occupazione:europa vede grigio



dal corriere.it di lunedi 25 febbraio 2002

 
 
Occupazione, dopo l'11 settembre l'Europa vede grigio
Per rivedere al ribasso le previsioni di crescita per l'anno in corso. Il
messaggio contenuto nella versione riveduta e corretta di "Occupazione in
Europa" è che il mercato del lavoro continuerà a registrare contrazioni e
battute d'arresto anche nei mesi a venire. Almeno fino alla seconda metà
dell'anno. E sempre che, dopo di allora, l'annunciata ripresa faccia
sentire i suoi effetti in maniera decisa. Nel 2001, la crescita era stata
del 2,1% in tutta l'Unione. Per i prossimi mesi il tasso di occupazione
avrà margini di stallo, più che di aumento: complessivamente si dovrebbe
passare dal 64 al 64,3%.

Ad essere senza lavoro in ottobre erano 7,8 europei su cento, poco più del
7,7% del mese precedente. Ma il vero balzo all'ingiù è atteso per i
prossimi mesi. La frenata ha colpito un po' tutti i settori, hi-tech e
settori ad alta specializzazione in testa, che invece negli anni passati
avevano fatto da volano per la creazione di nuovi posti di lavoro. A
soffrire della situazione internazionale sono stati poi anche i settori del
trasporto aereo, del turismo e dei viaggi in genere. Una conferma del
pesante impatto degli attacchi terroristici dell'11 settembre. Anche se,
sottolinea il rapporto, una tendenza alla contrazione era già in atto anche
prima di allora. 

Il clima di incertezza globale avrà ricadute su tutto il 2002. Mettendo a
rischio l'obiettivo fissato al Concilio europeo di Lisbona nel marzo del
2000, di un tasso d'occupazione complessivo del 70% entro il 2010 (60% per
quanto riguarda l'impiego femminile). Il rallentamento dell'economia,
inoltre, fa sentire il suo peso in termini di "svilimento del capitale
umano e deterioramento nella qualità del lavoro".

Nel capitolo delle proposte per centrare gli obiettivi dei Quindici, alcuni
temi che verranno affrontati in marzo a Barcellona: gli Stati membri devono
impegnarsi a creare venti milioni di nuovi posti di lavoro, 11 dei quali
riservati alle donne e 5 agli ultracinquantenni. Gli sforzi dovranno
concentrarsi in particolare sulla formazione, la riduzione delle differenze
retributive fra uomini e donne, la riduzione del tasso di abbandono
scolastico, il bilanciamento di responsabilità di lavoro e familiari, la
soppressione degli incentivi per il pensionamento anticipato.

Antonella De Gregorio