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immigrati una strategia europea
- Subject: immigrati una strategia europea
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 30 Apr 2002 06:42:28 +0200
dal sole24ore di venerdi 26 aprile 2002 Venerdì 26 Aprile 2002 ore 19:16 Immigrati, una strategia europea ROMA - I Paesi di antica tradizione nel governo dell'immigrazione, come Stati Uniti, Canada e Australia, evitano con cura di affrontare l'accoglienza degli stranieri con la lente distorta dell'ideologia. In quei Paesi l'immigrazione è un fatto "tecnico", affidato a tecnici, come l'Ins (Immigration and Naturalization Service) americano o l'Immigration Service canadese. Nel Vecchio Continente invece l'immigrazione, con tutti i riflessi sulla sicurezza interna, sta diventando terreno di scontro politico e perfino un elemento - come si è visto nelle ultime elezioni francesi - decisivo per la vittoria di questo o quello schieramento. In Italia il Centro-destra ha cavalcato, prima delle elezioni politiche del maggio 2001, il tema dell'immigrazione mettendo sotto accusa la legge Turco-Napolitano. An e soprattutto la Lega rimproveravano alla Turco-Napolitano di non risolvere in modo efficace il problema dell'immigrazione clandestina. Per questo, prima delle elezioni, Umberto Bossi aveva promesso al suo elettorato che avrebbe ridotto in carta straccia la Turco-Napolitano. Ma, a un anno di distanza, le modifiche a quella legge si stanno concentrando quasi integralmente sulle modalità d'ingresso in Italia degli immigrati regolari (si entrerà solo con un contratto di lavoro), mentre l'impianto delle norme per le espulsioni è rimasto sostanzialmente quello dei Governi di Centro-sinistra. Tanto che si deve proprio alle norme della Turco-Napolitano se, come ripete ormai in ogni occasione il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nell'ultimo anno sono stati respinti alla frontiera oltre 61mila clandestini. Cooperazione. Gli ultimi maxisbarchi in Sicilia, con la dichiarazione dello stato di emergenza e il via libera per la costruzione di almeno altri tre centri di temporanea permanenza e assistenza, hanno dimostrato, ove ve ne fosse stato bisogno, che non è questo o quel Governo a richiamare, come una specie di "pifferaio magico", orde di disperati dai posti più poveri della terra. I Paesi ricchi sono fatalmente destinati a essere l'approdo finale di gente che fugge dalla miseria, e spesso anche dalla guerra, e per la quale un viaggio costosissimo su una carretta del mare in condizioni disumane è spesso la terra di confine tra la vita e la morte. Così, mentre la coalizione di maggioranza sta oscillando tra rotture e compromessi sulle modifiche alla Turco-Napolitano (ricompattandosi poi sul "tetto" per la sanatoria delle "badanti"), e fa fatica a conciliare culture troppo diverse, come quelle dei centristi e dei leghisti, più pragmaticamente il presidente del Consiglio ha deciso di ripercorrere la strada intrapresa dai Governi di centro-sinistra: più cooperazione internazionale e risposta comunitaria per il controllo delle frontiere esterne. L'11 aprile Berlusconi ha scritto alla presidenza di turno spagnola dell'Ue per sollecitare «un più incisivo intervento dei ministri degli Esteri». Il 15 aprile ha affrontato l'argomento in un Consiglio di affari generali dell'Ue, avanzando l'ipotesi di condividere le spese per il controllo delle frontiere marittime, «tenuto conto dei rilevanti oneri sostenuti finora dall'Italia». Lo stesso ha fatto ieri il ministro dell'Interno, Claudio Scajola, a Lussemburgo. Frontiere sicure. L'idea di Palazzo Chigi è lavorare a un'iniziativa da presentare in occasione della presidenza di turno italiana dell'Unione europea, nel secondo semestre 2003. Una sorta di progetto "frontiere sicure", ha spiegato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. «Sta per essere completato - ha osservato Mantovano - lo studio di fattibilità per la polizia europea di frontiera, i cui risultati verranno resi noti ai primi di giugno. Al tempo stesso si sta rafforzando la cooperazione con i Paesi dai quali provengono i maggiori flussi migratori. L'idea che entrerà nel ddl Bossi-Fini prevede che si condizionino in qualche modo gli aiuti della cooperazione allo sviluppo al rispetto degli accordi di riammissione dei Paesi di provenienza dei flussi». Mantovano riconosce tutta la difficoltà di gestire un fenomeno che non riguarda solo l'Italia e che va maneggiato con la massima cura. Ma, dice, «la nostra scommessa è riuscire a fare entrare in Italia solo chi è in possesso di un contratto di lavoro, riducendo al massimo l'area dei clandestini e degli irregolari». Una scommessa persa in partenza, secondo il Centro-sinistra, perché - dicono all'unisono il presidente della commissione Affari istituzionali del Parlamento europeo, ed ex ministro dell'Interno, Giorgio Napolitano, e l'ex ministro della Solidarietà sociale, Livia Turco - quelle modifiche aumenteranno i clandestini. I clandestini. «La mia preoccupazione - ha precisato Napolitano - è che le modifiche in corso di approvazione siano troppo restrittive verso l'immigrazione legale, perché frappongono condizioni, oneri alle imprese e intralci che possono solo restringere i canali di ingresso legale in Italia». Napolitano ha denunciato l'assurdità di una situazione per la quale non è stato ancora emanato il decreto flussi per il 2002 «in aperta violazione con la legge vigente». Il risultato sarà, secondo Napolitano, «una forte spinta a entrare clandestinamente in Italia e un aiuto agli organizzatori dei traffici di clandestini». Quanto al tema della sicurezza, che sta diventando una bandiera della destra in Francia come in Italia, Napolitano ha rilevato che questi problemi «non vanno sottovalutati»: «ma in tutta Europa la Sinistra deve saper reagire sia agli allarmismi sia ai miracolismi. Il Centro-destra in Italia ha fatto molto allarmismo, quando era all'opposizione, e ora al Governo non sta certo facendo miracoli». Anche Livia Turco ha messo l'accento sul fatto che le modifiche alla legge n.40 renderanno difficile e poco conveniente l'immigrazione regolare, e apriranno quindi la porta a un maggior numero di clandestini. «Sono norme - precisa l'ex ministro delle Solidarietà sociale - che renderanno difficile per un imprenditore, soprattutto se piccolo o medio, utilizzare gli immigrati, perché si dovrà rendere garante dell'alloggio dell'extracomunitario e delle spese di rimpatrio». Sono solo «bandiere ideologiche» secondo la Turco. Il risultato è «una legge fabbrica-clandestini, che renderà difficile anche l'ingresso regolare per chi ha un lavoro». Gerardo Pelosi
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