Manifesto Margherita globalizzazione



Sperando di fare cosa gradita, inviamo il "Manifesto sulla globalizzazione"
elaborato dalla Margherita - Gruppo Parlamentare  Camera dei Deputati
Margherita.
Il Manifesto è frutto del seminario sulla Globalizzazione organizzato lo
scorso 16 settembre da "La Margherita" e di un lungo lavoro preparatorio
effettuato dal Gruppo Parlamentare.

Cordiali saluti

Ufficio stampa "La Margherita"


Tel 06-69959343-4





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MANIFESTO PER UNA GLOBALIZZAZIONE DEI DIRITTI E DELLE SOLIDARIETA'

Quasi tre miliardi di persone oggi vivono con un  dollaro al giorno.
E' evidente che questa condizione di squilibrio non può essere considerata
normale e impone una maggiore responsabilità da parte della politica
fattore che, dopo il vertice di Johannesburg, assume maggiore rilevanza
La società italiana ha quindi di fronte a sé una grande sfida in quanto
nell'epoca in cui viviamo la solidarietà con il Sud del mondo risulta
moralmente doverosa e assolutamente necessaria per il rispetto della vita e
della dignità della persona.
Non è più possibile curare il benessere all'interno del proprio paese e
disinteressarsi dei destini dei nostri fratelli più lontani. Il confronto
impietoso tra il nostro benessere e la loro miseria rischia di diventare
purtroppo la molla di odi e conflitti internazionali.

I rischi presenti in questi scenari rendono ormai improrogabile un profondo
mutamento di prospettive ed impegni realizzabile attraverso un organico
programma di iniziative politiche che determinino un cambiamento delle
regole e promuovano,  incentivandoli, stili di vita strettamente connessi
ad uno sviluppo equo e sostenibile.
Solo attraverso queste iniziative, nelle quali assicuriamo il nostro totale
e assoluto  impegno e che di seguito indichiamo con una serie di priorità,
è possibile convogliare le energie migliori e le opportunità positive
generate dalla progressiva integrazione ed interdipendenza di cittadini e
nazioni verso una globalizzazione davvero sostenibile. In questo modo è
possibile dare una sterzata che corregga rapidamente i problemi sorti
dall'"apertura della porta del tempo" che nel processo di globalizzazione
ha messo a confronto così diretto e drammatico culture e livelli di
sviluppo economico tra loro profondamente differenti.

In concreto il nostro impegno si indirizza in due direzioni principali e
verso le seguenti iniziative:

1. Il sistema delle regole

1.1 Ci impegniamo a sostenere tutte quelle iniziative in grado di aumentare
il grado di democraticità e di rappresentatività delle istituzioni
internazionali nonché la partecipazione ad esse da parte dei diversi
soggetti nazionali in condizioni di pari dignità.
1.2 Ci impegniamo a promuovere uno sviluppo agricolo sostenibile nei paesi
in via di sviluppo mediante una serie di iniziative da decidersi anche in
sede Ue per avviare un percorso di facilitazione nell'accesso ai mercati
dei loro prodotti
1.3 Ci impegniamo a sostenere nelle sedi internazionali la battaglia
affinché i prezzi dei farmaci essenziali siano compatibili con il potere di
acquisto dei  paesi  in via di sviluppo da una parte e dall'altra che i
paesi ricchi accrescano il fondo di solidarietà utilizzato per coprire la
differenza tra prezzo di mercato e prezzo sussidiato del farmaco.

1.4 Liberalizzazione dei servizi significa contenimento di costi per
l'utilizzatore finale e non riproduzione di monopoli privati. Ci impegniamo
pertanto a livello internazionale a far sì che i processi di
liberalizzazione dei servizi nel Sud del mondo siano accompagnati dalla
costituzione di istituzioni in grado di tutelare i consumatori, assicurare
il servizio pubblico universale e abbattere i costi di utilizzazione.

1.5 Ci impegniamo a sostenere, in ambito internazionale misure  che
trasferiscano risorse dai mercati finanziari verso iniziative per lo
sviluppo di cui si parla nel presente documento
1.6 Riteniamo riduttiva l'ipotesi della detax che risponde di più a logiche
interne che a una sostanziale inversione di marcia rispetto al sostegno
delle economie dei paesi in via di sviluppo ma che, soprattutto, non
presenta la fondamentale caratteristica della certezza delle entrate in
quanto la formula detax si basa esclusivamente sulla libera scelta del
cittadino e non è perciò né quantificabile né prevedibile.

1.7 L'Europa si è presentata al recente vertice di Johannesburg come
"potenza che vuole iscrivere la mondializzazione entro un quadro etico,
calandola in un contesto di solidarietà e di sviluppo sostenibile".Gli
impegni del Parlamento Europeo su equità e sviluppo sostenibile e del
Consiglio dell'Unione Europea sull'entrata in vigore del Protocollo di
Kyoto, culminati nell'importante promessa di ratifica da parte di Russia,
Cina e Canada, qualificano l'Europa come protagonista e guida del percorso
che, partendo dalla consapevolezza del legame indissolubile che lega
degrado ambientale e sottosviluppo, mutamenti climatici e ingiustizie
sociali, produca politiche concrete e innovative, in grado di superare la
genericità degli impegni assunti a Johannesburg. Ci impegniamo, pertanto, a
promuovere ogni iniziativa che partendo dal nostro Paese la rafforzi e la
consolidi.
DEBITO - La cancellazione dei paesi IDA only, prevista dalla legge italiana
sul debito deve essere realizzata nei tempi più stretti. La legge prevede
tre anni di tempo che ai ritmi attuali non saranno sufficienti. Occorre
rivedere il regolamento di attuazione della legge che lega con vincolo
eccessivo le cancellazioni italiane ai tempi degli altri creditori (Club di
Parigi).  Occorre una specifica iniziativa italiana per modificare i
parametri attualmente validi per accedere da parte dei paesi indebitati
alla iniziativa internazionale HIPC.  Essi considerano come insostenibile e
quindi cancellabile il debito superiore al 150% delle esportazioni. Occorre
usare come parametro lo sviluppo umano garantendo prima le risorse
finanziarie necessarie per i servizi sanitari e di istruzione e destinando
al servizio del debito solo la disponibilità pubblica rimanente.
E' necessario promuovere a livello internazionale lo sviluppo di un
processo di arbitrato equo e trasparente, che garantisca la partecipazione
alla discussione sulle condizioni di pagamento o di cancellazione anche in
favore della società civile dei paesi debitori.

AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO (APS) -. E' fondamentale onorare in tempi
brevissimi l'impegno di elevare allo 0,7% del PIL l'aiuto pubblico allo
sviluppo, senza calcolare in questa cifra l'ammontare del debito cancellato.


2. L'economia dal basso e i comportamenti socialmente responsabili

2.1 Il consumo e il risparmio socialmente responsabile sono il canale
principale attraverso il quale, i singoli cittadini possono diventare
protagonisti dell'impegno per lo sviluppo dando forza alle proposte
politiche che chiedono un cambiamento delle regole. Ci impegniamo pertanto
a promuovere provvedimenti fiscali per incentivare e rafforzare il
comportamento economico socialmente responsabile e in particolare le
iniziative di commercio equo e solidale, di investimento finanziario etico
e di banca etica.Va in questa direzione  una nostra proposta di legge che
preveda la definizione di un quadro di regole certe sui requisiti di
"equosolidalità" al fine di aumentare il grado di trasparenza e di
monitoraggio su tutti gli attori del settore e aiutare i cittadini a
scegliere tra le diverse iniziative con il massimo grado di informazione
possibile.
Inoltre chiediamo il preciso riconoscimento di tutte quelle strutture
sanitarie, sociali e socioassistenziali religiose che a livello locale
creano una rete di servizi alla persona.

2.3 Abbiamo profondamente modificato la disciplina delle fondazioni
bancarie per rendere non solo le loro attività ma anche la gestione del
loro patrimonio più coerente con i loro scopi sociali pur in un quadro di
completa autonomia. Ci impegniamo a difendere tali loro caratteristiche
contro rischi di distorsione e di eccessi di localismo ed a presentare una
proposta di legge che disciplini anche le fondazioni non bancarie. Siamo
infatti convinti che la gestione del patrimonio di queste istituzioni sulla
base di un quadro normativo organico premi comportamenti socialmente
responsabili il cui effetto per il futuro potrebbe essere assai
significativo rafforzando il circolo virtuoso che spinge le singole imprese
alla certificazione sociale e all'adozione di un comportamento responsabile.
2.4 Siamo impegnati con una iniziativa legislativa a lavorare nella
direzione di un sostanziale rafforzamento delle misure interne ed
internazionali contro lo sfruttamento del lavoro minorile e la conseguente
certificazione  delle imprese.




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Nella prossima legge finanziaria noi ci faremo promotori delle seguenti
iniziative che hanno come fine lo SVILUPPO DELLA FINANZA ETICA.

Oggi, lo sviluppo di un impiego eticamente indirizzato di capitali, ha
raggiunto grazie alle Onlus importanti risultati, anche da un punto di
vista delle perfomances economiche per gli investitori.
Le ulteriori linee di azione riguarderanno quindi quelle imprese, quelle
famiglie e quei cittadini che investono in ambiti e con obiettivi di forte
rilevanza sociale, proponendo politiche fiscali differenziate, considerando
la finanza etica un pilastro fondamentale integrativo della finanza
pubblica nelle attività di welfare.
Le nostre proposte
- Per incentivare i comportamenti etici dei singoli, della famiglia e
dell'impresa. Noi proporremo a favore di tali soggetti una
defiscalizzazione di una parte dei loro consumi eticamente indirizzati
all'acquisto e alla produzione di prodotti che fanno parte della rete
commerciale dell'equo e solidale.

- In relazione a soggetti (enti non commerciali, onlus, ipab ecc.,) e in
relazione agli oggetti (fiscalità ambientale, fiscalità umanitaria, ecc.)
proporremo una nuova politica di incentivi relativi agli oneri deducibili
connessi ai consumi etici, a forme di detassazione, alla ridefinizione
dell'esenzione del reddito prodotto, alla deducibilità delle erogazioni,
alle agevolazioni ecc.

- E' necessario intervenire in maniera più incisiva sui fenomeni di
povertà, sulle cause di squilibrio distributivo, sulle esclusioni sociali.
Pertanto proporremo nuove agevolazioni fiscali per soggetti che svolgono
attività umanitaria.


- Nonostante i ripetuti annunci del governo di voler rilanciare l'Aiuto
Pubblico allo Sviluppo e portarlo all'1% del Pil, i fatti dimostrano che
anche l'impegno dello 0,7% è una chimera dato che gli stanziamenti fatti
l'anno scorso nella tabella C della legge finanziaria non indicano nessuna
inversione di tendenza, ma solo una riconferma degli impegni di anni
precedenti.  E' chiaro quindi che la spesa per la cooperazione
internazionale va aumentata in modo ancora più consistente e deve diventare
parte integrante dell'azione di politica estera del nostro Paese. Per
questo proponiamo che nella Finanziaria 2003 ci sia un incremento dei fondi
destinati alla cooperazione allo sviluppo (APS) pari almeno a 600 milioni
di euro (circa 1.200 miliardi di lire) per il triennio 2003-2005.
- Inoltre proporremo l'estensione dell'applicazione delle disposizioni
fiscali di carattere agevolativo previste per le banche di credito
cooperativo alle società cooperative bancarie operanti nel settore della
finanza eticamente orientata. Per l'effetto del presente provvedimento deve
intendersi per società cooperative bancarie operanti nel settore della
finanza eticamente orientata un istituto di credito costituito in forma di
Banca Popolare con azionariato diffuso sul territorio nazionale che, per
vincolo statutario, si rivolga ad attività socio economiche finalizzate
all'utilità sociale, ambientale e culturale.

- Fondi etici: scopo dell'intervento è dare impulso ad un nuovo modo di
"fare economia" e così far partecipare i cittadini - consumatori al
processo di cambiamento del consumo e del risparmio secondo criteri che
hanno radice in una certa idea di giustizia sociale e di solidarietà: al
processo di realizzazione di prosperità sostenibile ed equa per tutti
devono partecipare anche i cittadini.

- Estensione delle agevolazioni previste a favore delle PMI alle imprese
sociali, intendendo con quest'ultima espressione le cooperative sociali
previste dalla Legge n. 391/91, in particolare modo quelle di tipo B, le
Onlus e gli enti non commerciali stabiliti dal Decreto legislativo
n.460/97, che operano nel campo dell'educazione, della cultura,
dell'ambiente, della sanità e dell'assistenza.