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Manifesto Margherita globalizzazione
- Subject: Manifesto Margherita globalizzazione
- From: "Ufficio Stampa - La Margherita" <uffstampa at pronet.it>
- Date: Fri, 20 Sep 2002 08:53:07 +0200
Sperando di fare cosa gradita, inviamo il "Manifesto sulla globalizzazione" elaborato dalla Margherita - Gruppo Parlamentare Camera dei Deputati Margherita. Il Manifesto è frutto del seminario sulla Globalizzazione organizzato lo scorso 16 settembre da "La Margherita" e di un lungo lavoro preparatorio effettuato dal Gruppo Parlamentare. Cordiali saluti Ufficio stampa "La Margherita" Tel 06-69959343-4 __________________________________________________________________ MANIFESTO PER UNA GLOBALIZZAZIONE DEI DIRITTI E DELLE SOLIDARIETA' Quasi tre miliardi di persone oggi vivono con un dollaro al giorno. E' evidente che questa condizione di squilibrio non può essere considerata normale e impone una maggiore responsabilità da parte della politica fattore che, dopo il vertice di Johannesburg, assume maggiore rilevanza La società italiana ha quindi di fronte a sé una grande sfida in quanto nell'epoca in cui viviamo la solidarietà con il Sud del mondo risulta moralmente doverosa e assolutamente necessaria per il rispetto della vita e della dignità della persona. Non è più possibile curare il benessere all'interno del proprio paese e disinteressarsi dei destini dei nostri fratelli più lontani. Il confronto impietoso tra il nostro benessere e la loro miseria rischia di diventare purtroppo la molla di odi e conflitti internazionali. I rischi presenti in questi scenari rendono ormai improrogabile un profondo mutamento di prospettive ed impegni realizzabile attraverso un organico programma di iniziative politiche che determinino un cambiamento delle regole e promuovano, incentivandoli, stili di vita strettamente connessi ad uno sviluppo equo e sostenibile. Solo attraverso queste iniziative, nelle quali assicuriamo il nostro totale e assoluto impegno e che di seguito indichiamo con una serie di priorità, è possibile convogliare le energie migliori e le opportunità positive generate dalla progressiva integrazione ed interdipendenza di cittadini e nazioni verso una globalizzazione davvero sostenibile. In questo modo è possibile dare una sterzata che corregga rapidamente i problemi sorti dall'"apertura della porta del tempo" che nel processo di globalizzazione ha messo a confronto così diretto e drammatico culture e livelli di sviluppo economico tra loro profondamente differenti. In concreto il nostro impegno si indirizza in due direzioni principali e verso le seguenti iniziative: 1. Il sistema delle regole 1.1 Ci impegniamo a sostenere tutte quelle iniziative in grado di aumentare il grado di democraticità e di rappresentatività delle istituzioni internazionali nonché la partecipazione ad esse da parte dei diversi soggetti nazionali in condizioni di pari dignità. 1.2 Ci impegniamo a promuovere uno sviluppo agricolo sostenibile nei paesi in via di sviluppo mediante una serie di iniziative da decidersi anche in sede Ue per avviare un percorso di facilitazione nell'accesso ai mercati dei loro prodotti 1.3 Ci impegniamo a sostenere nelle sedi internazionali la battaglia affinché i prezzi dei farmaci essenziali siano compatibili con il potere di acquisto dei paesi in via di sviluppo da una parte e dall'altra che i paesi ricchi accrescano il fondo di solidarietà utilizzato per coprire la differenza tra prezzo di mercato e prezzo sussidiato del farmaco. 1.4 Liberalizzazione dei servizi significa contenimento di costi per l'utilizzatore finale e non riproduzione di monopoli privati. Ci impegniamo pertanto a livello internazionale a far sì che i processi di liberalizzazione dei servizi nel Sud del mondo siano accompagnati dalla costituzione di istituzioni in grado di tutelare i consumatori, assicurare il servizio pubblico universale e abbattere i costi di utilizzazione. 1.5 Ci impegniamo a sostenere, in ambito internazionale misure che trasferiscano risorse dai mercati finanziari verso iniziative per lo sviluppo di cui si parla nel presente documento 1.6 Riteniamo riduttiva l'ipotesi della detax che risponde di più a logiche interne che a una sostanziale inversione di marcia rispetto al sostegno delle economie dei paesi in via di sviluppo ma che, soprattutto, non presenta la fondamentale caratteristica della certezza delle entrate in quanto la formula detax si basa esclusivamente sulla libera scelta del cittadino e non è perciò né quantificabile né prevedibile. 1.7 L'Europa si è presentata al recente vertice di Johannesburg come "potenza che vuole iscrivere la mondializzazione entro un quadro etico, calandola in un contesto di solidarietà e di sviluppo sostenibile".Gli impegni del Parlamento Europeo su equità e sviluppo sostenibile e del Consiglio dell'Unione Europea sull'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, culminati nell'importante promessa di ratifica da parte di Russia, Cina e Canada, qualificano l'Europa come protagonista e guida del percorso che, partendo dalla consapevolezza del legame indissolubile che lega degrado ambientale e sottosviluppo, mutamenti climatici e ingiustizie sociali, produca politiche concrete e innovative, in grado di superare la genericità degli impegni assunti a Johannesburg. Ci impegniamo, pertanto, a promuovere ogni iniziativa che partendo dal nostro Paese la rafforzi e la consolidi. DEBITO - La cancellazione dei paesi IDA only, prevista dalla legge italiana sul debito deve essere realizzata nei tempi più stretti. La legge prevede tre anni di tempo che ai ritmi attuali non saranno sufficienti. Occorre rivedere il regolamento di attuazione della legge che lega con vincolo eccessivo le cancellazioni italiane ai tempi degli altri creditori (Club di Parigi). Occorre una specifica iniziativa italiana per modificare i parametri attualmente validi per accedere da parte dei paesi indebitati alla iniziativa internazionale HIPC. Essi considerano come insostenibile e quindi cancellabile il debito superiore al 150% delle esportazioni. Occorre usare come parametro lo sviluppo umano garantendo prima le risorse finanziarie necessarie per i servizi sanitari e di istruzione e destinando al servizio del debito solo la disponibilità pubblica rimanente. E' necessario promuovere a livello internazionale lo sviluppo di un processo di arbitrato equo e trasparente, che garantisca la partecipazione alla discussione sulle condizioni di pagamento o di cancellazione anche in favore della società civile dei paesi debitori. AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO (APS) -. E' fondamentale onorare in tempi brevissimi l'impegno di elevare allo 0,7% del PIL l'aiuto pubblico allo sviluppo, senza calcolare in questa cifra l'ammontare del debito cancellato. 2. L'economia dal basso e i comportamenti socialmente responsabili 2.1 Il consumo e il risparmio socialmente responsabile sono il canale principale attraverso il quale, i singoli cittadini possono diventare protagonisti dell'impegno per lo sviluppo dando forza alle proposte politiche che chiedono un cambiamento delle regole. Ci impegniamo pertanto a promuovere provvedimenti fiscali per incentivare e rafforzare il comportamento economico socialmente responsabile e in particolare le iniziative di commercio equo e solidale, di investimento finanziario etico e di banca etica.Va in questa direzione una nostra proposta di legge che preveda la definizione di un quadro di regole certe sui requisiti di "equosolidalità" al fine di aumentare il grado di trasparenza e di monitoraggio su tutti gli attori del settore e aiutare i cittadini a scegliere tra le diverse iniziative con il massimo grado di informazione possibile. Inoltre chiediamo il preciso riconoscimento di tutte quelle strutture sanitarie, sociali e socioassistenziali religiose che a livello locale creano una rete di servizi alla persona. 2.3 Abbiamo profondamente modificato la disciplina delle fondazioni bancarie per rendere non solo le loro attività ma anche la gestione del loro patrimonio più coerente con i loro scopi sociali pur in un quadro di completa autonomia. Ci impegniamo a difendere tali loro caratteristiche contro rischi di distorsione e di eccessi di localismo ed a presentare una proposta di legge che disciplini anche le fondazioni non bancarie. Siamo infatti convinti che la gestione del patrimonio di queste istituzioni sulla base di un quadro normativo organico premi comportamenti socialmente responsabili il cui effetto per il futuro potrebbe essere assai significativo rafforzando il circolo virtuoso che spinge le singole imprese alla certificazione sociale e all'adozione di un comportamento responsabile. 2.4 Siamo impegnati con una iniziativa legislativa a lavorare nella direzione di un sostanziale rafforzamento delle misure interne ed internazionali contro lo sfruttamento del lavoro minorile e la conseguente certificazione delle imprese. ------------ Nella prossima legge finanziaria noi ci faremo promotori delle seguenti iniziative che hanno come fine lo SVILUPPO DELLA FINANZA ETICA. Oggi, lo sviluppo di un impiego eticamente indirizzato di capitali, ha raggiunto grazie alle Onlus importanti risultati, anche da un punto di vista delle perfomances economiche per gli investitori. Le ulteriori linee di azione riguarderanno quindi quelle imprese, quelle famiglie e quei cittadini che investono in ambiti e con obiettivi di forte rilevanza sociale, proponendo politiche fiscali differenziate, considerando la finanza etica un pilastro fondamentale integrativo della finanza pubblica nelle attività di welfare. Le nostre proposte - Per incentivare i comportamenti etici dei singoli, della famiglia e dell'impresa. Noi proporremo a favore di tali soggetti una defiscalizzazione di una parte dei loro consumi eticamente indirizzati all'acquisto e alla produzione di prodotti che fanno parte della rete commerciale dell'equo e solidale. - In relazione a soggetti (enti non commerciali, onlus, ipab ecc.,) e in relazione agli oggetti (fiscalità ambientale, fiscalità umanitaria, ecc.) proporremo una nuova politica di incentivi relativi agli oneri deducibili connessi ai consumi etici, a forme di detassazione, alla ridefinizione dell'esenzione del reddito prodotto, alla deducibilità delle erogazioni, alle agevolazioni ecc. - E' necessario intervenire in maniera più incisiva sui fenomeni di povertà, sulle cause di squilibrio distributivo, sulle esclusioni sociali. Pertanto proporremo nuove agevolazioni fiscali per soggetti che svolgono attività umanitaria. - Nonostante i ripetuti annunci del governo di voler rilanciare l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo e portarlo all'1% del Pil, i fatti dimostrano che anche l'impegno dello 0,7% è una chimera dato che gli stanziamenti fatti l'anno scorso nella tabella C della legge finanziaria non indicano nessuna inversione di tendenza, ma solo una riconferma degli impegni di anni precedenti. E' chiaro quindi che la spesa per la cooperazione internazionale va aumentata in modo ancora più consistente e deve diventare parte integrante dell'azione di politica estera del nostro Paese. Per questo proponiamo che nella Finanziaria 2003 ci sia un incremento dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo (APS) pari almeno a 600 milioni di euro (circa 1.200 miliardi di lire) per il triennio 2003-2005. - Inoltre proporremo l'estensione dell'applicazione delle disposizioni fiscali di carattere agevolativo previste per le banche di credito cooperativo alle società cooperative bancarie operanti nel settore della finanza eticamente orientata. Per l'effetto del presente provvedimento deve intendersi per società cooperative bancarie operanti nel settore della finanza eticamente orientata un istituto di credito costituito in forma di Banca Popolare con azionariato diffuso sul territorio nazionale che, per vincolo statutario, si rivolga ad attività socio economiche finalizzate all'utilità sociale, ambientale e culturale. - Fondi etici: scopo dell'intervento è dare impulso ad un nuovo modo di "fare economia" e così far partecipare i cittadini - consumatori al processo di cambiamento del consumo e del risparmio secondo criteri che hanno radice in una certa idea di giustizia sociale e di solidarietà: al processo di realizzazione di prosperità sostenibile ed equa per tutti devono partecipare anche i cittadini. - Estensione delle agevolazioni previste a favore delle PMI alle imprese sociali, intendendo con quest'ultima espressione le cooperative sociali previste dalla Legge n. 391/91, in particolare modo quelle di tipo B, le Onlus e gli enti non commerciali stabiliti dal Decreto legislativo n.460/97, che operano nel campo dell'educazione, della cultura, dell'ambiente, della sanità e dell'assistenza.
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