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selezione e memoria delle conoscenze
- Subject: selezione e memoria delle conoscenze
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 13 Mar 2002 06:48:42 +0100
dal manifesto 10 Marzo 2002 Come t'archivio il fiume Diventa decisiva la selezione e la memoria delle conoscenze F. C. Una tale sconvolgente quantità di informazioni prodotte annualmente genera un paradosso, che è anche una minaccia già operante. L'epoca che produce più informazione rischia di essere quella che meno ne lascia dietro di sé perché non riesce ad attrezzarsi adeguatamente per classificarla (e quindi renderla davvero disponibile) e perché non sa conservarla. In particolare non sa cosa conservare né come farlo. Come sottoproblema oramai impellente a quello della conservazione c'è quello del deperimento e della fragilità dei supporti di memoria, quando si tratti di informazioni digitali. Su questi temi la discussione è accesissima e si delineano diversi filoni di pensiero, non necessariamente incompatibili. Una linea pragmatica e molto americana ragiona così: poiché i materiali digitali sono facilmente reperibili, ma anche altrettanto facilmente deperibili, attrezziamoci a salvare e schedare (magari con qualche approssimazione) il più possibile, e poi si vedrà quale teoria della conservazione digitale sarà più solida. Altri, specialmente sul fronte europeo, mirano a una conservazione più selettiva e scientifica, per questi come per altri documenti: meglio lavorare con intelligenza su un campione soltanto di cartoline illustrate (per esempio) che metterle tutte in magazzino, trovandosi poi, dopo qualche anno con una massa di materiali indecifrabili perché privi di contesto. Da tutto ciò derivano forse alcune conseguenze. La prima è un'attenzione, se possibile spasmodica, alla tutela degli spazi pubblici di conoscenza, online e offline. Si tratta da un lato di contrastare il disegno dei grandi gruppi di rendere eterni copyright e brevetti, e dall'altro, al contrario, di proporre nuove regolazioni leggere e minime per la proprietà intellettuale le quali usino il meglio delle nuove tecnologie per favorire la diffusione delle idee e dell'innovazione. La seconda riguarda il ruolo decisivo dei "Buoni Maestri" nel compito sempre più cruciale di intermediari tra i cittadini e l'informazione. Caduta l'illusione che con la rete si potesse fare tutto da soli, rinunciando alla mediazione, il ruolo delle agenzie e delle persone esperte torna a essere decisivo. Con un'avvertenza tuttavia: il ruolo resta, ma le modalità della mediazione e le capacità professionali richieste cambiano vistosamente e vengono messe in discussione dalla semplice esistenza della rete.
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