un mosaico di lingue per l'agricoltura europea



dal corriere it del 26 - 6 - 2002

 
Un mosaico di lingue per l'agricoltura europea

L'agricoltura europea parla un mosaico di lingue. Nella Ue, infatti, il 10
per cento dei lavoratori stagionali sono extracomunitari. La notizia viene
da Siviglia, dove si è svolto l'ultimo vertice dell'Unione. I dati sono
stati rilevati dalla Col diretti. Complessivamente, nelle imprese agricole
europee su un totale di 4.600.000 occupati stagionali in agricoltura, gli
extracomunitari regolarmente impiegati ammontano ad una cifra di circa 52
mila.
Le cifre più elevate sono state registrate nel 2000 in Germania (250.000),
in Grecia (120.000) e in Italia, dove nel 2001 i lavoratori extracomunitari
in agricoltura, fissi e stagionali, hanno raggiunto le 80.000 unità (quasi
un lavoratore agricolo su dieci). La maggior parte dei lavoratori, sempre
secondo le stime della Coldiretti, proviene peraltro da Paesi dell'Europa
dell'Est (90 %), verso i quali si stanno indirizzando le strategie di
allargamento.
Lo studio - che per l'associazione agricola dimostra è la dimostrazione
della mancanza di manodopera stagionale, dell'insuccesso delle campagne
attuate per favorire l'assunzione di lavoratori stagionali nazionali e
della necessità di adottare politiche per lo sviluppo occupazionale fondate
anche sull'impiego di lavoratori extracomunitari - evidenzia tre categorie
di Paesi.
In un primo blocco che comprende Germania, Austria e Grecia, l'immigrazione
stagionale - informa la Coldiretti - è largamente ammessa e i lavoratori
extracomunitari costituiscono un'elevata percentuale degli stagionali
agricoli. Si tratta, per la maggior parte, di braccianti provenienti dai
Paesi dell'Europa centrale ed orientale. In Germania, il passaporto più
diffuso è quello polacco, ma anche ungherese e rumeno; l'Austria accoglie
polacchi, ungheresi e cittadini dell'ex Yugoslavia; in Grecia, si trovano
soprattutto albanesi, ma anche bulgari e rumeni. 
Il secondo gruppo, che comprende Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Spagna,
Portogallo, Francia e Italia, l'immigrazione stagionale è possibile, ma è
fortemente regolamentata. In Finlandia, sono concesse agevolazioni
particolari ai russi di origine finlandese mentre agli altri lavoratori
stagionali (russi, repubbliche baltiche e polacchi) le autorizzazioni
vengono rilasciate solo se il datore di lavoro può dimostrare di non essere
riuscito a trovare manodopera a livello nazionale. La stessa situazione si
presenta in Svezia (polacchi, russi, ucraini e cittadini delle Repubbliche
baltiche) e nei Paesi Bassi (polacchi, cittadini dell'ex Yugoslavia, ma
anche di paesi più lontani). In Italia e in Spagna, i lavoratori stagionali
stranieri sono relativamente numerosi ma regolamentati attraverso il
meccanismo dei flussi, mentre in Francia, l'immigrazione stagionale è
teoricamente possibile, ma é fortemente limitata nei fatti: i lavoratori
stagionali migranti rappresentano meno dell'1% di quelli agricoli. 
Infine, in Belgio l'immigrazione è vietata, mentre anche la Danimarca pare
avviata verso la soluzione proibizionista (si contano attualmente una
cinquantina di polacchi e cittadini delle Repubbliche baltiche).

Antonella De Gregorio