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un mosaico di lingue per l'agricoltura europea
- Subject: un mosaico di lingue per l'agricoltura europea
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 27 Jun 2002 12:25:32 +0200
dal corriere it del 26 - 6 - 2002 Un mosaico di lingue per l'agricoltura europea L'agricoltura europea parla un mosaico di lingue. Nella Ue, infatti, il 10 per cento dei lavoratori stagionali sono extracomunitari. La notizia viene da Siviglia, dove si è svolto l'ultimo vertice dell'Unione. I dati sono stati rilevati dalla Col diretti. Complessivamente, nelle imprese agricole europee su un totale di 4.600.000 occupati stagionali in agricoltura, gli extracomunitari regolarmente impiegati ammontano ad una cifra di circa 52 mila. Le cifre più elevate sono state registrate nel 2000 in Germania (250.000), in Grecia (120.000) e in Italia, dove nel 2001 i lavoratori extracomunitari in agricoltura, fissi e stagionali, hanno raggiunto le 80.000 unità (quasi un lavoratore agricolo su dieci). La maggior parte dei lavoratori, sempre secondo le stime della Coldiretti, proviene peraltro da Paesi dell'Europa dell'Est (90 %), verso i quali si stanno indirizzando le strategie di allargamento. Lo studio - che per l'associazione agricola dimostra è la dimostrazione della mancanza di manodopera stagionale, dell'insuccesso delle campagne attuate per favorire l'assunzione di lavoratori stagionali nazionali e della necessità di adottare politiche per lo sviluppo occupazionale fondate anche sull'impiego di lavoratori extracomunitari - evidenzia tre categorie di Paesi. In un primo blocco che comprende Germania, Austria e Grecia, l'immigrazione stagionale - informa la Coldiretti - è largamente ammessa e i lavoratori extracomunitari costituiscono un'elevata percentuale degli stagionali agricoli. Si tratta, per la maggior parte, di braccianti provenienti dai Paesi dell'Europa centrale ed orientale. In Germania, il passaporto più diffuso è quello polacco, ma anche ungherese e rumeno; l'Austria accoglie polacchi, ungheresi e cittadini dell'ex Yugoslavia; in Grecia, si trovano soprattutto albanesi, ma anche bulgari e rumeni. Il secondo gruppo, che comprende Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Francia e Italia, l'immigrazione stagionale è possibile, ma è fortemente regolamentata. In Finlandia, sono concesse agevolazioni particolari ai russi di origine finlandese mentre agli altri lavoratori stagionali (russi, repubbliche baltiche e polacchi) le autorizzazioni vengono rilasciate solo se il datore di lavoro può dimostrare di non essere riuscito a trovare manodopera a livello nazionale. La stessa situazione si presenta in Svezia (polacchi, russi, ucraini e cittadini delle Repubbliche baltiche) e nei Paesi Bassi (polacchi, cittadini dell'ex Yugoslavia, ma anche di paesi più lontani). In Italia e in Spagna, i lavoratori stagionali stranieri sono relativamente numerosi ma regolamentati attraverso il meccanismo dei flussi, mentre in Francia, l'immigrazione stagionale è teoricamente possibile, ma é fortemente limitata nei fatti: i lavoratori stagionali migranti rappresentano meno dell'1% di quelli agricoli. Infine, in Belgio l'immigrazione è vietata, mentre anche la Danimarca pare avviata verso la soluzione proibizionista (si contano attualmente una cinquantina di polacchi e cittadini delle Repubbliche baltiche). Antonella De Gregorio
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