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la societa' civile conta piu' del wto
- Subject: la societa' civile conta piu' del wto
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 27 May 2002 18:45:20 +0200
dal messaggero ---------------------------------------------------------------------------- ---- Sabato 25 Maggio 2002 Incontri/Le battaglie di Ralph Nader, leader del movimento verde negli Usa «La società civile conta più del Wto» di GIOVANNI DEL RE VBerlino OLETE che tutto, dall’istruzione alla genetica umana, all’ambiente, sia controllato dalle grandi multinazionali? Volete che la democrazia venga svuotata da potenti lobby? E allora è il momento della società civile per riprendersi il proprio futuro. A parlare è l’apostolo del movimento verde e dei consumatori americani: Ralph Nader (nella foto), 68 anni, per due volte candidato presidente degli Stati Uniti - nel 1996 e nel 2000, quando ottenne quasi 3 milioni di voti (circa il 3%). Dagli anni Sessanta ha preso di mira le multinazionali, nel 1966 riuscì, con un bestseller, a far passare una legge che imponeva maggiori standard di sicurezza per le auto. Lo incontriamo a Berlino, dove ha tenuto alcune conferenze: l’età si nota, ma il suo vigore non è scalfito, quando parla inchioda con la sua vocazione missionaria. «Le multinazionali sono un grande pericolo per la democrazia, lo dice anche il finanziere George Soros: il loro strumento oggi si chiama Wto, Organizzazione mondiale per il commercio». No-global di tutto il mondo unitevi, sembra di udire, ma Nader non è un black bloc e nemmeno un romantico visionario, ma un uomo molto concreto. «Perché ce l’ho con il Wto? Glielo dico subito: esso impone norme che incidono profondamente sulle legislazioni nazionali in nome del cosiddetto libero commercio. Se uno Stato vuole attuare misure di protezione ambientale che secondo un altro Stato danneggiano il libero commercio, può essere processato dal Wto. A decidere sono giudici che operano in segreto, senza osservatori e senza appello: così le multinazionali scavalcano le democrazie. E sa una cosa? Pochissimi lo sanno: le assicuro che non c’è un solo senatore americano che si sia letto le 600 pagine del trattato». Insomma, interessi economici über alles, con un ribaltamento radicale dei valori: «Un tempo - continua Nader - si diceva: i diritti umani vengono prima del commercio. Adesso avviene il contrario: in nome del libero commercio vengono abbassati gli standard sociali e sanitari in tutto il mondo, il potere dei sindacati, il trattato non fa eccezioni neppure quando in gioco è il lavoro di bambini: un paese che imponesse un embargo sui prodotti bengalesi o indonesiani fatti da bambini, potrebbero essere trascinati davanti al Wto. Al tempo stesso, vengono sostenute dittature in cambio di una concessione mineraria. E state attenti voi europei: l’obiettivo è ridurre gli standard anche da voi: non state a sentire chi vi racconta che il vostro welfare è fuori tempo, che solo abbassando gli standard sarete competitivi. Guardate cosa è successo negli Usa, l’unico paese occidentale senza sanità e pensioni obbligatorie, senza ferie pagate. Un paese in cui il pensiero di una malattia è un incubo, in cui dal 1973 gli stipendi sono costantemente diminuiti, mentre il prodotto interno si è decuplicato». Ralph Nader è anche l’apostolo dei diritti del consumatore, anche questi sono in pericolo: «Le corporations - dice - con il Wto possono scardinare normative di garanzia. Una legge della California che prevede l’etichettatura dei cibi importati rischia di esser dichiarata “illegale" dal Wto dopo la causa intentata da Giappone e Unione Europea. Fate pure i controlli, ma niente etichette». Ma c’è di peggio: «Le multinazionali stanno cercando di brevettare come proprietà intellettuale privata addirittura la genetica umana. Sa che cosa significa?». Scenari poco rassicuranti, dunque, ma Nader non è uomo da predicare rassegnazione. «Ogni singolo può fare molto più di quanto si creda - afferma. Noi Greens stiamo cercando di convincere la gente a impegnarsi per rafforzare il ruolo dei sindacati e della società civile, per lottare per mantenere alti gli standard ed esportarli anche all’estero. Non ci crederà ma in era internet il porta a porta, il parlare con la gente personalmente funziona, convince, siamo sempre di più. Basta capire che lo Stato non è Washington: lo Stato, la nazione siamo noi». ---------------------------------------------------------------------------- ----
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