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cibo acqua energia il catalogo e' questo
- Subject: cibo acqua energia il catalogo e' questo
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 17 Jun 2002 17:30:53 +0200
da boiler.it 12 - 6 - 2002 Cibo, acqua, energia: il catalogo è questo… di Mario Bianchi LE NAZIONI UNITE hanno festeggiato in questi giorni la Giornata mondiale dell'ambiente. In una dichiarazione, il segretario generale Kofi Annan chiama tutti i paesi a una maggiore responsabilità, soprattutto quelli che lasciano sull'ambiente una "impronta" ecologica molto pesante. «Nel 1992, a Rio de Janeiro», dice tra l'altro Annan, «la comunità internazionale ha compiuto un grande passo in avanti da un punto di vista concettuale. Ci si augurava che mai più le questioni ambientali sarebbero state considerate un lusso o un ripensamento, ma che sarebbero divenute una componente fondamentale dei processi politici decisionali, integrate nei piani di sviluppo economico e sociale. I paesi in via di sviluppo sarebbero stati aiutati a prendere un cammino agevole verso una modernizzazione più compatibile con la tutela ambientale rispetto a quello seguito dai paesi sviluppati. Questo vasto scenario – una visione positiva a lungo termine di crescita, equità, giustizia e protezione ambientale – sembrava fortemente possibile. Nonostante questo passo in avanti e malgrado i notevoli sforzi e i significativi progressi raggiunti a partire dall’Earth Summit, i dati più recenti svelano un pianeta che richiede ancora cure intensive», prosegue Annan. Non è un bello scenario a poche settimane dall’apertura del Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, a dieci anni dal meeting di Rio. Ma vediamo un po’ il dettaglio. Un miliardo di persone non ha acqua potabile… A essere precisi, sono 1100 milioni le persone che nel mondo non hanno alcun accesso all'acqua potabile, mentre sono 2 miliardi gli ettari di terreno coltivabile irrimediabilmente degradati a causa della salinizzazione dei suoli; 80 paesi hanno inoltre un'insufficienza di acqua potabile che causa la morte di 6 mila persone ogni giorno. Il 20 per cento più ricco del pianeta consuma il 50 per cento delle risorse, mentre il venti per cento più povero sopravvive con uno o due dollari al giorno. Ogni anno si perdono 16 milioni di boschi e le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera continuano a crescere a un ritmo incessante. Queste le preoccupanti statistiche fornite dal Programma delle Nazioni unite sull'ambiente, l'Unep, presentate dal direttore, Klaus Töpfer. «A Johannesburg», ha aggiunto Topfer, «non vogliamo sentire i soliti discorsi che poi cadono nel vuoto. Le 60 mila persone che saranno là per discutere del futuro del pianeta chiedono che vengano realizzate azioni concrete». Le cifre parlano chiaro e sono brutali: il 5 per cento dei decessi che avvengono ogni anno sul pianeta sono causati dall'inquinamento dell'aria, lo scioglimento dei ghiacciai pone seri problemi di inondazioni, le catastrofi naturali che ogni volta mietono un numero sempre maggiore di vittime costano ogni anno 110 mila milioni di euro e il consumo di energia è aumentato del 60 per cento negli ultimi dieci anni. Notizie migliori arrivano tuttavia sul fronte demografico. Anche se in questi ultimi dieci anni la popolazione mondiale è cresciuta di 800 milioni di persone, nelle prossima decade la crescita sarà più contenuta. C'è un aumento della domanda di agricoltura biologica, l'Europa sta applicando una politica di controllo dei rifiuti e delle contaminazioni che inizia a sortire effetti positivi, la superficie ricoperta da boschi nei paesi sviluppati sta aumentando, esiste un accordo mondiale sul controllo dei gas serra. Nel bilancio tra progressi e recessi, il direttore dell'Unep è tagliente: «Molti non nutrono grandi speranze, ma non bisogna cadere nello sconforto, bisogna invece essere ottimisti». Circa 800 milioni non hanno da mangiare… A pochi giorni dal World Food Summit (che si tiene a Roma dal 10 al 13 giugno), la Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione, lancia l'allarme. Per dimezzare il numero di persone malnutrite entro il 2015 servirà un investimento annuale extra di 24 miliardi di dollari l'anno nei paesi in via di sviluppo. Senza questi fondi sarà impossibile dimezzare il numero dei malnutriti, che attualmente si aggira attorno alla quota di 800 milioni. Il pacchetto “antifame” della Fao propone di mettere in atto un processo di innovazione agricola nelle comunità rurali più povere, con un capitale iniziale di 500 dollari a famiglia in media, che sarà speso per costruire piccole pompe da irrigazione, servizi legali ed educativi, investimenti in sementi e fertilizzanti. Altri investimenti devono essere incentrati su sistemi che favoriscano lo sviluppo e la conservazione delle risorse naturali, marine e forestali. Alta priorità avranno anche l'espansione e l'ammodernamento delle infrastrutture esistenti, l'incremento della ricerca agricola e programmi per garantire l'accesso al cibo da parte dei più bisognosi. Intanto, i 15 paesi membri dell'Unione Europea e la Comunità Europea hanno firmato il “Trattato internazionale sulle risorse genetiche delle piante per l’alimentazione e l’agricoltura”, approvato lo scorso 3 Novembre. Il trattato regola, per la prima volta, la conservazione e l’uso sostenibile del materiale agricolo fitogenetico del mondo, oltre alla condivisione giusta ed equa dei benefici da esso derivati, compresi i benefici commerciali. Con queste firme, il numero dei paesi che aderiscono al trattato sale a 26, più la Comunità Europea (perché entri in vigore serve la ratifica di almeno 40 paesi). «La firma dei 15 stati membri Ue e della Comunità Europea e l'annuncio delle loro intenzioni di ratificare il trattato il più presto possibile è un importantissimo passo avanti», è il commento di Louise Fresco, vicedirettore generale della Fao per l'agricoltura. «È avvenuta solo pochi mesi dopo dall'adozione dell'accordo e mostra l'importanza che le nazioni stanno dando alle risorse genetiche per il cibo e l'agricoltura, da cui dipende la sicurezza alimentare mondiale. Spero che questo mandi un messaggio forte ad altre nazioni di seguire la stessa strada». Secondo la Fao, altre nazioni dovrebbero firmare il trattato nei prossimi giorni durante il World Food Summit di Roma. Le risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura sono essenziali per lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile e per il raggiungimento della sicurezza alimentare. Si stima che diecimila specie sono state usate per il nutrimento e l'agricoltura umani. Comunque, solo 150 specie vegetali circa costituiscono le diete delle maggioranza della popolazione mondiale. Di queste, 12 specie forniscono il 70 per cento del cibo, mentre quattro – riso, mais, frumento e patate – soddisfano più del 50 per cento del fabbisogno energetico mondiale. Le nazioni geneticamente più ricche sono spesso le più povere in termini economici,. La maggior parte delle ricchezza fitogenetica del mondo si trova nei paesi in via di sviluppo. «Nonostante la loro vitale importanza per la sopravvivenza umana, le risorse genetiche si stanno perdendo ad un ritmo allarmante. Il trattato fornirà gli incentivi per continuare a conservare e sviluppare tali risorse», sostiene José Esquinas-Alcazar, Segretario delle Commissione Fao sulle risorse genetiche per l’alimentazione e l'agricoltura. E due miliardi stanno al buio… E arriva anche l’allarme energia. Attualmente, sostiene nel suo ultimo rapporto l’International Energy Agency, un terzo dell'umanità (due miliardi di individui) non ha accesso all'elettricità. L'energia è alla base dello sviluppo economico e della lotta contro la povertà, ma gli attuali metodi di produzione e di consumo minacciano l'ambiente, prosegue il comunicato. Se la comunità internazionale vuole promuovere lo sviluppo sostenibile, ha detto il direttore generale dell'agenzia, Robert Priddle, «sono necessari dei cambiamenti considerevoli». Il direttore Priddle ha presentato a Parigi un documento negoziato nel corso degli ultimi sei mesi tra i 26 paesi membri dell'organizzazione, intitolato proprio “Soluzioni per uno sviluppo sostenibile nel settore dell'energia”. Lo sviluppo sostenibile, oggetto ufficiale di discussione al prossimo vertice di Johannesburg, vuole combinare crescita economica e protezione dell'ambiente in modo da evitare che la rovina delle risorse naturali minacci nel lungo periodo la sopravvivenza del genere umano. L'elettrificazione delle aree prive di rete elettrica costerà circa 3 mila miliardi di dollari di investimenti entro il 2020. A livello globale, la domanda di energia elettrica, sempre fino al 2020, aumenterà di circa il 57 per cento e, dice l'Aie, il proseguimento delle attuali politiche energetiche graverà pesantemente sull'ambiente. Una politica energetica sostenibile deve invece garantire «il diritto all'approvvigionamento, un punto critico che potrebbe essere trascurato nel corso della riunione preparatoria in corso a Bali», ha detto il direttore dell'Aie. Il documento individua 25 raccomandazioni che dovrebbero essere prese in esame da oltre un centinaio di capi di stato. Chiede sostanzialmente ai paesi del Nord del mondo di liberalizzare il loro mercato dell'energia e di incoraggiare il miglioramento dell'efficienza energetica, di favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili attraverso il meccanismo dei certificati verdi, e di applicare una politica dei prezzi trasparente nei confronti dei consumatori. Le indicazioni per i paesi del Sud del mondo sono invece quelle di creare un ambiente favorevole da un punto di vista legislativo, per la creazione di un mercato capace di attirare investimenti pubblici e privati.
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