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lavoro interinale l'ue vuole regole comuni
- Subject: lavoro interinale l'ue vuole regole comuni
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 27 Mar 2002 19:16:35 +0100
dal corriere di mercoledi 20 marzo 2002 Lavoro interinale: l'Ue vuole regole comuni per rendere più accettato e quindi diffuso questo rapporto di lavoro che negli ultimi tempi ha conosciuto un vero e proprio boom in tutta Europa. Per realizzare un compromesso fra le posizioni finora inconciliabili delle parti sociali, la Commissione Ue di Romano Prodi si appresta a varare una direttiva che superi lo stallo. Motivo di contrasto, finora, è stata soprattutto l'equiparazione - chiesta dai sindacati e respinta dai datori di lavoro - fra i lavoratori ad interim e quelli assunti a tempo indeterminato. Obiettivo della direttiva è quello di fissare standard minimi europei di tutela per gli interinali e rendere così questa formula di impiego più attraente, a vantaggio delle aziende che potrebbero attingere a una forza lavoro maggiore di quella attuale: in media circa 2,2 milioni di persone, 1,5% del totale Ue (dato 1998), cifra che con una legislazione adeguata si stima potrebbe triplicare a 6,5 milioni nel 2010. La diffusione del lavoro interinale non è omogenea in Europa. Si è diffusa, è vero, un po' ovunque, crescendo complessivamente, durante gli anni Novanta, del 10%. In Italia, però, l'aumento è stato minimo (0,16% del totale dei dipendenti) e massimo in Olanda (4,5%). L'80% di questa categoria di lavoratori si concentra in Olanda, Gran Bretagna (4% della forza lavoro), Francia (2,7%) e Germania (ma pari solo allo 0,70% del totale). Secondo studi citati dalla Commissione, gli interinali guadagnano meno dei dipendenti loro comparabili (con uno scarto del 10-15% in Spagna e del 60- 78% in Germania). Ma, sempre a seconda dei paesi, fra il 29 e il 53% di loro passano al tempo indeterminato già nel primo anno dopo l'assunzione dall'agenzia ad interim. Intanto, in Italia, una ricerca resa nota in occasione del Salone del Lavoro "Task 2002" e condotta dall'Ispo per conto della Metis, rivela che il 62% dei giovani ritiene che il lavoro interinale sia "un lavoro vero" contro il 42,6% di coloro che non hanno mai vissuto una esperienza di lavoro interinale. Riguardo all'utilità di questo strumento, il 60,7% del campione "interinale" pensa che il lavoro temporaneo sia più utile ai giovani che alle aziende. La pensano diversamente i giovani che non hanno mai avuto una esperienza di lavoro interinale e che quindi conoscono meno le modalità di svolgimento del rapporto: il 61,2% infatti pensa che il lavoro temporaneo sia utile solo alle aziende. Antonella De Gregorio
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