microchip la corsa non si ferma



La Stampa 
 Martedi' 24.9.2002  
   
 PAT GELSINGER, GURU DI INTEL: IL CUORE DEL PC SARÀ SEMPRE 
PIÙ VELOCE E POTENTE
Microchip, la corsa non si ferma
«Davanti a noi ci sono innovazioni clamorose
come l’uso delle nanotecnologie e della luce»
L’obiettivo: un mondo sempre più «connesso»


24 settembre 2002

di Luca De Biase


La vita digitale si estende ormai ben oltre la scrivania. E il personal
computer, in generale crisi di vendite, appare assediato: telefonini
intelligenti, palmari connessi alla Rete, console per videogiochi collegati
a Internet, persino elettrodomestici e stereo che navigano il Web, stanno
ridefinendo i confini dell'informatica, interferendo con i sogni dei
consumatori e le strategie delle aziende produttrici. Ma il cuore della
vita digitale è, e resta, il microprocessore. È ancora il chip che detta il
ritmo dell'innovazione e che stabilisce, insieme alla larghezza della banda
resa disponibile dalle compagnie di telecomunicazioni, i limiti del
possibile. O, almeno, è su questo che scommette il leader assoluto dei
semiconduttori, l'Intel.


Da oltre vent'anni, questa leadership è stata mantenuta dall'Intel
innovando a folle velocità i prodotti e migliorandone le prestazioni
secondo una tabella di marcia da paura: la legge enunciata da Gordon Moore,
uno dei fondatori dell'Intel, stabilisce che ogni diciotto mesi il chip
raddoppia la sua capacità di elaborazione e non è mai stata smentita. Con
la conseguenza della rapida obsolescenza dei pc e della incredibile
crescita delle loro prestazioni a parità di prezzo. La storia dei pc è
diventata così quella di un continuo rilancio: il chip aumenta di potenza,
il software la utilizza fino a saturarla e richiede un ulteriore
miglioramento dello hardware, che puntualmente si verifica consentendo la
continua ripetizione del ciclo. Ma tutto questo è destinato a continuare
anche in un epoca in cui Internet riapre il gioco e punta l'attenzione
verso l'orizzonte che sta oltre il pc?


Pat Gelsinger ci crede. A una quarantina d'anni, è il responsabile della
strategia tecnologica dell'Intel: governa 4 miliardi di dollari di
investimenti nella ricerca, 75 laboratori e 7 mila ricercatori. Porta sulle
spalle l'eredità di giganti dell'informatica come, appunto, i fondatori
della sua azienda, Gordon Moore e Andy Grove. Ed è ottimista, come spiega a
La Stampa. Del resto, le bizzarrie della finanza e le depressioni del
mercato non sono il problema di chi guarda alle dinamiche di fondo
dell'innovazione. «La bellezza del settore dei chip è questa sua capacità
innovativa. Ogni generazione di prodotti è più potente, meno costosa, più
veloce e consuma meno energia». 

Ma è possibile che non esista un limite a questa corsa dei chip? Craig
Barrett, capo dell'Intel, disse una volta che si sentiva come su una
macchina che corre velocissima contro un muro… «Ogni volta che vediamo il
limite al miglioramento dei chip riusciamo a inventare una soluzione che lo
allontana ancora. Negli anni Ottanta nessuno pensava che si potessero
costruire chip con filamenti di rame più sottili di un micron. Negli anni
Novanta si pensava che il limite fosse 0,1 micron. E ora andiamo verso 0,01
micron…». Le tecniche produttive e la progettazione continuano a fare salti
giganteschi. «Davanti a noi ci sono innovazioni clamorose. Come
l'introduzione di chip fatti con le nanotecnologie e che usano sia
elettronica e l'ottica, per raggiungere in certe funzioni la velocità della
luce» dice Gelsinger. 


Ma non si vive di sola rapidità. Il nuovo fenomeno è l'estensione della
logica innovativa dei semiconduttori a tutta una nuova classe di
applicazioni. Nelle comunicazioni mobili e oltre. «Nel mondo dei sensori le
applicazioni sono infinite. E tali da portare l'intelligenza della Rete e
dei pc in qualunque ambiente da tenere sotto controllo, aumentando
potenzialmente i volumi di chip richiesti dal mercato di svariati ordini di
grandezza. Si pensi solo all'idea di riempire le autostrade di sensori
intelligenti che raccolgono informazioni sul traffico o sulle condizioni
atmosferiche e le comunicano costantemente agli automobilisti». E i sensori
non sono altro che chip capaci di rilevare dati su temperatura, umidità,
pressione, luce, di elaborarli e comunicarli.


Ma i pc connessi alla Rete resteranno al centro dello sviluppo. I notebook
per esempio, l'unica area del mercato dei pc che non conosce recessione,
sono destinati a migliorare sensibilmente: «Se la potenza dei chip aumenta
del 60 per cento ogni anno, la durata delle batterie migliora solo del 5
per cento all'anno. Quindi stiamo costruendo chip che consumano sempre meno». 

E per di più dotati della capacità di connettersi alla Rete: «Le reti
wireless si moltiplicano, negli aeroporti, negli alberghi e nelle case.
L'Intel costruirà i suoi chip in modo che si connettano senza fili
adattandosi a qualunque standard, Gsm, Gprs, Wi-fi e così via. L'accesso a
Internet diventerà sempre più facile». Quello di Gelsinger è dunque un
ottimismo motivato. Ma anche orientato al lungo termine: «Ci vorranno
tre-cinque anni per vedere all'opera il potenziale scatenato da queste idee».