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pensioni:fondi d'azzardo
- Subject: pensioni:fondi d'azzardo
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 08 Mar 2002 06:45:54 +0100
dal manifesto 06 Marzo 2002 Pensioni d'azzardo Quanto può rendere un fondo? Quanto incide la volatilità della Borsa? Il modello dei fondi chiusi difende da casi come quello della Enron? Parlano sindacalisti e operatori. Differenza tra fondi collettivi e risparmio individuale in un bacino di oltre 10 milioni di lavoratori PAOLO ANDRUCCIOLI Il viaggio parlamentare della delega sulla previdenza è sospeso. Ma l'obiettivo finale del governo di destra è molto chiaro: riduzione dei contributi previdenziali (con effetti devastanti sull'Inps), ulteriore indebolimento della pensione pubblica e cancellazione del Tfr. Il lavoratore - se passasse la riforma Maroni - sarebbe privato della facoltà di disporre della propria liquidazione e avrebbe solo il contentino di poter "scegliere" a quale Fondo destinare i suoi soldi. Una palese violazione delle libertà da parte del Polo delle Libertà, dicono spesso i sindacalisti. La battaglia è però in pieno corso. Continuiamo nel frattempo la nostra inchiesta nel mondo della cosiddetta previdenza complementare e privata perché le due precedenti riforme delle pensioni (Amato e Dini) hanno già ridotto il grado di copertura della pensione stessa. Per capire i fondi pensione, bisogna prima di tutto rispondere alle domande più frequenti. E' vero che nessuno potrà mai dare la sicurezza dei rendimenti? E' vero che un lavoratore potrebbe rischiare perfino di non recuperare i soldi che ha versato? "Noi siamo contro la delega del governo Berlusconi - spiega Beniamino Lapadula della Cgil nazionale - proprio perché impone l'obbligo della cessione del Tfr. Siamo sempre stati a favore della scelta libera. Ma abbiamo lavorato per costruire i fondi di categoria come sistema di integrazione della pensione pubblica e con precise caratteristiche di salvaguardia". Lapadula spiega che i fondi pensione "negoziali" ovvero quelli di categoria sono stati pensati come difesa del valore solidaristico (è una forma di risparmio collettivo che dà una forza maggiore rispetto al risparmio individuale), insieme al valore della contrattazione nazionale e al basso costo della gestione finanziaria, cosa che non si può avere con un risparmio affidato alle banche, alle assicurazioni o alle Sgr (vedi glossario). E' pur vero, però, che anche i fondi negoziali dei sindacati sono basati su forme di investimento finanziario e che quindi hanno un rischio insito. Dipende sempre dal momento in cui si "esce". Se un lavoratore che ha risparmiato negli anni dovesse uscire in un momento di crollo delle borse sarebbe ovviamente penalizzato. Si sta studiando però un sistema di protezione che consiste nel ridurre progressivamente l'esposizione finanziaria e la volatilità man mano che ci si avvicina al momento della pensione. "Per i fondi chiusi - ci spiega un operatore di una Sgr - non potrà comunque mai capitare un caso alla Enron perché i fondi non sono mai basati solo sulle azioni di una singola società". La garanzia di base starebbe proprio nel modello della diversificazione degli investimenti, nel controllo e nel modello della tripartizione dei poteri. "Un fondo negoziale - ci dice ancora l'operatore - ha infatti un gestore finanziario scelto con gare pubbliche, un service amministrativo (che gestisce i versamenti) e una banca depositaria". Tutte le attività e le scelte di un fondo chiuso sono sottoposte al controllo permanente della Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione). Se un fondo avesse voluto fare scelte a rischio come quelle della Enron, la Covip sarebbe intervenuta molto prima del disastro. Certo, dicono sia i sindacalisti che gli operatori finanziari, c'è ancora molto da lavorare per mettere a punto un sistema che in Italia è stato appena avviato dato che su decine di fondi autorizzati solo otto fondi negoziali sono già operativi. Le scelte dei singoli fondi sono comunque molto diverse tra loro. Basta analizzare i dati della Covip sui rendimenti dei fondi chiusi per scoprire che ce ne sono di più "aggressivi" dal punto di vista finanziario e di più tranquilli. I metalmeccanici di Cometa, per esempio, hanno operato scelte più prudenti del fondo dei chimici. Diversi anche i gradi di rendimento medio tra fondi chiusi e fondi aperti. Nella relazione del 2000, la Covip stimava un rendimento medio del 3,6% dei fondi sindacali e un rendimento del 2,9% per quelli aperti. Alla fine del 2001 gli iscritti ai fondi aperti (nella maggior parte lavoratori autonomi) erano 285 mila. Ai fondi di categoria erano invece iscritti 1.013.320 lavoratori. Ma il bacino potenziale degli aderenti ai fondi chiusi è di circa 9 milioni di lavoratori dipendenti e circa 4 milioni di lavoratori autonomi. (2.continua) PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE
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