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monsanto ci riprova
- Subject: monsanto ci riprova
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 27 Apr 2002 20:06:57 +0200
il manifesto - 23 Aprile 2002 Monsanto ci riprova Sequestrati alla multinazionale agroalimentare oltre tremila quintali di semi di soia contaminati. Ambientalisti, consumatori e contadini protestano, per la prima volta insieme, davanti ai magazzini di Lodi. E oggi a Roma manifestano al ministero dell'agricoltura GIORGIO SALVETTI MILANO Monsanto di nuovo pescata con le mani nei sacchi. Manca poco alla semina e la multinazionale americana (fatturato annuo da 5,2 miliardi di dollari, presente in 60 paesi con 14.700 dipendenti) ci riprova: importare in Italia sementi contaminate da ogm con il rischio, forse calcolato, di «inquinare» le coltivazioni italiane. Già l'anno scorso le autorità portuali avevano bloccato semi di soia non ogm free al porto di Genova. E ora ci risiamo: meno di un mese fa, al porto di Trieste sono stati sequestrati 3.150 quintali di semi di soia contaminati in arrivo dagli Stati Uniti. Contro l'atteggiamento recidivo del colosso mondiale, ieri, ambientalisti, associazioni dei consumatori e, per la prima volta, i coltivatori, hanno assediato i magazzini di San Colombano (Lodi), dove sono stoccate le sementi sotto il vincolo posto dalle autorità sanitarie. Monsanto come sempre non fa una piega: «L'uso strumentale delle informazioni e i violenti attacchi contro la presenza accidentale di ogm nelle sementi tradizionali sono ingiustificati». A gruppi, lungo la provinciale che taglia i campi della bassa padana, sfilano le bandiere di Verdi Ambiente e Società, Legambiente e Associazione Italiana Agricoltura Biologica. Davanti ai cancelli senza alcuna insegna di Monsanto Italia sono parcheggiati i trattori della Coldiretti e della Confederazione Italiana Agricoltori, sulle inferriate sono appesi gli striscioni di Prc e Lodi Social Forum: «Monsanto spacciatori di sementi. Recidivi». Due «Milk Warriors», reduci della campagna sulle quote latte, arrivano con una mucca di cartapesta. «Questo è uno schieramento unico in Europa e molto forte - spiega Ivan Verga di Vas - mentre in Francia il movimento anti-ogm si identifica con Bovè, qui da noi si sta creando un fronte di protesta ampio. Ambientalisti, coltivatori e consumatori si trovano uniti nella lotta contro l'inquinamento da ogm, abbiamo tutti motivazioni specifiche ma un obiettivo comune». Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Lodi, è perentorio: «Non permetteremo che i nostri campi vengano inquinati, noi agricoltori abbiamo un motivo in più per non ammettere gli ogm. Oltre all'ambiente e alla salute dobbiamo pensare ai nostri interessi: in un mercato libero, dobbiamo diversificarci, l'unico modo per reggere la concorrenza è puntare sulla sicurezza e sulla qualità della produzione agricola italiana che ci è riconosciuta in tutto il mondo. Dopo i sequestri dell'anno scorso le multinazionali delle sementi sanno cosa vogliamo ma hanno fatto poco e niente per garantirci semi puliti». Ma non ci prova solo Monsanto a importare semi contaminati. Al porto di La Spezia sono stati trovati 4.520 quintali di mais contaminato di propietà di un'altra multinazionale, la Pioneer, mentre a Genova sono stati sequestrati altri 3.300 quintali di semi di soia targati Syngenta. «La strategia dei grandi produttori mondiali è chiara - spiega Guido Pollice, presidente di Vas - cercano di portare in Italia lotti con piccole dosi di semi geneticamente modificati, sufficienti però per inquinare i campi italiani e imporre una contaminazione di fatto dell'intera produzione agricola. Quando li pescano in flagrante la scusa è sempre la stessa: dicono che garantire semi completamente ogm-free è impossibile e quindi che bisognerebbe ammettere una soglia di tolleranza. Noi rispondiamo: tolleranza zero, così come ora è stabilito dalla legge». Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, mette il dito nella piaga sapendo che nessuna azienda riesce a vendere alimenti dichiaratamente transgenici: «E' un dato di fatto che gli italiani non vogliono ogm, prima di tutto per una questione di sicurezza e poi perché cercano prodotti di qualità». La battaglia continua. Ambientalisti, coltivatori e consumatori questa mattina alle 10 sono di nuovo insieme a Roma, davanti al Ministero dell'Agricoltura. Una commissione deve decidere quale sarà il destino dei semi sequestrati. Obiettivo: rimandarli al mittente. Quesito: saprà il prode ministro per l'agricoltura Alemanno fare la voce grossa come fece il suo verde predecessore?
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