la reinvenzione dell'automobile



     
il manifesto - 02 Giugno 2002 
 
 
La reinvenzione dell'automobile 
Un convegno a Torino sugli sbocchi della crisi della Fiat
EZIO VALLAROLO
TORINO 
L'innovazione di prodotto per competere sul mercato dell'auto». E' il
titolo del convegno svoltosi ieri presso la Camera del Lavoro di Torino,
organizzato dalla minoranza Ds e dall'associazione Aprile. Ulteriore
occasione per approfondire la situazione creata dalla crisi Fiat e delle
sue ricadute, ha avuto come perno la discussione su ricerca e innovazione
come risposte alla crisi industriale. Voluto da Giangiacomo Migone,
esponente di spicco della minoranza diessina in Piemonte, il dibattito ha
visto la presenza fra gli altri del vicepresidente del Senato, Cesare
Salvi, del segretario della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, e di docenti
universitari quali Giovanni Zanetti e Mario Rasetti. «Si sta evidenziando
con chiarezza - ha introdotto Luca Delli Santi, portavoce torinese della
minoranza Ds - che la crisi della Fiat è una questione di valenza
nazionale. Tutto ciò avviene nel momento in cui il capitalismo italiano
sembra orientato verso la speculazione finanziaria, che rischia di
trasformarci da paese produttore a paese di consumo. In questo quadro si
staglia la crisi della Fiat che vede al proprio centro la produzione
dell'auto e Torino. Sarebbe sbagliato pensare per l'Italia un futuro senza
grande industria».

Dal canto suo Giorgio Airaudo, per la Fiom torinese, ha ribadito la linea
adottata negli ultimi tempi e sancita dalla venuta a Torino di Cofferati,
giovedì scorso, per l'attivo dei delegati del gruppo Fiat. «Da Torino
stiamo sollevando una questione di respiro nazionale. Questa città non è
più solo auto da tempo. Ma tanti sono ancora i lavoratori coinvolti: tra
Fiat e indotto, oltre centomila. Come sindacato pensiamo che la crisi della
Fiat può oggi compromettere il futuro industriale del Paese. Tutti devono
essere chiamati alle proprie responsabilità, dal Governo nazionale agli
enti locali. Venerdì prossimo daremo il primo segnale: uno sciopero di
tutti i metalmeccanici della provincia di Torino».

«La vicenda Fiat - ha sottolineato Mario Rasetti - è una tragedia
annunciata, come già quella Olivetti alcuni anni fa. Si sono verificati
troppi errori: l'auto a combustione interna è alla fine del suo ciclo, ma
non si è pensato al futuro. Gli imprenditori italiani non mancano di
capacità, ma di cultura della ricerca e dell'innovazione. La transizione
verso i nuovi propulsori, idrogeno per primo, sarà lenta anche se dal punto
di vista tecnologico»«Oggi serve - ha concluso Cesare Salvi - una politica
industriale. Non si può escludere un coinvolgimento del pubblico nella
vicenda: altrimenti non si capirebbero i casi Volkswagen e Renault. E' di
interesse nazionale puntare su ricerca e formazione al fine di produrre
modelli ecologici. L'industria dell'auto è necessaria all'Italia».