze e ridurre la qualità del
servizio. In questo caso, invece, più nodi implicano una performance
migliore. Terzo aspetto è quello che coinvolge il timore delle radiazioni
elettromagnetiche. Soprattutto l'Europa è ben consapevole degli effetti
nocivi sulla salute, ancora non perfettamente noti, di questo tipo di onde.
In America spesso si accusano le apparecchiature elettroniche di causare
tumori al cervello. Qualunque sia l'entità reale della minaccia, la
tecnologia Wi-Fi ha comunque bisogno di meno energia, perché i segnali
devono viaggiare su distanze minori. E si potrebbe dedurre che meno energia
equivale a minori rischi per la salute. 



Frequenze, patrimonio comune, non più terra di conquista

Attualmente l'etere è controllato come un vero e proprio stato, e
attentamente parcellizzato dai governi. In America, le recenti concessioni
ottenute con offerte da capogiro hanno stabilito prezzi esagerati per la
proprietà delle frequenze. Motivo di più, secondo la vecchia mentalità, per
isolarsi, operando ognuno senza interferenze altrui e con assoluta
sovranità. Ma oggi cominciano a emergere nuove modalità organizzative: per
governare lo stagno, possiamo anche ottimizzare le prestazioni delle ninfee
e delle rane! Con un minore dispendio di energia e con costi meno elevati,
lo spettro del senza fili può essere sfruttato in maniera molto più
efficace. Particolarmente interessanti sono le aree messe gratuitamente a
disposizione di chiunque, per qualsiasi scopo, senza bisogno di
autorizzazione. Queste porzioni di banda relativamente piccole, sparse su
svariate frequenze, vengono comunemente considerate quasi spazzatura.
Costituiscono uno spettro non autorizzato che viene usato per far
funzionare telefoni cordless, garage automatici, forni a microonde, e
qualsiasi tipo di innocente quanto irrilevante applicazione. Con il Wi-Fi e
altri recenti esperimenti di estensione dello spettro, abbiamo imparato che
è possibile ripensare l'allocazione delle frequenze. Possiamo considerare
le varie porzioni dell'etere (forse addirittura la sua totalità) come
patrimoni comuni, piuttosto che come feudi. I rigidi confini del passato
devono essere rimpiazzati dalla tolleranza reciproca. Per evitare una
tragedia, per non esagerare, dovremo lavorare rispettando le soglie
energetiche, ma è il minimo: è un po' come accettare di non fumare in un
teatro superaffollato.

La riallocazione dello spettro non avverrà da un momento all'altro.
Liberare i territori elettromagnetici occupati è un po' come demolire parte
di una città per costruire un parco o un centro residenziale. La nuova
mentalità si affermerà più velocemente se cominceremo a utilizzare le
frequenze maggiori su distanze sempre più brevi. Questa rivoluzione avverrà
anche dove la penetrazione del senza fili è ancora agli inizi: per ironia
della sorte, proprio dove si trovano le ninfee e le rane della metafora di
prima, nelle aree più rurali e remote del mondo. Un piccolo segreto che
riguarda l'802.11b è che questa tecnologia, con l'ausilio di antenne
direzionali, può coprire una distanza di più di venti chilometri.
Immaginate il suo impatto in luoghi che finora non hanno avuto un valore
commerciale sufficiente neanche per permettersi l'infrastruttura
tradizionale. In tal caso, le libere telecomunicazioni diventerebbero una
specie di forza della natura dagli effetti travolgenti, rivoluzionerebbero
ogni cosa, dall'istruzione al tempo libero, dalla sanità alle abitazioni.
Sarebbe un colpo incredibile.