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quell'aLLEANZA FRA POVERI E KAMIKAZE
- Subject: quell'aLLEANZA FRA POVERI E KAMIKAZE
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 26 Dec 2001 08:30:52 +0100
DA REPUBBLICA DI SABATO 22 DICEMBRE 2001 SABATO, 22 DICEMBRE 2001 Stampa questo articolo Quell'alleanza tra poveri e kamikaze RITA LEVI MONTALCINI ---------------------------------------------------------------------------- ---- Negli ultimi decenni di questo secolo si sono susseguiti, in continuo crescendo, in tutti i continenti, sanguinosi conflitti causati da dittatori e capi popolo che ricorrono a "espedienti momentanei nella contesa per un'egemonia di breve durata" per fomentare l'odio verso altre popolazioni definite diverse o di razza inferiore. E' cronaca e non storia quanto accadde e quanto accade ancora oggi. Un indice di perversione del comportamento umano si è manifestato in tutta la sua tragica evidenza nei drammatici avvenimenti dell'11 settembre scorso. Mentre migliaia di persone morivano sepolte dalle tonnellate di macerie delle torri gemelle in fiamme, in altre parti del globo, i diseredati della terra inneggiavano a questa vittoria. Vittoria o vendetta contro i popoli dell'Occidente considerati i veri colpevoli della miseria che incombe nei paesi del sud del mondo? Da parte dei diseredati della terra l'esultanza è dovuta al fatto che, attraverso l'azione terroristica, è stato inferto un duro colpo a quanti ritenuti responsabili delle loro sofferenze e per questo ingenuamente convinti che l'egemonia terroristica avrebbe recato il tanto bramato benessere. Differente è la motivazione dei terroristi che vedono nei popoli dell'Occidente i seguaci di una cultura diametralmente opposta alle loro ideologie. Il terrorismo colpisce, attraverso gli attentati, una specifica categoria sociale, indistintamente tra la folla o la sua azione può essere diretta all'eliminazione di leader, ecc. I kamikaze al servizio del terrorismo sono disposti a sacrificare la vita per portare a compimento la missione a loro assegnata. In un recente articolo il presidente della Green Cross, Michael Gorbaciov, ha riportato che in un solo giorno, in un paese del Pakistan, a Peshawar, più di cinquecento giovani si sono impegnati a prestarsi come kamikaze per sconfiggere il "Satana" dell'Occidente. Sono giovani votati alla morte per disseminare altra morte. Il loro reclutamento da parte dei leader terroristici è basato non soltanto su ideologie integraliste, ma su promesse di premi terreni e ultraterreni. Come ridurre il pericoloso dilagare del reclutamento dei kamikaze da parte del terrorismo? In che modo scindere l'ambigua alleanza tra i diseredati della terra che rappresentano i nove decimi della popolazione del globo e i terroristi? Si deve ricorrere a questo fine ad una strategia simile, quale quella attuata dal terrorismo che consiste nel reclutamento giovanile, ma con finalità diametralmente opposte, attraverso la creazione di una rete di solidarietà globale. I popoli dei paesi ad alto sviluppo tecnologico e culturale debbono ricorrere a questa strategia. La gestione potrebbe essere affidata ad Associazioni quali la Green Cross presieduta da Micheal Gorbaciov, che ha come obiettivo di pervenire ad un nuovo ordine mondiale basato sui principi stabiliti nella Carta della Terra. In tale rete che potrebbe essere finanziata dalla Banca Mondiale, giovani di ambo i sessi, provenienti da paesi ad alto livello tecnologico, potrebbero essere reclutati per debellare la fame e la povertà. Condizioni tragiche responsabili di indicibili sofferenze fisiche e psichiche. L'attuazione di questo progetto depriverebbe inoltre i terroristi di quanti oggi rappresentano i loro "naturali" sostenitori. Il vantaggio consisterebbe non soltanto nel reperire un capitale umano di immenso valore formato dalla gioventù dei paesi del sud e del nord del globo, ma anche nel renderli partecipi nella promozione di una convivenza pacifica a livello globale. La creazione di questa rete avrebbe lo scopo di unificare sotto un'unica direzione i gruppi religiosi e laici che attualmente operano in quei paesi in modo del tutto separato senza pervenire a risultati di grande rilievo. Una iniziativa di questo genere per quanto onerosa, lo sarebbe in modo molto inferiore a quella affrontata per l'ingente finanziamento delle guerre oggi in atto. La conoscenza diretta delle alte potenzialità in possesso dei giovani, di ambo di sessi delle popolazioni del sud, creerebbe una nuova sinergia volta a demolire preconcetti e ostilità. Lo sviluppo dei paesi ad alto livello culturale ha dimostrato che un'educazione superiore è la chiave di volta del progresso di un paese. L'istruzione in ogni settore della vita sociale costituisce infatti uno strumento per creare una classe educata di giovani di ambo i sessi, in particolare della componente femminile, in grado di intervenire a pieno titolo nella gestione politica e sociale dei propri paesi partecipando da passivi spettatori ad attori ai programmi di cooperazione internazionale. Nella grandissima maggioranza la componente femminile del genere umano di ogni paese del mondo, e in particolare in quella appartenente ai paesi del sud, che oggi si è risvegliata e milita nelle formazioni giovanili, l'obiettivo è di ottenere un radicale cambiamento nelle condizioni del lavoro femminile, da quello che si svolge nell'ambito familiare a quello che ha luogo in tutti i settori della vita pubblica. Da una recente indagine è emerso l'enorme interesse delle giovani donne di regioni rurali nel continente africano, che ambiscono a frequentare corsi di studi superiori attraverso l'erogazione di borse di studio bandite da istituzioni internazionali. L'accesso all'istruzione a tutti i livelli e l'inserimento delle donne nelle alte sfere politicosociali e il loro pieno coinvolgimento è imperativo per un nuovo ordine mondiale. L'attuazione di queste strategie aprirebbe uno spiraglio di luce nel tunnel buio creato dalle azioni terroristiche.
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