una guerra contro il lavoro



     
il manifesto - 07 Giugno 2002 
 
 
Una guerra contro il lavoro 
L'intervento in Afghanistan come risposta alla crisi della new economy
TONI NEGRI
L'opuscolo di Marazzi, già pubblicato da Rubbettino nel 2001, appare ora da
DeriveApprodi (vedi articolo qui sopra, ndr) arricchito da un ultimo
capitolo su «Guerra e ciclo economico». La tesi che Marazzi vuole
dimostrare è che «nella new economy il linguaggio, la comunicazione,
attraversano strutturalmente e contemporaneamente sia la sfera della
produzione e distribuzione di beni e servizi, sia la sfera finanziaria, ed
è per questa particolare ragione che le modificazioni del mondo del lavoro
e le modificazioni dei mercati finanziari vanno viste come due facce della
stessa medaglia.» La dimostrazione fila via con grande chiarezza. (Bisogna
qui riconoscere a Marazzi, come già nelle sue altre opere, una trasparenza
espositiva ed una ricchezza di argomentazioni che, per quel che mi
riguarda, trovo solo nei classici dell'economia politica). Nel primo
capitolo si scava dunque il gioco reciprocamente strutturante delle
trasformazioni linguistiche della produzione e del mercato (della
comunicazione) e la costruzione postfordista del modo di produzione,
dell'organizzazione del lavoro e della costituzione dell'impresa virtuale.
Questo primo capitolo può essere, per così dire, letto ed utilizzato come
appendice volta alla attualizzazione del capitolo marxiano sul General
Intellect. Un preciso approfondimento della legge dei rendimenti crescenti,
articolata all'analisi della disinflazione come nesso monetario fra
postfordismo e new economy, delinea, garantisce ed espone lo sfondo della
struttura economica attuale, come orizzonte dell'eccedenza dei valori del
lavoro immateriale. Se dunque postfordismo e new economy si integrano
vicendevolmente, la dimensione linguistica del denaro (i mercati
finanziari) dà specificità alla nuova economia. Qui si apre, su questa
base, il secondo approfondimento di Marazzi: sul nuovo business cycle. Vi è
qui un elemento centrale che va tenuto presente, ed è il riapparire di una
crisi da sproporzione nella new economy. L'originalità di questa
sproporzione è tuttavia totale: a fronte delle troppe possibilità di
comunicazione essa si rivela come deficit di attenzione. Presto detto: la
capacità di comunicazione e di informazione del sistema è tale da rendere
impossibile un surplus di attenzione, cioè una domanda aggregata suppletiva
per l'espansione del sistema. Su questa base critica si caratterizza il
nuovo andamento del ciclo economico. Se la sincronizzazione globale sembra
essere la caratteristica fondamentale, qui si percepisce anche come la
natura linguistica del lavoro postfordista e la virtualizzaione dei
processi tecnico produttivi abbiano radicalmente modificato il quadro della
produzione di ricchezza a livello mondiale.

Se ora riconfrontiamo le categorie marxiane alla nuova definizione del
ciclo economico del postfordismo e della globalizzazione (ed è quanto
Marazzi fa in un terzo capitolo), ne potremo trarre alcune conclusioni
assai generali ed in particolare: a) che in questo meccanismo estremamente
veloce di circolazione economica, il denaro è sempre presente in maniera
sufficiente a monetizzare il plusvalore; b) che questo denaro non si
presenta come equivalente generale, bensì come polizza sul lavoro futuro;
c) che il denaro mondiale si costruisce come forma del valore globale, cioè
dell'insieme delle economie globalizzate.

Di nuovo il problema della crisi è qui rinviato alle sue dimensioni
materiali: crisi di sovrapproduzione davanti al deficit di attenzione,
crisi di circolazione in conseguenza della corruzione dei sistemi globali,
ma soprattutto crisi strutturale quando le modalità cooperative della
produzione di valore mettono fuori gioco il controllo politico delle
autorità monetarie, inteso alla riproduzione del sistema. Il General
Intellect si è scisso: da un lato esso si è mostrato come dimensione
cooperativa e liberatoria, dall'altro si pone come comando capitalistico.
(Marazzi introduce qui una serie di diverse riflessioni attorno al rapporto
tra comando mondiale e moltitudine dei lavoratori. Sono, le sue,
indicazioni e piste per tentare di leggere e di controllare, dal punto di
vista della moltitudine, gli effetti di crisi. Ecco dunque l'insistenza per
l'invenzione di un Welfare globale «in cui la creazione di redditi per
impiegare le risorse umane inutilizzate sia finalizzata alla produzione di
tempo libero»; ecco una finissima analisi del panico che accompagna le
crisi e delle medicine o dei vaccini attraverso i quali ci si possa da esso
liberare; ecco ironiche considerazioni sul No-logo e una lettura politica
della globalizzazione dal basso tra valore d'uso delle merci e corpo vivo
del movimento, eccetera). Così, all'analisi condotta, si aggiunge un nuovo
capitolo sulla guerra. Marazzi innanzitutto sottolinea la moltiplicazione
degli elementi di crisi del sistema.

E poichè le risposte interventiste che l'Amministrazione Bush ha decretato
dopo l'11 settembre lo lasciano abbastanza indifferente, il suo interesse
va piuttosto verso quel nuovo configurarsi di una fisica del potere che
vede da un lato l'insania bellica del capitale e dall'altro il distendersi
sempre più ampio del territorio di liberazione della moltitudine. La
contingenza bellica porta sempre più a fondo la scissione critica del
capitale, anche nella forma di General Intellect. La guerra si presenta
come nuovo strumento di controllo e rivela una forte analogia con la forma
denaro: anch'essa è polizza sul lavoro futuro, promessa feroce di una sua
distruzione. Quando, di contro, si dice che un nuovo mondo è possibile, si
dà valore alla pretesa del lavoro della moltitudine di aprirsi libero nel
futuro. Il corpo del potere e la carne della moltitudine si scontrano così
su un orizzonte che il General Intellect apre alternativamente alla follia
del denaro o all'intelligenza biopolitica. E' difficile dire chi uscirà
vincente da questo conflitto: è certo tuttavia, che qualsiasi strategia
venga sviluppandosi, dovrà confrontarsi con queste premesse.