lavoro nero sempre piu' stranieri



da repubblica di venerdi 17 maggio 2002

  
17 Maggio 2002 
 

 
  Irregolari record nell'edilizia e in agricoltura Sei aziende ogni dieci
controllate risultano fuorilegge. In un anno gli immigrati non in regola
sono più che raddoppiati 
Lavoro nero, sempre più stranieri 

GIUSEPPINA PIANO  

Lavoro sempre più nero, più insicuro e pericoloso. Ma anche lavoro più
discriminatorio. Perché i sommersi, quelli condannati a non avere diritti
oggi e a non avere pensione domani, ormai sono sempre più spesso cittadini
extracomunitari. La loro incidenza sulla forza lavoro che non c'è, che non
esiste per lo Stato e per l'Inps, è più che raddoppiata in un solo anno.
È boom del sommerso, racconta il consuntivo dei controlli fatti nel 2001
dagli Ispettorati del lavoro. Boom in una provincia di Milano dove, da tre
anni, il lavoro nero non ha fato altro che crescere: nel 1999 il 5,9 per
cento dei lavoratori controllati non esisteva, nel 2001 è diventato l'8,3
per cento. E qui sei aziende su dieci, tra quelle controllate, sono per un
motivo o per altro al di là delle legge. Il burocratese dice «aziende
irregolari», banalmente traducibile in contributi totalmente non versati
all'Inps. O versati in ritardo o solo in parte. Sconti autoprodotti, che
paga ovviamente la collettività. Solo i controlli fatti a Milano, nel 2001
hanno fatto scoprire una perdita per lo Stato di 153 miliardi di lire (79
milioni di euro), tra contributi previdenziali e premi assicurativi
inevasi. Cifra che in Lombardia saliva a un danno di 389 miliardi (200
milioni di euro).
Dati che non sono stime statistiche, ma realtà. Quella data dai controlli
davvero eseguiti. Non un campione ponderato dunque, ma l'attività di
vigilanza svolta dalle Direzioni provinciali del lavoro e dagli enti
previdenziali. E da casa sindacale una certezza: «Malgrado la legge
sull'emersione del lavoro nero dell'ottobre 2001, qui il lavoro nero
aumenta dice Serafino Appugliese, segretario regionale della Uil lombarda E
ricordiamoci che la Lombardia, la regione più importante d'Italia, ha
pochissimi ispettori, neanche il venti per cento di quanti ne servirebbero». 
Lavoro nero in aumento. E a Milano va molto peggio che nel resto della
Lombardia: qui l'8,3 per cento, media regionale del 4 per cento. In Regione
il 2001 è andato meglio del 2000, le irregolarità riscontrate sono scese di
tre punti percentuali. A Milano no, sono aumentate. Con record negativi per
il settore dell'edilizia e quello agricolo. E sono loro, gli immigrati, i
nuovi dannati in un mercato occupazionale dove parlare di emergenza diventa
quasi una banalità statistica. I lavoratori in nero ormai sono sempre più
spesso stranieri. Per capirci: su cento lavoratori irregolari scoperti nel
1999, 1,9 erano immigrati. Saliti, nel 2001, a 5,9. In Lombardia,
addirittura il 9,4 per cento del lavoro nero era straniero. Un fenomeno in
esplosione, quello del lavoro sommerso che viene relegato sempre più agli
stranieri. Per dirla diversamente: il numero dei lavoratori immigrati
risultati in nero è aumentato del 103 per cento nel 2001 rispetto al 2000.
E del 228 per cento in più rispetto alla media del triennio precedente.
Un campionario articolato, quello dei lavoratori che non esistono. Ci sono
i cassintegrati che, nel frattempo, lavorano a cottimo da un'altra parte.
Ci sono quelli in trattamento di disoccupazione, quelli che fanno il doppio
lavoro, quelli che sono già in pensione, quelli che teoricamente risultano
in malattia o in infortunio. E poi ci sono le centinaia di immigrati che
hanno solo un posto che non esiste. In un pianeta sommerso che è realtà
diffusa e che si perde nelle pieghe di piccole e grandi illegalità. Le
irregolarità riscontrate nelle verifiche fatte nelle aziende vanno
dall'evasione totale dei contributi all'Inps, ai pagamenti in ritardo. E si
finisce così con quel 64 per cento di aziende tra Milano e Provincia (7.362
sulle 11.450 controllate) che ha dovuto pagare per qualche irregolarità
trovata dagli ispettori. 
Tra i messi peggio, il settore edile. Quello dove la piaga del lavoro nero
si somma alla scarsa cultura in tema di sicurezza. Qui le indagini danno un
quadro davvero sconfortante. Basti questa storia, presa dall'annuale
dossier fatto su tutta l'attività ispettiva del 2001: a Milano la Direzione
provinciale del lavoro ha fatto una campagna di controlli, e su 29 cantieri
visitati in un mese qualcosa come undici sono stati messi sotto sequestro.
Ancora: l'89 per cento delle aziende edili controllate, nove su dieci, non
rispettava pienamente le norme antinfortunistiche e la legge sulla sicurezza.