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inceneritori nuove alleanze
- Subject: inceneritori nuove alleanze
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 30 Mar 2002 07:11:10 +0100
dal sole24ore Venerdì 22 Marzo 2002 ore 18:50 Ambiente - Il colosso tedesco sigla intesa con l'azienda italiana per partecipare alla costruzione di inceneritori per rifiuti Babcock si allea con Waste Zanella (Electrolux): rottamazione meno onerosa per chi produce elettrodomestici ecologici Jacopo Giliberto (DAL NOSTRO INVIATO) VENEZIA - La Waste Italia (del gruppo milanese Italcogim) attraverso la controllata Daneco si allea con la tedesca Babcock Borsig Power per costruire inceneritori in Italia. «Si tratta di un accordo in esclusiva per importare la tecnologia tedesca per incenerire i rifiuti», spiega l'amministratore delegato della Daneco, Enrico Bruschi, in occasione della seconda edizione della Biennale internazionale della comunicazione ambientale, in corso a Venezia. L'azienda tedesca potrà anche partecipare - con quote fino al 20% - in joint venture nelle società di progetto per gli impianti da realizzare. È il primo accordo in Italia per la Babcock Borsig, azienda nata dalla fusione fra i colossi tedeschi Deutsche Babcock, Steinmuller, Nöel e dell'austriaca Aee. Afferma Pietro Colucci, amministratore delegato della Waste Italia: «In Italia ci sono programmi per costruire fra i 20 e i 30 nuovi inceneritori. Se venissero realizzati, darebbero energia per il 3% del fabbisogno italiano». Waste è la società privata leader in Italia nei servizi rifiuti e nettezza urbana: dopo la crisi della multinazionale statunitense Waste Management, la filiale italiana è stata rilevata al 51% dall'Italcogim, gruppo privato che opera soprattutto nella distribuzione del metano, mentre il 49% è della famiglia di imprenditori milanesi Colucci. La Daneco è la società di ingegneria ambientale e di gestione degli impianti, fondata dagli industriali friulani Danieli e poi rilevata dalla Tecnimont. Oggi fa parte al 100% della Waste. Fra i progetti in dirittura d'arrivo per Waste e la tedesca Babcock c'è la prossima gara per la fornitura di un grande inceneritore a Trento e i programmi di realizzazione di nuovi impianti di recupero di energia dai rifiuti in Sicilia, Puglia, Sardegna e Lazio. Alla Biennale veneziana dell'ecologia organizzata dalla Federambiente (l'associazione Cispel-Confservizi delle municipalizzate di nettezza urbana) sono stati presentati i casi di imprese che puntano sull'ambiente come elemento per aggiungere competitività all'attività primaria. Spiccano le esperienze della Novamont (plastica biodegradabile), della Motorola e della Netscalibur, delle iniziative ambientali nei trasporti con Trenitalia e Iveco. Ma un rapporto diretto fra ambiente e industria è evidente nell'esperienza delle cartiere Favini (quelle che avevano lanciato la carta prodotta con le alghe raccolte dalla laguna di Venezia) e dell'Electrolux. Il gruppo svedese, che ha in Italia una delle sue principali presenze produttive, sta partecipando al dibattito della Commissione Ue sul problema dello smaltimento degli elettrodomestici usati. Fra gli strumenti della direttiva allo studio di Bruxelles ci sono gli incentivi agli elettrodomestici a basso impatto ambientale e facilmente riciclabili. «Vogliamo che la direttiva europea - commenta Arcangelo Zanella, direttore marketing di Electrolux Zanussi Italia - attribuisca al produttore una responsabilità ben definita e individuale, in modo che chi produce elettrodomestici più ecologici e meglio riciclabili paghi meno per la loro rottamazione». Un costo minore di riciclaggio si traduce in un prezzo minore, oppure in un servizio migliore al consumatore, o ancora - e più semplicemente - in utili più alti rispetto al concorrente meno sensibile all'ambiente. A patto che la competizione si svolga ad armi pari. «La crucialità per le aziende - conferma Giancarlo Coccia, direttore del nucleo ambiente di Confindustria - è una fiscalità incentivante e non punitiva. Basta con regole che frenano chi si comporta bene in campo ambientale, senza premiarlo sui concorrenti».
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