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il futuro di internet in quattro domande
- Subject: il futuro di internet in quattro domande
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 02 Apr 2002 09:01:28 +0200
dal corriere.it di lunedi 25 marzo 2001 Lunedì 25 Marzo 2002 LE PROSSIME SFIDE Il futuro di Internet in 4 domande Domande cruciali sul futuro dell’Internet. Vengono dritte dalla Silicon Valley, e sono state proposte da uno degli osservatori più attenti, Dan Gillmore, editorialista del St. Jose Mercuri News (http://www.siliconvalley.com/mld/siliconvalley/2922052.htm ). Eccole: 1. Vi importa il fatto che poche grandi aziende controllino praticamente sia l’intrattenimento che l’informazione? 2. Vi importa che esse decidano quali innovazioni tecnologiche arriveranno sul mercato e quali no? 3. Sareste preoccupati se esse usassero il loro potere per compilare dossier dettagliati su tutto quanto leggete, ascoltate, guardate e comprate? 4. Trovereste accettabile che esse potessero decidere se ciò che scrivete e dire possa o meno essere diffuso agli altri? Queste, aggiunge Gillmore, “non sono domande teoriche, ma la direzione verso cui l’America si sta precipitando”. Va aggiunto che il commentatore non è mai stato un apocalittico e che semmai si è sempre schierato dalla parte degli ottimisti, di quelli che pensano che la forza interiore della “rivoluzione Internet” sarebbe stata capace di superare i molti ostacoli eretti dai rappresentanti della Vecchia Economia. Oggi invece si dice molto preoccupato ed è purtroppo ragionevole essere d’accordo con lui. Il settore più caldo resta quello dei diritti di proprietà intellettuale e della loro protezione con mezzi sempre più rigidi. Vale per le radio Internet, che si vogliono sottoporre a regolazioni ancora più stringenti, vale per le musiche Mp3 (ed è storia ben nota) e ora per i film su DVD e in rete. Se finora il peggio non è avvenuto (ovvero se non sono ancora state varate leggi severissime contro la duplicazione dei file digitali) è solo perché i soggetti della partita, ovvero i titolari dei diritti e le aziende dell’elettronica, non si sono ancora accordati su un unico standard da inserire obbligatoriamente in tutti gli apparati. Ma alacremente, ci stanno lavorando. Lo testimonia, tra l’altro un diplomatico comunicato emesso congiuntamente da Intel e America Online (http://www.intel.com/pressroom/archive/releases/20020319aol_intel.htm ); le parole sono assolutamente calibrate per mascherare le divergenze che ancora esistono tra quelli della Silicon Valley e quelli di Hollywood, ma il senso generale è univoco: occorre chiudere il ”buco analogico”. Ci si riferisce al fatto che quando un contenuto digitale viene riprodotto su un hardware analogico (come un televisore o una cassa acustica), allora è possibile registrarlo, sia pure non perfettamente, e quindi duplicarlo. Ora le due aziende lavoreranno congiuntamente per eliminare quello che finora è stato un diritto del compratore e che loro chiamano una “falla”. Franco Carlini
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