immigrati una strategia europea



dal sole24ore di venerdi 26 aprile 2002

   
 
          
Venerdì 26 Aprile 2002  ore 19:16  
 
Immigrati, una strategia europea 
ROMA - I Paesi di antica tradizione nel governo dell'immigrazione, come
Stati Uniti, Canada e Australia, evitano con cura di affrontare
l'accoglienza degli stranieri con la lente distorta dell'ideologia. In quei
Paesi l'immigrazione è un fatto "tecnico", affidato a tecnici, come l'Ins
(Immigration and Naturalization Service) americano o l'Immigration Service
canadese. Nel Vecchio Continente invece l'immigrazione, con tutti i
riflessi sulla sicurezza interna, sta diventando terreno di scontro
politico e perfino un elemento - come si è visto nelle ultime elezioni
francesi - decisivo per la vittoria di questo o quello schieramento. In
Italia il Centro-destra ha cavalcato, prima delle elezioni politiche del
maggio 2001, il tema dell'immigrazione mettendo sotto accusa la legge
Turco-Napolitano. An e soprattutto la Lega rimproveravano alla
Turco-Napolitano di non risolvere in modo efficace il problema
dell'immigrazione clandestina. Per questo, prima delle elezioni, Umberto
Bossi aveva promesso al suo elettorato che avrebbe ridotto in carta
straccia la Turco-Napolitano. Ma, a un anno di distanza, le modifiche a
quella legge si stanno concentrando quasi integralmente sulle modalità
d'ingresso in Italia degli immigrati regolari (si entrerà solo con un
contratto di lavoro), mentre l'impianto delle norme per le espulsioni è
rimasto sostanzialmente quello dei Governi di Centro-sinistra. Tanto che si
deve proprio alle norme della Turco-Napolitano se, come ripete ormai in
ogni occasione il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nell'ultimo
anno sono stati respinti alla frontiera oltre 61mila clandestini.
Cooperazione. Gli ultimi maxisbarchi in Sicilia, con la dichiarazione dello
stato di emergenza e il via libera per la costruzione di almeno altri tre
centri di temporanea permanenza e assistenza, hanno dimostrato, ove ve ne
fosse stato bisogno, che non è questo o quel Governo a richiamare, come una
specie di "pifferaio magico", orde di disperati dai posti più poveri della
terra. I Paesi ricchi sono fatalmente destinati a essere l'approdo finale
di gente che fugge dalla miseria, e spesso anche dalla guerra, e per la
quale un viaggio costosissimo su una carretta del mare in condizioni
disumane è spesso la terra di confine tra la vita e la morte. Così, mentre
la coalizione di maggioranza sta oscillando tra rotture e compromessi sulle
modifiche alla Turco-Napolitano (ricompattandosi poi sul "tetto" per la
sanatoria delle "badanti"), e fa fatica a conciliare culture troppo
diverse, come quelle dei centristi e dei leghisti, più pragmaticamente il
presidente del Consiglio ha deciso di ripercorrere la strada intrapresa dai
Governi di centro-sinistra: più cooperazione internazionale e risposta
comunitaria per il controllo delle frontiere esterne. L'11 aprile
Berlusconi ha scritto alla presidenza di turno spagnola dell'Ue per
sollecitare «un più incisivo intervento dei ministri degli Esteri». Il 15
aprile ha affrontato l'argomento in un Consiglio di affari generali
dell'Ue, avanzando l'ipotesi di condividere le spese per il controllo delle
frontiere marittime, «tenuto conto dei rilevanti oneri sostenuti finora
dall'Italia». Lo stesso ha fatto ieri il ministro dell'Interno, Claudio
Scajola, a Lussemburgo. Frontiere sicure. L'idea di Palazzo Chigi è
lavorare a un'iniziativa da presentare in occasione della presidenza di
turno italiana dell'Unione europea, nel secondo semestre 2003. Una sorta di
progetto "frontiere sicure", ha spiegato il sottosegretario all'Interno,
Alfredo Mantovano. «Sta per essere completato - ha osservato Mantovano - lo
studio di fattibilità per la polizia europea di frontiera, i cui risultati
verranno resi noti ai primi di giugno. Al tempo stesso si sta rafforzando
la cooperazione con i Paesi dai quali provengono i maggiori flussi
migratori. L'idea che entrerà nel ddl Bossi-Fini prevede che si
condizionino in qualche modo gli aiuti della cooperazione allo sviluppo al
rispetto degli accordi di riammissione dei Paesi di provenienza dei
flussi». Mantovano riconosce tutta la difficoltà di gestire un fenomeno che
non riguarda solo l'Italia e che va maneggiato con la massima cura. Ma,
dice, «la nostra scommessa è riuscire a fare entrare in Italia solo chi è
in possesso di un contratto di lavoro, riducendo al massimo l'area dei
clandestini e degli irregolari». Una scommessa persa in partenza, secondo
il Centro-sinistra, perché - dicono all'unisono il presidente della
commissione Affari istituzionali del Parlamento europeo, ed ex ministro
dell'Interno, Giorgio Napolitano, e l'ex ministro della Solidarietà
sociale, Livia Turco - quelle modifiche aumenteranno i clandestini. I
clandestini. «La mia preoccupazione - ha precisato Napolitano - è che le
modifiche in corso di approvazione siano troppo restrittive verso
l'immigrazione legale, perché frappongono condizioni, oneri alle imprese e
intralci che possono solo restringere i canali di ingresso legale in
Italia». Napolitano ha denunciato l'assurdità di una situazione per la
quale non è stato ancora emanato il decreto flussi per il 2002 «in aperta
violazione con la legge vigente». Il risultato sarà, secondo Napolitano,
«una forte spinta a entrare clandestinamente in Italia e un aiuto agli
organizzatori dei traffici di clandestini». Quanto al tema della sicurezza,
che sta diventando una bandiera della destra in Francia come in Italia,
Napolitano ha rilevato che questi problemi «non vanno sottovalutati»: «ma
in tutta Europa la Sinistra deve saper reagire sia agli allarmismi sia ai
miracolismi. Il Centro-destra in Italia ha fatto molto allarmismo, quando
era all'opposizione, e ora al Governo non sta certo facendo miracoli».
Anche Livia Turco ha messo l'accento sul fatto che le modifiche alla legge
n.40 renderanno difficile e poco conveniente l'immigrazione regolare, e
apriranno quindi la porta a un maggior numero di clandestini. «Sono norme -
precisa l'ex ministro delle Solidarietà sociale - che renderanno difficile
per un imprenditore, soprattutto se piccolo o medio, utilizzare gli
immigrati, perché si dovrà rendere garante dell'alloggio
dell'extracomunitario e delle spese di rimpatrio». Sono solo «bandiere
ideologiche» secondo la Turco. Il risultato è «una legge
fabbrica-clandestini, che renderà difficile anche l'ingresso regolare per
chi ha un lavoro». Gerardo Pelosi