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giovani e poverta' i fallimenti di blair
- Subject: giovani e poverta' i fallimenti di blair
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 27 Apr 2002 06:35:54 +0200
il manifesto - 21 Aprile 2002 Giovani e povertà, i fallimenti di Blair Un rapporto condanna le politiche sociali del governo laburista: nonostante le promesse in Gran Bretagna sono decine di migliaia i minori indigenti e tra di loro aumenta vertiginosamente l'uso di sostanze stupefacenti ORSOLA CASAGRANDEù LONDRA E'destinato a scatenare se non polemiche certamente un dibattito acceso il rapporto pubblicato qualche giorno fa dal Foreign Policy Centre, think-tank voluta dal governo Blair di cui è presidente l'ex ministro degli esteri Robin Cook. L'autrice del rapporto, Rowena Young, conclude il suo lavoro sull'analisi delle successive guerre alla droga con queste parole: «La politica del governo del New Labour e dei governi precedenti in materia di droga sono state un incredibile fallimento». E per un motivo soprattutto, «perché hanno fallito nell'individuazione della vera causa dell'abuso di droghe, la povertà». E' interessante che quasi in coincidenza con l'uscita del rapporto del Foreign Policy Centre, siano stati pubblicati anche una serie di altre autorevoli ricerche sull'abuso di stupefacenti ed alcolici e sul vertiginoso aumento di malattie nei giovani e nei giovanissimi. Il filo rosso di tutti questi documenti è proprio la povertà. Uno spettro, una piaga che il governo Blair aveva non solo riconosciuto ed ammesso ma anche identificato come una delle priorità del suo mandato. In particolare per quanto riguarda la lotta alla povertà di cui sono vittime decine di migliaia di bambini in Gran Bretagna (come sottolineato più volte dalle Nazioni unite), Tony Blair aveva dichiarato che l'obiettivo del suo governo era proprio quello di ridurre drasticamente il numero di bambini e famiglie povere nel giro dei prossimi dieci anni. Per fare ciò il governo laburista aveva promesso politiche ad hoc, che andassero a colpire le vere cause della povertà e che non si limitassero a sollevare un po' le condizioni di vita dei meno abbienti lasciando però insoluti i problemi che stanno alla base di questa condizione. I rapporti usciti in queste settimane segnalano purtroppo che poco è stato fatto dal governo nella lotta alle cause della povertà e proprio perché si è perso di vista il fine ultimo di questa guerra (che lo stesso Blair aveva definito «cruciale» per una società che non può permettersi di avere in casa, una casa ricca, questa piaga) che è appunto quello di individuare le cause di questa realtà e agire (cioè investire risorse) per sradicarle. Così Rowena Young (che ha fondato Simplyworks, uno schema che offre lavoro a persone tossicodipendenti) nel suo rapporto dichiara senza mezzi termini che se «oggi in Gran Bretagna ci sono cinquecento volte più tossicodipendenti che negli anni `60» la responsabilità è in gran parte delle politiche fallimentari del governo che «deve spostare i suoi sforzi dal tentativo di ridurre l'utilizzo di droghe nella sua totalità verso tentativi di eliminare gli effetti devastanti della droga sui soggetti socialmente esclusi». Un esempio per Young sono i progetti comunitari in Asia dove il trattamento e il sostegno psicologico sono legati con l'aiuto a trovare un posto di lavoro e ad acquisire nuove professionalità. Quanto poi al trattamento, Young sottolinea che «nei due terzi dei casi fallisce» e aggiunge che «il budget di quasi mezzo miliardo di sterline messo a disposizione per il trattamento dei tossicodipendenti forse sarebbe meglio utilizzato in altre soluzioni credibili». Al governo non è piaciuta questa critica dall'interno. Il sottosegretario agli interni, Bob Ainsworth, ha puntualizzato che «il problema è complesso e non di può certo risolvere in una notte« e ha aggiunto che «il governo sta lavorando molto seriamente». Una sorta di excusatio non petita che non ha offerto un gran contributo alla discussione suscitata dal rapporto. Soprattutto rispetto alla povertà e alla esclusione sociale: due punti chiave anche degli altri rapporti. In particolare in quello di Shelter (associazione che lavora prevalentemente con gli homeless, i senza casa) sulle condizioni di salute di homeless e di bambini costretti a vivere in situazioni igieniche a dir poco precarie. Le statistiche ufficiali dicono che più di 750mila bambini in Inghilterra vivono in condizioni poco igieniche. Questo, ha dimostrato Shelter nel suo rapporto, causa un aumento vertiginoso di malattie come gastrointerite, problemi di pelle, asma. Secondo l'associazione ogni anno 100mila bambini diventano homeless e molti di essi sono costretti a vivere in sistemazioni temporanee super affollate e non igieniche. Sono anche le condizioni di povertà ed esclusione, dice Shelter, ad avvicinare molti giovani al consumo di droghe e alcool. Una terza ricerca, condotta dall'Alcool and Health Research Centre, riporta dati estremamente preoccupanti. I teenagers inglesi superano di gran lunga i coetanei europei in fatto di uso ed abuso di alcool e droghe. In particolare la ricerca rivela che il 75.8% del campione intervistato (di età compresa tra i 15 e i 16 anni) ha ammesso di essersi ubriacato, di questo il 30% ha detto di essersi ubriacato almeno venti volte. Il fumo è un'altra piaga secondo la ricerca che sottolinea che il 34%, incluso ragazzini di otto anni, ha confermato di fumare «abbastanza regolarmente». Sigarette ma anche cannabis. Alto, anche se in calo considerato l'aumento e il più facile accesso a droghe sintetiche come l'ecstasy, rimane l'inalazione di colle e solventi. Tra le aree più depresse le ricerche individuano alcuni quartieri di Glasgow, città industriale della Scozia, di Manchester, Liverpool, Birmingham ma anche diversi quartieri londinesi. In particolare quelli di Hackney South/Shoreditch, Camberwell, Peckham, Bethnal Green e Bow risultano i quartieri più poveri nella capitale. In Scozia il 29% dei bambini vive in famiglie con reddito basso, mentre almeno 750mila famiglie scozzesi non hanno i soldi sufficienti per pagare un riscaldamento adeguato. Nonostante il Regno unito sia la quarta potenza economica mondiale, un quarto della sua popolazione (oltre 13 milioni di persone) vive in povertà. I bambini che vivono in condizioni di povertà sono 4 milioni contro il milione e quattrocentomila del 1979.
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