addio lavoro classico saremo tutti interinali



 
il manifesto - 13 Aprile 2002 
 
Addio lavoro classico, saremo tutti interinali
Dal «leasing» al «job on call», al nuovo temporaneo. La riforma Berlusconi
crea un esercito di precari sempre pronti per le imprese
ANTONIO SCIOTTO
Lavoro interinale, leasing di manodopera, lavoro a chiamata. Come si
trasformerebbe concretamente il mercato del lavoro se i principi esposti
nella delega al governo diventassero legge? Abbiamo cercato di capirlo,
aiutati dal Nidil Cgil, il sindacato che ha già a che fare da qualche anno
con i lavoratori precari, interinali, Cococo e partite Iva, che a confronto
con le figure delineate dalla delega rischiano addirittura di apparire dei
«privilegiati». «Il progetto del governo - spiega Emilio Viafora,
coordinatore nazionale del Nidil - è quello di introdurre tutta una serie
di nuovi rapporti che contribuiranno a precarizzare sempre di più il mondo
del lavoro: dallo staff leasing al lavoro a chiamata. Lo stesso lavoro
interinale, sulla spinta di questi nuovi istituti competitivi, oltre che
della nuova normativa sui contratti a termine, resi a questo punto più
convenienti, sarà sempre più svuotato delle garanzie attuali. Inoltre, le
stesse agenzie di lavoro temporaneo cambieranno funzione, superando
l'esclusiva e diventando vere e proprie agenzie di collocamento. E se
adesso soltanto loro possono svolgere l'intermediazione, che se non altro
hanno un'autorizzazione, l'obbligo di essere capitalizzate, di versare una
fideiussione forte e di finanziare un fondo di formazione per i lavoratori,
la riforma futura punta invece a liberalizzare il mercato: la concorrenza
abbasserà ancora di più la qualità complessiva del sistema. Si approderà di
fatto a un caporalato legalizzato».

Sul lavoro interinale, i progetti del governo sarebbero quelli di estendere
la durata dei contratti (oggi limitati a un massimo di sei mesi, con
l'impossibilità di andare oltre quattro proroghe) e di allargare il più
possibile le occasioni di utilizzo di questi lavoratori, attualmente
limitate soltanto ad alcuni casi e con precise quote massime fissate dai
diversi contratti collettivi. In più - e se passasse questa ipotesi sarebbe
davvero la chiave di volta di una precarizzazione selvaggia -
l'associazione europea delle agenzie interinali starebbe facendo pressione
per ottenere un contratto ad hoc, con una retribuzione specifica per gli
interinali, più bassa di quella delle altre categorie. Se si verificasse
questo scenario (ricordiamo sempre che siamo nel campo delle ipotesi), agli
industriali converrebbe una volta per tutte assumere eserciti di
interinali, per il tempo che vogliono e con quote più o meno libere
rispetto al complesso dei dipendenti. Attualmente, invece, gli interinali
sono pagati nello stesso modo dei dipendenti, e, a parte le quote e le
limitazioni di legge, il fatto che le aziende utilizzatrici devono pagare
anche il costo dell'intermediazione alle agenzie di lavoro temporaneo,
dissuade da un uso generalizzato di questi lavoratori.

Un altro strumento che si fa avanti e che preoccupa molto i sindacati è
quello dello staff leasing, ovvero l'affitto di lavoratori esterni - perché
dipendenti di altre aziende - non a tempo determinato come gli interinali,
ma in modo continuativo e a tempo indeterminato. «In pratica - spiega
Viafora - si creerebbe all'interno delle aziende un gruppo di dipendenti
non dipendenti: per anni al lavoro nello stesso ciclo produttivo, ma
dipendenti da altri soggetti. I lavoratori sarebbero sempre più divisi tra
di loro, e sarebbe anche più difficile organizzarli».

E le novità non finiscono qui. Per i lavoratori italiani c'è infine
all'orizzonte il trionfo della precarietà: il lavoro a chiamata. Ovvero,
sono assunto da un'azienda che mi retribuisce pienamente quando lavoro, ma
devo anche dare la disponibilità alla stessa azienda nei periodi di non
lavoro, pagato soltanto con una indennità di disponibilità, certamente
imparagonabile a uno stipendio pieno. In pratica, devo stare sempre
attaccato al telefono, attendendo di rientrare nel ciclo di produzione. Né
è ancora chiaro con quale preavviso potrò essere chiamato, ma pare ovvio
che, risultando io appunto dipendente, l'impresa vorrà avermi disponibile
(se possibile) dall'oggi al domani. E' un po' come avviene già con gli
interinali dipendenti a tempo indeterminato dalle agenzie di lavoro
temporaneo: hanno un'indennità di disponibilità, pari a 620 mila lire
mensili. Il sindacato sta tentando la via dell'innalzamento di questa
indennità, per rendere così di fatto poco convenienti i periodi di non
lavoro alle stesse agenzie. Ma appare già abbastanza discutibile, comunque,
il principio che permette alle aziende di avere una «panchina» di
lavoratori sempre disponibili e pagati una miseria quando sono «posteggiati».