selezione e memoria delle conoscenze



dal manifesto

     
    
 
    
 

10 Marzo 2002 
  
 
   
Come t'archivio il fiume
Diventa decisiva la selezione e la memoria delle conoscenze 
F. C. 

Una tale sconvolgente quantità di informazioni prodotte annualmente genera
un paradosso, che è anche una minaccia già operante. L'epoca che produce
più informazione rischia di essere quella che meno ne lascia dietro di sé
perché non riesce ad attrezzarsi adeguatamente per classificarla (e quindi
renderla davvero disponibile) e perché non sa conservarla. In particolare
non sa cosa conservare né come farlo. Come sottoproblema oramai impellente
a quello della conservazione c'è quello del deperimento e della fragilità
dei supporti di memoria, quando si tratti di informazioni digitali. Su
questi temi la discussione è accesissima e si delineano diversi filoni di
pensiero, non necessariamente incompatibili. Una linea pragmatica e molto
americana ragiona così: poiché i materiali digitali sono facilmente
reperibili, ma anche altrettanto facilmente deperibili, attrezziamoci a
salvare e schedare (magari con qualche approssimazione) il più possibile, e
poi si vedrà quale teoria della conservazione digitale sarà più solida.
Altri, specialmente sul fronte europeo, mirano a una conservazione più
selettiva e scientifica, per questi come per altri documenti: meglio
lavorare con intelligenza su un campione soltanto di cartoline illustrate
(per esempio) che metterle tutte in magazzino, trovandosi poi, dopo qualche
anno con una massa di materiali indecifrabili perché privi di contesto.
Da tutto ciò derivano forse alcune conseguenze. La prima è un'attenzione,
se possibile spasmodica, alla tutela degli spazi pubblici di conoscenza,
online e offline. Si tratta da un lato di contrastare il disegno dei grandi
gruppi di rendere eterni copyright e brevetti, e dall'altro, al contrario,
di proporre nuove regolazioni leggere e minime per la proprietà
intellettuale le quali usino il meglio delle nuove tecnologie per favorire
la diffusione delle idee e dell'innovazione.
La seconda riguarda il ruolo decisivo dei "Buoni Maestri" nel compito
sempre più cruciale di intermediari tra i cittadini e l'informazione.
Caduta l'illusione che con la rete si potesse fare tutto da soli,
rinunciando alla mediazione, il ruolo delle agenzie e delle persone esperte
torna a essere decisivo. Con un'avvertenza tuttavia: il ruolo resta, ma le
modalità della mediazione e le capacità professionali richieste cambiano
vistosamente e vengono messe in discussione dalla semplice esistenza della
rete.