diritti in rete



     
 
il manifesto - 15 Giugno 2002 
 
New economy, diritti in rete 
ANTONIO SCIOTTO
MILANO 
 
New economy, diritti in rete 
I ragazzi che lavorano su Internet non aspettano i sindacati tradizionali e
si organizzano on line. Comunicano con le mailing list, i forum, le chat
line, la web tv. A Milano i siti di riferimento per i networkers italiani,
Bread&Roses e Tutearancioni
ANTONIO SCIOTTO
MILANO 
Sotto la Madonnina i bit corrono sempre più veloci e i ragazzi della new
economy si organizzano per avere più diritti. Il loro mezzo preferito,
naturalmente, è Internet. Oggi il sindacato si fa con le mailing list (la
posta elettronica), con i forum e le chat, con la consulenza, la
formazione, l'informazione on line. Nel web, tutto sommato, si ritrovano
quegli stessi temi di cui si discute al bar o nelle assemblee della Fiat:
l'articolo 18, la crisi del proprio settore, il licenziamento dei colleghi,
le nuove opportunità di lavoro. Ma ci sono anche argomenti che appartengono
più da vicino ai trentenni che lavorano nella rete: il più gettonato è
decisamente quello delle tutele per gli atipici, dai Cococo agli
interinali, ormai dilaganti (soprattutto i primi) nelle aziende, il
desiderio di superare la giungla contrattuale in cui sono immersi: vengono
assunti con i contratti dei metalmeccanici, con quelli del commercio, o
dello spettacolo. Di recente, poi, dopo lo scoppio della «bolla» e l'arrivo
della crisi, sempre più spazio hanno guadagnato gli scioperi e le
manifestazioni, le piattaforme e le vertenze: da Blu a Ipse, da Matrix a
Lanetro, da Jumpy al recente caso della pugliese Bid.it, la paura del
licenziamento fa correre più veloci le mani sulle tastiere. I punti di
riferimento principali per i giovani della new economy sono oggi due siti
realizzati entrambi nel capoluogo lombardo, breadandroses.it e
tutearancioni.org.

La redazione di Bread&Roses, formata da un gruppo di 5-6 trentenni che già
da tempo lavorano per siti, portali o riviste sul web, ha avuto ad esempio
l'idea di realizzare una trasmissione tv on line, con cadenza mensile, dove
si discutono i problemi e le opportunità del mondo della rete: «Il ciclo di
trasmissioni è iniziato a gennaio - spiega Lorenzo Guerra, uno dei
redattori - e abbiamo invitato a parlare diverse personalità della politica
e del sindacato, oltre ai lavoratori della new economy, per discutere di
articolo 18, delle opportunità future offerte dal mercato dell'Ict, dello
sciopero generale del 16 aprile, o delle vertenze più delicate, come quelle
di Blu e di Ipse 2000. Alcuni dipendenti di queste aziende sono venuti da
Roma per essere presenti in trasmissione. In più, quando c'è la diretta sul
web, gli spettatori possono inviarci immediatamente le loro domande, grazie
a una chat interattiva: noi le giriamo subito agli ospiti. E le puntate
sono visibili ancora oggi, basta collegarsi al sito».

Bread&Roses offre anche consulenza sindacale, e di recente ha lanciato un
nuovo sito, TipiAtipici (tipiatipici.it) che raccoglie e intercetta le
istanze di molti giovani, lontani dai sindacati tradizionali. «Nel settore
dell'informatica e della comunicazione lavorano ormai circa un milione di
persone in Italia - aggiunge un altro redattore, Filippo Di Nardo - e gli
atipici sono già due milioni in tutto il paese. Una massa di persone che
comunica in modo diverso rispetto al passato, che non lavora in fabbrica ma
davanti a un computer, che naviga spesso su Internet. Il sindacato
tradizionale fa molta fatica a raggiungere questi nuovi lavoratori, eppure
hanno molte cose da dire, cercano un luogo dove esprimersi». Sarà per
questo motivo che i giovani di Bread&Roses sono stati a loro volta
«intercettati» dalla Cisl di Milano, tanto che il sito diventerà a tutti
gli effetti una costola del sindacato. «Noi crediamo che si possa fare un
sindacato a partire dalla rete, con nuovi mezzi di mobilitazione e di lotta
- dice La Porta - In questo momento le battaglie più importanti sono quelle
per l'estensione dell'articolo 18 agli atipici, per un sistema di
ammortizzatori sociali e di tutele più forte. Inoltre, all'orizzonte,
vediamo anche la possibilità di un unico contratto per tutti i lavoratori
dell'Ict».

Tutearancioni parte invece dall'esperienza dei ragazzi di Matrix, usciti
dall'anonimato e diventati improvvisamente famosi all'inizio dell'anno per
aver realizzato il primo sciopero dei lavoratori di Internet. Anche loro
hanno messo su un sito visitatissimo da chi lavora per le web agencies, per
i portali o i giornali on line, per le imprese che fanno e-commerce. Anche
in questo caso, a far muovere il mouse di chi naviga, è non solo il
desiderio di informarsi, ma anche la voglia di dire la propria sul mondo di
tutele e diritti da costruire. E così le tute arancioni hanno deciso di
costruire una Netcharta, la Carta dei diritti di chi lavora nel web. E,
tipico del mondo della rete, che si evolve di continuo, la Netcharta non è
un documento definitivo, una piattaforma già confezionata, ma un testo in
continua evoluzione, che viene aggiornato liberamente da parte dei
navigatori: «Aggiungi il tuo diritto» è infatti lo slogan scelto dai
redattori.

«Noi abbiamo fissato 7 diritti - spiega Giulia Covezzi, delegata Filcams
Cgil di Matrix e redattrice di Tutearancioni - ma sono solo un punto di
partenza. Tanta gente ha aggiunto il suo diritto, quello che vorrebbe veder
riconosciuto: all'assunzione a tempo indeterminato, al tfr e alla
tredicesima, a una rappresentanza sindacale, a una contrattualizzazione
adeguata, alla salute». E poi i lavoratori della new economy chiedono il
«diritto a una vita privata» («Ti danno un telefonino, un portatile,
l'obbligo della reperibilità. Inoltre... forse è meglio che non ti
assumiamo ma ti teniamo come collaboratore», scrive un navigatore) o quello
«di pubblicazione» («In rete chiunque è giornalista...»). «Moltissimi
chiedono più formazione - aggiunge la Covezzi - Noi siamo un po' operai,
perché spesso facciamo un lavoro poco professionalizzante, ma anche
brainworkers, perché dobbiamo lavorare con la testa. Con la velocità del
web non si scherza, e quando si perde il lavoro bisogna essere preparati a
trovarne un altro».

Molte tute arancioni sono vicine alla Cgil, ma si muovono autonomamente
rispetto al sindacato. Il 20 giugno, infatti, parteciperanno allo sciopero
generale per l'articolo 18 e saranno in piazza con il loro striscione. In
certi casi, la presenza virtuale non basta.