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sigarette un affare di stato
- Subject: sigarette un affare di stato
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 09 Jul 2002 06:43:43 +0200
dal nuovo.it Martedi, 02 Luglio 2002 07:04 Sigarette, un affare di Stato di Andrea Mascaretti Il fumo è la principale causa di mortalità in Italia A fronte di sanzioni inasprite, i risultati sono scarsi Intanto, lo Stato ha un comportamento ambiguo E dalle sigarette guadagna 8 miliardi di € all'anno Certamente sono tanti gli italiani che amano le “bionde”, ma sono tantissimi anche quelli che proprio non le sopportano e, forse, hanno i loro buoni motivi. I 15 milioni i fumatori passivi in Italia, quelli che respirano il fumo di “seconda mano”, costituiscono il 26,5% della popolazione: oltre 4 milioni di loro sono bambini .Che diritto hanno gli adulti di avvelenare lentamente ma inesorabilmente i loro figli ? Le attenuanti: poca chiarezza in materia, molta mistificazione e tanti modelli di stile di vita negativi costruiti a suon di miliardi dalle grandi aziende del tabacco.Le statistiche ci dicono, inoltre, che i bambini che crescono in una famiglia di fumatori tenderanno a divenire fumatori loro stessi. Se la salute costituisce un bene primario, facile da ledere, è altrettanto vero che il tabagismo è la principale causa di mortalità tra i cittadini. Un fumatore su quattro muore prematuramente di cancro ai polmoni, di malattie alle coronarie o di affezioni polmonari croniche: 3 milioni i morti nel mondo ogni anno, 246 al giorno in Italia (l’equivalente di un aereo di linea che si schianta con passeggeri ed equipaggio, ma non fanno altrettanto notizia). Cosa dice al riguardo la legge? L'ordinamento giuridico italiano contiene varie norme dirette a tutelare la salute, come sancito all'art. 32 della Costituzione.Il Regio decreto 24 dicembre 1934, n. 2316, punisce "chi vende o somministra tabacco a persona minore degli anni 16” con la sanzione amministrativa fino a L. 40.000 e vieta “ai minori degli anni 16 di fumare in luogo pubblico sotto pena della sanzione amministrativa di L. 4.000”. Eppure i giovanissimi imparano a fumare proprio a scuola dove, peraltro, il fumo è vietato dalla legge n. 584 dell’11 novembre 1975, ma le sanzioni non vengono applicate da chi dovrebbe.La legge 584, appunto, rappresenta di fatto un assoluto divieto di fumare negli ospedali, nelle scuole di ogni ordine e grado, sui mezzi di trasporto pubblico, nelle metropolitane, nelle sale d'attesa di stazioni ferroviarie porti e aeroporti, nei compartimenti ferroviari per non fumatori, in ogni ambiente aperto al pubblico ove si eroga un servizio dell'amministrazione o per suo conto, nei cinema, nei teatri, nelle sale da ballo, nei musei, nelle biblioteche, nelle pinacoteche e nelle gallerie d'arte pubbliche o aperte al pubblico. Dal 1° gennaio, le multe per chi trasgredisce il divieto di fumare nei locali dove è vietato farlo, sono aumentate. La Legge Finanziaria 2002, ha portato infatti la sanzione amministrativa a una somma che varia da un minimo di 25 Euro a un massimo di 250 Euro, e ha disposto che tale importo venga raddoppiato qualora la violazione sia commessa in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o in presenza di bambini fino a dodici anni. Inasprite anche le sanzioni nei confronti di chi non appone gli appositi cartelli "vietato fumare" oppure non fa rispettare il divieto (da un minimo di 200 Euro a un massimo di 2.000 Euro). Infine l’art.46 della Legge n.428 del 29 dicembre 1990 prevede che sui pacchetti di sigarette sia riportata la scritta “nuoce gravemente alla salute”, mentre la pubblicità delle sigarette in Italia è vietata dal 1962. A fronte di tante leggi, i risultati sono ancora scarsi. Forse, senza tornare ai metodi del XV secolo quando “…i seguaci di Colombo che accesero il loro primo sigaro in Spagna furono incarcerati e torturati dalle autorità che attribuivano all’odore di quel fumo effetti devastanti e demoniaci” (da Il Sigaro di Andrea G. Molinari), basterebbe combattere la diffusa tolleranza nei confronti delle violazioni, ed evitare il comportamento ambiguo dello Stato italiano che, forte di un prelievo complessivo del 74,5% sul costo delle sigarette, incamera ogni anno dalla loro vendita circa 8 miliardi di Euro. Perché alla fine, ad andare in fumo, è la nostra salute.
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